Diuma gioielli sardi artigianaliDiuma (dall’algherese “raccontami”) è il brand di gioielli sardi in argento realizzati a mano. Il marchio nasce nel 2013 ad Alghero ed ogni gioiello nasce dal meticoloso studio delle tradizioni sarde più arcaiche.

Vincenzo Dipierro, fondatore di Dìuma, disegna i gioielli e li fa parlare attraverso l’argento; Ilaria Gorgoni, art director, cura la parte visuale del progetto, conferendo un valore evocativo e simbolico alle immagini e all’immaginario legato ai gioielli. Il risultato del loro lavoro è il connubio fra tradizione orafa classica (fedi sarde, nudeus, gancere e reliquiari), rivisitata in chiave moderna, e racconto di figure folkloristiche, usi e costumi delle comunità del passato.

Diuma gioielli sardi artigianali

Tra le creazioni del brand, gli orecchini Oblio della linea Ex Auctor, realizzati in argento 925 e arricchiti da una doratura in oro giallo 24K, sono indossabili grazie ad una chiusura a perno. La lamina sbalzata tirata a lucido riporta alla funzione degli specchi deformanti, concretizzando così il concetto filosofico e antropologico dell’eterno divenire dell’essere umano. Un progetto ambizioso che attraverso il design vuole parlare di libertà dai dogmi. Un’evoluzione quindi, che porti al centro l’Essere nella sua possibilità di divenire un capolavoro.

Diuma gioielli sardi artigianali

Così come la collana Oblio è composta da una catena a maglia doppia collegata ad un rosone a undici petali in filigrana. La teca centrale custodisce la stampa policroma di una figura femminile in costume Sardo (o tradizionale), visibilmente distorta, incorniciata dal ricamo di una raggiera in filo dorato.

Gioiello unico nel suo genere, caratterizzato dal design asimmetrico per cui si distingue dai tradizionali Rosoni reliquiario sardi. Deformando volutamente la classicità della filigrana sarda, si intende sottolineare il concetto filosofico e antropologico dell’eterno divenire dell’essere umano. E la nostra impossibilità di coincidere esattamente con ciò che eravamo. Un pretesto per cui riflettere sulla tradizione, come una eredità in continua trasformazione.