Dior donna primavera estate 2020 – Sulle passerelle della Paris Fashion Week ha sfilato la collezione prêt-à-porter primavera estate 2020, che si ispira ad alcune immagini della sorella di Christian Dior, Catherine, ritratta in mezzo a piante e fiori, la sua passione.

Catherine Dior è una figura importante nella storia di Dior. Eroina coraggiosa, dotata di grande determinazione e forza d’animo, è lei Miss Dior. Il nome del primo profumo iconico della Maison è un omaggio proprio a lei.

Catherine cura i giardini della famiglia Dior. Una giardiniera nel senso più ampio e complesso del termine, una donna libera e indipendente, che agisce in armonia con il respiro della natura e il ciclo delle stagioni.

In questa nuova collezione motivi, ricami e la lucente materialità della rafia evocano l’immagine di una vegetazione lussureggiante: sorta di erbari che conservano la meravigliosa memoria delle varietà botaniche.

Per Maria Grazia Chiuri creare questa collezione non è un gesto nostalgico che riattiva una memoria decorativa. È partire con delle domande come si parte per un viaggio. È interrogarsi su cosa significhi oggi avere cura delle piante, dei fiori, della natura.

Se oggi viviamo nell’era dell’antropocene che sancisce definitivamente il dominio dell’uomo sul pianeta, possiamo ancora agire per riportare equilibrio in questo rapporto? Da questa domanda sono nate utopie concrete come quella di Monte Verità. Una comunità dalle idee innovative, fondata all’inizio del XX secolo in Svizzera, che non ha smesso di affascinare gli artisti di tutti i campi. L’aura di questo luogo unico, costruito nel cuore della natura, illumina una serie di abiti ricchi di colori, dal giallo al rosso.

Cosciente delle responsabilità e della visibilità del suo ruolo di Direttrice Artistica, Maria Grazia Chiuri desidera creare un “giardino inclusivo” dove coltivare la coesistenza e la differenza e dove rendere ogni
gesto importante.

La scenografia di questa sfilata è stata pensata in collaborazione con il gruppo di architetti Coloco, impegnati nell’arte collettiva di coltivare giardini, come motore di inclusività urbana. Questi artisti paesaggisti immaginano la sfilata come un momento sospeso, in cui temporaneamente sono riunite piante provenienti da luoghi diversi.

Le piante che verranno utilizzate all’ippodromo di Longchamp in occasione dello show continueranno il loro itinerario e approderanno in alcuni progetti permanenti, per rendere immortale questo giardino poliedrico. Più che una scenografia, questo paesaggio effimero annuncia la creazione e il miglioramento di boschi ed aree verdi, ricchi di specie vegetali variegate, a dimostrazioni che tutti possono costruire e preservare il futuro e la bellezza della natura.

La donna giardiniera, immaginata da Maria Grazia Chiuri, osserva il progetto infinito e incompiuto che è quel pezzo di terra piccolo o immenso, che diventa spazio infinito del gesto responsabile, delicato e insieme deciso che è espressione del prendersi cura, del curare, del progettare consapevolmente.

credit image by Press Office – photo by © Morgan O’Donovan, © Inès Manai, ©Adrien Dirand, ©Hannah Reyes Morales