Bones and All Venezia 2022 – Luca Guadagnino torna al Festival del Cinema di Venezia con il film in concorso basato sul romanzo “Bones & All” (“Fino all’osso”) di Camille DeAngelis, che vede protagonisti Taylor Russell, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, André Holland, Chloë Sevigny, David Gordon-Green, Jessica Harper, Jake Horowitz e Mark Rylance.

Bones and All Venezia 2022: la nuova clip esclusiva

La trama

Luca Guadagnino ci propone una storia d’amore di una dolcezza tanto sublime quanto oscura e inquietante, un viaggio on the road di due giovani statunitensi disadattati alla ricerca della propria identità, che condividono un appetito feroce e devastante che li allontana dal resto del mondo e, per quanto anelino a trovare un luogo nel quale sentirsi davvero a casa, li porta a fuggire.

Il loro viaggio da disertori della società ha inizio negli anni ‘80 con la giovane Maren, la quale cela un segreto sin dalla nascita, spinta da una voracità inspiegabile che va oltre ogni limite umano. Incapace di comportarsi come gli altri e in costante peregrinazione di città in città, ha sempre avuto la sensazione di essere un’emarginata senza possibilità di appello.

Quando il padre, affranto, si rende conto di non poterla più aiutare, a Maren non resta che andarsene e arrangiarsi da sola. Ed è lì che scopre di non essere l’unica. Al mondo esistono altri come lei. Altri che provano quello stesso bisogno impellente. Altri come Lee, un ribelle di paese che la aiuta a sopravvivere, le si affeziona sempre di più e riesce a vedere al di là dei suoi desideri proibiti, anche quando i due diventano pericolosamente vulnerabili l’uno per l’altra.

Nonostante la loro sia una patologia raccapricciante, Guadagnino porta la storia di Maren e Lee ben oltre i confini del genere. Le loro voglie implacabili non sono trattate come un qualcosa di cupo o mostruoso, quanto, semplicemente, come un destino ineluttabile. E a mano a mano che la vicenda si dipana, il racconto – magistralmente interpretato dall’ormai famosissimo Timothée Chalamet e dall’astro nascente Taylor Russell, le performance dei quali sono di una potenza emotiva disarmante – si trasforma in qualcosa di diverso: una liberatoria odissea on the road di due giovani che tentano di trovare il proprio posto nel mondo, alla continua ricerca di identità e bellezza in un contesto irto di pericoli, che non riesce a tollerare il loro modo di essere.

Guadagnino non ha mai inteso la fame di carne umana dei personaggi, per quanto improvvisa e minacciosa, come un modo per rompere i tabù al mero fine di scioccare il pubblico, bensì l’esatto contrario, ovvero mettersi nei panni di chi si sente perso, di chi non riesce a trovare il proprio posto e si ritrova a vagabondare ai margini, di chi viene costantemente respinto dalla società eppure accettato dai propri pari.

Bones and All, afferma il regista, è un film “sugli amori impossibili, sui reietti e sul sogno di trovare un luogo in cui sentirsi a casa”. E prosegue: “È la storia di due giovani che scoprono che, per loro, non esiste un posto da poter chiamare casa, per cui devono reinventarselo. Maren e Lee vanno alla ricerca della loro identità in situazioni estreme, ma le domande che si pongono sono universali: chi sono, cosa voglio? Come posso sfuggire a questo senso di ineluttabilità che mi trascino dietro? Come possono entrare in sintonia con qualcun altro?”

I film profondamente umani di Luca Guadagnino, che sembrano in grado di carpire i più indescrivibili e viscerali sentimenti dell’animo, hanno affrontato svariate tematiche, sebbene, forse, il regista sia amato soprattutto per quel luminoso racconto di un lussureggiante amore estivo qual è Chiamami col tuo nome. Anche Bones and All è una travolgente storia d’amore tra due giovani, ma è ambientata in un mondo agli antipodi rispetto all’altro.

Si tratta del primo lungometraggio di Guadagnino realizzato negli Stati Uniti e rappresenta un tuffo nella più classica tradizione americana dei “viaggi di transizione” on the road. Ma questa è un’America dai tratti quasi mitici in cui due persone senza un futuro definito, e condannate a essere “altro”, inseguono un glorioso sogno di fuga e accettazione.

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credit image by Press Office – photo by Yannis Drakoulidis / Metro Goldwyn Mayer Pictures