La sostenibilità non è uno slogan, è una storia. La vita di un abito non inizia nel momento in cui riceve i primi
sguardi sotto i riflettori della passerella; inizia con le fibre, i materiali, i processi, le mani che lo creano, sotto la punta incessante di ago e filo. Sapevate che per produrre un singolo kilo di cotone sono necessari 20.000 litri d’acqua? E che la stessa quantità di canapa, ne richiede solo 500?

La collezione primavera estate 2019 di Etro inizia qui, con il seme della sostenibilità. Si parte dall’inizio: fibre naturali, tinture vegetali e produzione locale, modellano una collezione che guarda alle culture del Sudest Asiatico, dell’Africa e del Giappone. I motivi sono ispirati a quelli dei tessuti Iban del Borneo, ai tessuti Batik dell’Indonesia ed alle stampe cerate colorate dell’Africa occidentale.

Il bambù, pilastro della collezione, è anche raccontato attraverso il suo legame con le arti marziali giapponesi. Qui puoi ritrovare il tuo equilibrio, tra le grandi ombre dei nostri alberi rigogliosi per un’ode olistica al potere di Madre Terra.

Il cuore della collezione è un insieme di materiali fortemente ricercati: mentre compaiono tessuti classici, come morbidi lini, vitelli dai toni burrosi e cotoni organici leggeri come piuma; il centro della scena viene preso
dai tessuti sostenibili. Pantaloni stropicciati a vita alta in tonalità pallide sono realizzati con i gambi fibrosi della pianta di ortica.

La iuta, fibra color polvere che compone le borse di hessian, è filata come un arazzo, come le giacche jacquard in canapa. La rafia, ottenuta dagli alberi di palma e tinta con sfumature vivaci di corallo e oro, è tessuta ad arte su pesanti parka e bomber corti. I materiali sono volutamente non perfetti: marcati da segni ed imperfezioni, rimasti dal processo di tessitura.

Dove possibile, sono stati utilizzati tinte naturali come la barbabietola ed il caffè, per rendere i pigmenti brillanti, che costellano tutta la collezione. Una palette sofisticata che spazia dal rosa tenue, al colore polveroso delle foglie di the, al verde sedano, all’arancio bruciato, al magenta iridescente, fino ad arrivare al blu reale che sfuma verso toni più freddi, dei bianchi pallidi e dei grigi chiari.

Le silhouette morbide si muovono in sintonia con il corpo e sono pensate per invecchiare con dignità. Il tessuto degli abiti è tagliato generosamente: lunghe giacche doppiopetto con revers a punta, ampi pantaloni con pieghe profonde, e cinture integrate su pantaloni ispirati agli stili anni Trenta. I jacquard, infinitamente raffinati, creano un effetto quasi tie-dye su bomber floreali rigidi con intrecci stretti, fatti per resistere all’acqua.

Le cinture stile Obi, prese in prestito dalla tradizione sartoriale giapponese, caratterizzano giacche altrimenti essenziali, mentre le forme dell’iconico paisley psichedelico di Etro, si diffondono su cappotti in twill di seta ispirati agli Haori.

Il motivo bambù, parte integrante di questa collezione, è tessuto in eleganti abiti e stratificato con pannelli ricamati. Le decorazioni sono ammalianti: giacche nere da smoking luccicanti con decorazioni di perline, pantaloni a coste con bordi tinti a mano, lunghe frange in suede applicate a giacche ed eteree camicie patchwork in crêpe di seta, bordate con fili di metallo.

Gli accessori sono pensati in maniera raffinata. Le espadrillas in paglia di Vienna sono intrecciate morbidamente, mentre i mocassini sono stampati con motivi a pelle di serpente e coccodrillo, lasciando, come sempre, gli animali fuori da questo processo produttivo. I dettagli sono realizzati con minuzia fino all’ultimo aspetto: i bottoni sono intagliati con intricati disegni caleidoscopici, le cravatte di cuoio color bronzo, le spille smaltate a forma di uccelli tropicali e gli zaini in tela ricamati.