Camelia Chanel Gaujacq – È l’influenza di un fiore, il fiore preferito di Mademoiselle Chanel che si rivela un autentico tesoro botanico. È la storia di un territorio, di un luogo unico al mondo che unisce tradizione e innovazione, in cui la natura è la fonte della bellezza. È la storia di un progetto straordinario. Dal 1998, Chanel porta avanti un progetto di portata eccezionale dedicato alla camelia.

Per ispirarsi alla natura non si può improvvisare. Da molti anni, la Maison francese coltiva, osserva e sperimenta nei suoi laboratori a cielo aperto, situati in diverse aree climatiche del mondo. Questi luoghi, vere e proprie culle dei trattamenti Chanel, sono il frutto di una strategia straordinaria dal punto di vista ambientale e territoriale: i terreni sono valorizzati attraverso un approccio agroecologico virtuoso che unisce pratiche di coltivazione tradizionale e innovazione scientifica.

Camelia Chanel Gaujacq: il giardino-conservatorio botanico

È così che nel comune di Gaujacq, nel sud-ovest della Francia, tra le colline verdeggianti del Béarn e le rive dell’Adour, Chanel porta avanti dal 1998 un progetto di portata straordinaria dedicato alla camelia, il fiore iconico di Mademoiselle Chanel. Questo programma è stato avviato in collaborazione con Jean Thoby, esperto internazionale di camelie, che da decenni cura uno straordinario giardino-conservatorio botanico in questo piccolo comune del dipartimento delle Landes.

In questo santuario dedicato alla conservazione delle piante sono ospitate 2.000 varietà di camelia provenienti da tutto il mondo, tra le quali due cespi nati dalle piante madri che sarebbero state ordinate dalla stessa Gabrielle Chanel più di un secolo fa. Da queste sono
nate le coltivazioni Chanel nell’azienda agricola dedicata alle camelie, a qualche chilometro da questo giardino straordinario.

Il “conservatorio” vegetale ospita anche le specie e le varietà orticole più rare su quasi cinque ettari e raccoglie circa 3000 piante, importate negli anni da tutto il mondo dalla famiglia di Jean Toby, che si occupa di botanica da cinque generazioni.

Questa regione del sud-ovest della Francia è perfetta per accogliere e coltivare la camelia, arrivata dall’Asia attraverso la via del tè nel XVII secolo, grazie alle equilibrate temperature invernali ed estive simili a quelle della Cina e del Giappone, paesi da cui proviene.

“Il clima di Gaujacq è noto per le piogge distribuite durante tutto l’anno. I venti sono pressoché assenti, i terreni sono profondi e le sorgenti numerose”, spiega Jean Thoby. “Nel 1998”, ricorda, “abbiamo avviato una collaborazione con la Ricerca Chanel per realizzare degli esperimenti, prelevare piante e creare piantagioni. Provando e riprovando, anche grazie al confronto costante con il laboratorio di fitochimica, nel 2009 siamo arrivati a creare una prima coltivazione di Camellia japonica Alba Plena.”

Senza il progetto di Chanel, questa varietà di camelia bianca, che è coltivata solo a Gaujacq, sarebbe potuta scomparire.

La Camellia japonica Alba Plena

Con la sua fioritura invernale e il fogliame sempreverde, questa camelia è una pianta unica sotto molti aspetti, un autentico tesoro botanico. Esaminando la resistenza della Camellia japonica Alba Plena alle gelate invernali, la Ricerca Chanel ne ha compreso le straordinarie proprietà idratanti e l’ha resa, a partire dal 2009, il principio attivo fondamentale della linea di trattamenti Hydra Beauty.

La fioritura della Camellia japonica comincia ai primi freddi di gennaio e raggiunge il suo apice a marzo. Questo fiore inodore così delicato è una forza della natura: né l’acqua né il freddo compromettono i suoi petali. Non c’è nessun bisogno di forzare il destino: “Qui tutto è naturale, in armonia con la natura. Noi la accompagniamo, senza cercare di controllarla”, spiega Philippe Grandry, Responsabile delle coltivazioni Chanel nell’azienda agricola.

Questo vale anche per la raccolta, eseguita interamente a mano. I fiori di camelia sono raccolti uno ad uno, dopo la scomparsa della
rugiada del mattino, in modo che siano asciutti per un’estrazione ottimale. Poi vengono depositati all’interno di cesti. Dopo la pesatura, i fiori vengono immediatamente congelati per preservare l’integrità delle molecole attive prima di essere inviati in laboratorio.

“Nell’azienda agricola, le 2.700 piante di Camellia japonica Alba Plena vengono coltivate in piena terra secondo pratiche agricole ambiziose e rispettose dell’ambiente, senza l’impiego di sostanze chimiche. Una coltivazione sperimentale agroecologica messa a punto secondo un procedimento di agroforestazione, per preservare e valorizzare le qualità naturali della pianta. Questa coltivazione permanente simbiotica ha come scopo l’arricchimento del suolo, per rinforzare l’ecosistema che esiste tra la pianta, la terra e l’acqua e rafforzare allo stesso tempo la capacità delle piante di resistere alle malattie”, spiega Philippe Grandry.

Questo significa che le piante vivono in un ambiente biologico naturale, in sintonia le une con le altre. Le specie come la Achillea millefolium bianca, la Knautia arvensis e la Trifolium repens sono utilizzate per coprire il terreno, vivere e svilupparsi in sinergia con la Camellia japonica Alba Plena.

L’introduzione di alberi e arbusti specifici rafforza l’equilibrio e la resistenza degli ecosistemi, adombra leggermente le camelie, contribuisce alla biodiversità, rende le piante più resistenti alle malattie e ai predatori e permette agli insetti impollinatori e agli uccelli di trovare riparo. Le radici profonde migliorano la qualità e la fertilità del suolo, forniscono gli elementi nutritivi e ricostituiscono la lettiera forestale.

Un approccio che si è guadagnato la certificazione di “Haute Valeur Environnementale” (HVE – alto valore ambientale) di livello 3 per la coltivazione dei 70 acri e l’etichetta “conversione all’agricoltura biologica”. Insieme, questi due riconoscimenti certificano che le
pratiche agricole utilizzate nell’intera azienda agricola preservano l’ecosistema naturale e riducono al minimo l’impatto sull’ambiente.

Questa strategia porta i suoi frutti sotto più punti di vista: la licena delle paludi, specie protetta ma sempre più rara dai primi anni 2000, è una farfalla piccola e affascinante dalle ali color curcuma, che è ricomparsa in modo importante nei prati che circondano la zona.

Questo progetto illustra alla perfezione gli impegni di Chanel in materia di approvvigionamento vegetale: ispirarsi alla natura, il laboratorio più avanzato che esiste, per creare ingredienti innovativi ed esclusivi, collaborare alla creazione di filiere sostenibili perpetuando le collaborazioni con i produttori, preservare una forma di agricoltura favorevole alla biodiversità, rispettare le conoscenze ecologiche dei diversi protagonisti dei territori locali e le sinergie tra le varie componenti degli ecosistemi. Questo approccio unico si esprime da molti anni attraverso la creazione di filiere esclusive per la produzione delle materie prime: i laboratori a cielo aperto di Chanel.