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Alien: Pianeta Terra, la serie FX sbarca su Disney+

Alien: Pianeta Terra, nuova serie di FX in arrivo su Disney+ dal 13 agosto, espande l’universo della storica saga con una narrazione distopica ambientata nel 2120. Cinque compagnie globali dominano il pianeta, ma l’equilibrio si incrina con l’arrivo di forme di vita sconosciute e la nascita degli “ibridi”: organismi sintetici con coscienza umana. Wendy, la prima della sua specie, si ritrova coinvolta in una scoperta che mette a rischio l’intera umanità. Con un cast internazionale e la guida creativa di Noah Hawley, la serie promette un’esperienza intensa, visivamente potente e fortemente attuale.

Alien: Pianeta Terra – il ritorno all’incubo, il trailer ufficiale

L’universo narrativo di Alien si espande ancora una volta, attraversando lo spazio e giungendo sul nostro stesso pianeta, in una forma sorprendentemente intima e spietata. “Alien: Pianeta Terra”, prodotta da FX e distribuita da Disney+, affonda le sue radici nella mitologia classica del franchise ma ne reinterpreta le coordinate. La minaccia aliena non giunge più da un altrove remoto, bensì esplode nel cuore stesso di una civiltà ormai divorata da ambizioni industriali, esperimenti genetici e una corsa sfrenata verso l’alterazione dell’umano.

Un’epoca dominata dalle corporazioni

La narrazione ci porta nel 2120, quando cinque colossi economici – Prodigy, Weyland-Yutani, Lynch, Dynamic e Threshold – si spartiscono il controllo del mondo. In questo scenario inquieto, esseri umani, robot e creature ibride convivono tra diffidenze e alleanze precarie. È proprio uno di questi ibridi, Wendy, a diventare il fulcro della vicenda. Prima rappresentante di una nuova specie dotata di autocoscienza, Wendy non è solo il risultato di un esperimento: è anche l’innesco di una trasformazione che nessuno può davvero controllare.

Il disastro della USCSS Maginot

L’incidente scatenante avviene quando l’astronave USCSS Maginot precipita sulla Terra. Da quel momento, le barriere tra ciò che è conosciuto e ciò che dovrebbe restare sepolto si dissolvono. Wendy, interpretata da Sydney Chandler, si ritrova a dover affrontare insieme a un gruppo di soldati improvvisati una presenza aliena che richiama le atmosfere più cupe dell’originale firmato Ridley Scott. I protagonisti dovranno affrontare una minaccia che non solo distrugge corpi, ma devasta anche il concetto stesso di identità.

Il cast e i personaggi

Accanto a Sydney Chandler, il cast vede il ritorno di volti noti e l’inserimento di nuove presenze: Timothy Olyphant nei panni di Kirsh, Alex Lawther nel ruolo di Hermit, e Babou Ceesay come Morrow. La pluralità dei personaggi offre uno sguardo corale su una società allo sbando, ma ancora tenacemente aggrappata alla speranza. Ogni figura umana – o presunta tale – incarna una tensione interiore che riflette quella dell’intero sistema.

Una visione autoriale: tra estetica e inquietudine

La firma di Noah Hawley si avverte nella costruzione lenta ma incisiva dei conflitti e nelle atmosfere sospese. Il suo sguardo, già sperimentato in opere come “Fargo” e “Legion”, restituisce al mondo di Alien una componente profondamente umana. L’estetica, affilata e curata, si fonde con una narrazione frammentata che svela gradualmente l’orrore. A completare il quadro, la regia di Justin Chon e la colonna sonora di Hans Zimmer – che con James Everingham crea paesaggi sonori asfissianti e magnetici.

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credit image by Press Office – photo by Patrick Brown/FX. All Rights Reserved.

Andrea Winter

About Author /

Esperto di cinema e serie TV. La sua passione si è consolidata nel corso degli anni grazie a un costante impegno nel seguire da vicino gli sviluppi dell'industria dell'intrattenimento. E' costantemente aggiornato sulle ultime novità del mondo del cinema e delle produzioni televisive.

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