Eterea di Azimut Design: il dialogo tra luce e materia, l’intervista ad Annalisa Lago
Azimut Design presenta Eterea, una collezione che trasforma luce e materia in arredo poetico. Paraventi, panche e console dialogano con l’ambiente, creando riflessi e trasparenze che invitano alla contemplazione. Le superfici, mutevoli alla luce e al tatto, offrono un’esperienza sensoriale intima. La collezione si integra con naturalezza in interni eleganti e in terrazze contemporanee, regalando agli spazi un’atmosfera leggera e luminosa.
Azimut Design propone Eterea, una collezione che riesce a trasformare il concetto di arredo in un’esperienza percettiva, dove luce e materia si fondono per dare vita a un ambiente in cui il tempo sembra dilatarsi. I complementi d’arredo di questa linea si presentano come frammenti di luce solidificata, capaci di dialogare con lo spazio circostante e restituire una dimensione poetica, tra trasparenze, riflessi e silenzi luminosi.
Le superfici si animano al passaggio della luce e al contatto della mano, trasformando ogni gesto in un momento di scoperta sensoriale. Questa collezione invita a rallentare, osservare e lasciarsi avvolgere da una presenza che non invade ma accompagna, rivelando la bellezza nascosta di ciò che spesso passa inosservato.
Paraventi: poesia di luce e ombra
I paraventi della collezione Eterea si presentano come sottili quinte teatrali che definiscono lo spazio senza separarlo. Sono superfici che alternano lati satinati e lucidi, catturando la luce dell’ambiente e restituendola sotto forma di riflessi delicati e vibrazioni luminose che si diffondono con naturalezza.
Questi elementi sembrano ritagli di carta sospesi, come pagine leggere di un diario che racconta la danza tra luce e ombra. Ogni variazione della luce del giorno modifica la percezione dei paraventi, rendendoli compagni silenziosi che partecipano alla trasformazione quotidiana degli spazi.
La panca: una soglia tra visibile e invisibile
La panca di Eterea si estende per due metri, offrendo una superficie accogliente che invita alla pausa e alla contemplazione. Il suo volume, pur presente, si lascia attraversare dagli sguardi e dai riflessi dell’ambiente, rimanendo sospeso tra il reale e l’immateriale.
Sedersi su questa panca significa vivere un momento di intimità con lo spazio, lasciandosi avvolgere da un arredo che riflette il mondo circostante e lo restituisce in una dimensione delicata e leggera. È un invito a soffermarsi e a riscoprire il piacere di abitare il silenzio, lasciando che la luce diventi parte dell’esperienza.
La console: leggerezza e trasparenza funzionale
La console proposta da Azimut Design all’interno della collezione Eterea rappresenta un elemento che unisce estetica e utilità. La sua struttura sottile e raffinata si sviluppa come un piano galleggiante che amplifica la luce e ne accompagna il passaggio all’interno degli spazi.
Questo complemento diventa un punto di appoggio discreto ma presente, che arricchisce gli ambienti senza appesantirli, inserendosi con naturalezza sia in contesti domestici che in spazi di rappresentanza, showroom e gallerie. La console invita all’uso quotidiano, mantenendo la capacità di stupire grazie alle sue trasparenze che catturano e riflettono la luce.
Un’esperienza sensoriale tra riflessi e materia
I complementi Eterea sono superfici da esplorare con le mani, mutevoli al tatto, che invitano a scoprire nuovi dettagli a ogni contatto. Ogni pezzo di questa collezione diventa una piccola architettura luminosa che si integra nello spazio, non per occuparlo, ma per svelarlo, suggerendo una nuova relazione tra chi abita e l’ambiente circostante.
Il gesto dell’osservare e del toccare si trasforma in un viaggio sensoriale, dove la percezione visiva si unisce a quella tattile, portando la persona a vivere un’esperienza che va oltre il semplice utilizzo dell’arredo. Ne abbiamo parlato con Annalisa Lago, Co-founder di Azimut Design insieme a Francesco Benedini.
L’intervista ad Annalisa Lago
Cosa vi ha ispirato nella creazione di “Eterea” e come siete arrivati a tradurre la rifrazione luminosa in elementi d’arredo?
“L’ispirazione alla base di “Eterea” nasce dall’osservazione della luce nella sua forma più pura e poetica: la rifrazione. Volevamo catturare quel momento effimero in cui la luce attraversa la materia e si dissolve, lasciando una traccia silenziosa e vibrante nello spazio. La resina vitrea, con la sua straordinaria capacità di trasformarsi in superfici traslucide e sfaccettate, ci ha offerto il mezzo ideale per esplorare questa visione. Grazie alla sua versatilità, abbiamo potuto scolpire forme che non solo dialogano con la luce, ma sembrano nascerne. Ogni elemento della collezione è pensato come un frammento di luce solidificata.”
Nei vostri oggetti la luce non è solo un elemento tecnico ma diventa linguaggio poetico. Qual è il ruolo della luce nel vostro processo creativo?
“La luce è la nostra complice silenziosa, un ingrediente immateriale ma fondamentale. Nel nostro processo creativo non la consideriamo un semplice elemento funzionale, bensì una presenza viva, mutevole, quasi narrativa. Lavoriamo attentamente sulle finiture e sulla composizione delle superfici in resina, variando trasparenze, opacità e texture per modulare il modo in cui la luce viene assorbita, riflessa o rifratta. Questo studio ci permette di ottenere effetti visivi sorprendenti, che cambiano con il movimento dell’osservatore e con l’ambiente circostante. La luce diventa così veicolo di emozione, memoria, suggestione.”
I materiali scelti per “Eterea” sembrano quasi dissolversi nello spazio. Come avete selezionato le superfici per ottenere questo effetto di sospensione e leggerezza?
“Abbiamo voluto creare oggetti che non occupassero lo spazio, ma lo suggerissero. Le superfici mosse, che richiamano il vetro soffiato o l’acqua increspata dal vento, sono il risultato di un’attenta sperimentazione materica. Abbiamo lavorato sulle texture e sulle tonalità per evocare un senso di sospensione, una leggerezza visiva che invita alla contemplazione. Ogni pezzo è pensato per fondersi con l’ambiente, per fluttuare tra trasparenze e riflessi, dissolvendosi nella luce piuttosto che imporsi alla vista. L’effetto è quello di un oggetto che c’è e non c’è, una presenza che vibra silenziosamente.”
La collezione invita a un’interazione sensoriale intima e personale. Quanto conta per voi la dimensione esperienziale del design?
“Per noi il design è, prima di tutto, esperienza. Non ci interessa semplicemente progettare oggetti funzionali o esteticamente accattivanti: vogliamo creare connessioni emotive. I nostri arredi invitano ad essere toccati, osservati da vicino, vissuti. Le superfici, volutamente vive e dinamiche, reagiscono alla luce e al tatto, restituendo sensazioni ogni volta diverse. “Eterea” è un invito a rallentare, a percepire lo spazio in modo più profondo, a entrare in sintonia con ciò che ci circonda. È un design che parla ai sensi, che racconta una storia silenziosa a chi sa ascoltarla.”
“Eterea” appare come una sintesi tra forma, funzione e percezione. Quale messaggio volete trasmettere attraverso questo equilibrio così delicato?
“Con “Eterea” desideriamo suggerire un nuovo modo di abitare lo spazio: più consapevole, più sensibile, più poetico. Ogni elemento della collezione nasce dall’equilibrio tra forma, funzione e percezione, e cerca di instaurare un dialogo intimo con l’osservatore. Il nostro intento è quello di creare oggetti che siano più di semplici arredi: che diventino strumenti di introspezione, di meraviglia, di connessione con l’ambiente. In un mondo dominato dalla velocità e dal rumore visivo, proponiamo una pausa, un respiro. Un invito a guardare oltre l’apparenza e lasciarsi attraversare dalla luce, dalla materia, dall’invisibile.”
credit image by Press Office – photo by Dario Borruto