A Milano Moda Donna, Antonio Marras realizza un vero e proprio “progetto poetico” a partire da un film simbolo della contaminazione. Oci ciornie è un film del 1987 diretto da Nikita Sergeevič Michalkov, ispirato ad alcuni racconti di Anton Čechov che vede protagonista Marcello Mastroianni e Silvana Mangano girato tra le terme di Montecatini e la dacia russa del regista con soggetto di Suso Cecchi D’Amico.

Ed è Cechov il vero protagonista della performance: “La vita è teatro, ma non sono ammesse le prove” ha scritto lo scrittore russo, ed in questa nuova performance ci saranno scorci di realtà e di finzione… senza prove. Antonio Marras, dopo aver presentato a Mosca la collezione in un set che riproduceva una dacia russa abbandonata, presenta a Milano la sua nuova collezione attraverso un happening creando uno stage al centro del suo spazio al Circolomarras di Milano dove prende vita un trance de vie di una storia senza tempo.

Ad ispirare l’entertainment è stato il lavoro “Amami o sposerò un millepiedi” Anton Checov-Olga Knipper/Lettere a cura di Ferdinando Bruni, attore e fautore del Teatro dell’Elfo Puccini. Ci sarà Checov, Ferdinando Bruni, che scrive ad Olga e chi interpreta Astrov da Zio Vanja, chi Masha da Tre sorelle, chi Ljubov da “Il giardino dei ciliegi”.

Sullo stage, dove all’inverso di una sfilata saranno gli ospiti a sfilare, a girare intorno, a stare in piedi mentre i performer, gli attori, reel people, tik tokers, talent, influencers e modelle stanno seduti sul set o si muovono con gesti studiati dal coreografo Marco Angelilli. Gesti finalizzati a disorientare, a raccontare, ad intrattenere o a catturare attimi.

L’attrice Sandra Toffolati interpreta Olga, la moglie attrice di Checov e poi Riccardo Bocci, il D’Annunzio dell’opera teatrale e Giulia Heatfield di Renzi. Ancora Edoardo Barbone che insieme a Ferdinando Bruni il 15 marzo debutterà all’Elfo Puccini con “Edipo Re” e i costumi saranno proprio di Antonio Marras. I performers lavoreranno sotto la grande insegna Stramilano a sugellare il ponte Russia- Milano.

Sullo stage si alternano tableaux vivant e interventi performativi di artisti impegnati in movimenti e atteggiamenti finalizzati a richiamare mondi ormai passati e ad accennarne di futuri prossimi. Il performer Christian Cucco indossa e cambia in maniera maniacale abiti su abiti.

In tutto questo l’artista Lucia Pescador, da sempre attratta dalla cultura sovietica, lavora su due enormi lavagne esponendo le sue opere. I capi non indossati sono appesi per essere toccati e visionati perché da vicino tutto è più vero. Si vedono look da uomo e da donna interscambiabili. Pezzi unici rivisitatati come maglie e kilt e giacche e tailleur sartoriali impeccabili.

Giacche da uomo in tweed e Prince de Galles riprendono vita, ne vivono un’altra più fresca, più nuova, assemblate insieme e arricchite da tralci di ricami e intarsi di tessuti. Cappotti unici recuperati e riassemblati con inserti e incastri di materiali dismessi. Maglie effetto Irlanda smontate e ricamate. Maglie a jacquard geometrici con mix di filati e mohair garzato. Effetti patchwork per arredare rigorose giacche.

Maglie supercolorate con interventi di tessuto. Bomber e cappe di vari tessuti mischiati e combinati per assonanza o contrasto. Panna, ecrù, bianco latte, cipria e mauve. Grigio perla e grigio antracite. Cammello e il classico bianco e nero. Talvolta maglie squillanti di giallo acido, fuxia e turchese.

Tessuti maschili e sete a fiori grandi e ghirlande celesti incastrate in cornici. Paillettes e pizzi applicati. Tessuti in maglia a spina di pesce e jersey. Il tartan e il camouflage. Scaglie d’argento e panno bianco. Damaschi e gessati maschili e velluti effetto pelliccia. Le linee sono sciolte e rigorose o arruffate e arzigogolate. Camicie bianche interrotte, grembiuli scomposti, abiti increspati, giacche smoking suddivise perché il caos ha un suo ordine interiore.

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