Fuorisalone 2019 Life in Vogue – In occasione della 58esima edizione del Salone del Mobile, Vogue Italia, per il secondo anno consecutivo, presenta “Life in Vogue”, un’occasione di scambio e confronto tra moda e design.

Otto creativi di rilevanza internazionale sono stati invitati da Emanuele Farneti, Direttore di Vogue Italia, a interpretare con la loro visione gli spazi e gli arredi della redazione. david/nicolas, Massimiliano Locatelli, Pierre Marie, Ana Kraš, Rafael de Cárdenas / Architecture at large, Jonathan Anderson, storagemilano e Studio Proba hanno lavorato al progetto immaginando un luogo in cui prenda forma il legame tra moda e design come espressione della personalità di chi lo abita..

Per l’occasione è stato poi allestito un guardaroba di redazione: il cuore della rivista, il luogo in cui avviene la magia e tutti i vestiti e gli accessori delle stagioni si uniscono per diventare i protagonisti delle foto che creano le pagine del giornale.

Quest’anno è stato immaginato un guardaroba a 360° per mostrare il momento in cui la modella di copertina arriva per prepararsi e provare i look legati all’atmosfera della cover story: le scarpe sono divise per colore, le reference appese al muro e i capi pronti per essere indossati.

Nemo Lighting ha offerto ai designer la possibilità di scegliere lampade e complementi dal suo catalogo, che comprende la linea di design contemporaneo e la collezione Masters, una selezione unica di lampade iconiche, progettate da grandi tra cui Le Corbusier, Vico Magistretti e Franco Albini. Nemo ha in questo modo curato l’illuminazione delle stanze dell’installazione, oltre che degli uffici e del cortile di Condé Nast.

Il materiale e gli elementi di arredo Alcantara hanno valorizzato ulteriormente alcune delle stanze reinterpretate dagli architetti. In particolare per la stanza del Direttore, progettata dal duo david/nicolas, i designer hanno realizzato un plaid in Alcantara che è stato presentato su una delle sedute e all’interno dell’area relax, pensata da storagemilano, e su un day bed in acciaio rifinito su cui l’unico elemento di appoggio morbido è un cuscino realizzato in Alcantara.

Jonathan Anderson ha commentato: “Per Life in Vogue, ho cercato un modo di reinterpretare i codici presenti nelle mie collezioni per JW Anderson, mescolando elementi presi dallo stile classico inglese con tocchi di modernità e arte. Il punto focale della stanza è un armadio aumbry Enrico VII del XVI secolo, storicamente utilizzato dalle famiglie facoltose per distribuire gli avanzi di cibo ai poveri e ai bisognosi, posto tra due grandi finestre. Un’opera in seta e in ferro forgiato a mano, realizzata nel 2018 dall’artista Anne Low ed intitolata Dead Blood, si posiziona in un angolo della stanza, racchiusa da pareti dipinte di una tonalità di giallo che spesso veniva utilizzata nelle residenze signorili inglesi. L’accostamento tra passato e modernità può essere considerato la mia firma stilistica, e anche in questa interpretazione di un ufficio tipo del 2019 sono partito dalla destrutturazione dei codici della residenza signorile, eliminando il frastuono dato dall’elevata quantità di opere d’arte, mobili e oggetti che popolava questo tipo di ambienti. Al centro della stanza, sopra ad un morbido tappeto color crema, si colloca una scrivania di quercia, semplice ma elegante, con elementi in legno a vista in contrasto con l’effetto perlescente della verniciatura a polvere. La sua altezza e la sua posizione sfidano i codici tipici dell’ufficio, stravolti anche dalla presenza di un ritratto olio su tavola di un gentiluomo con in mano un volume di Petrarca (c 1530).”

David Raffoul e Nicolas Moussallem hanno raccontato: “Quando ci siamo avvicinati a questo particolare spazio, abbiamo voluto provare e cogliere lo spirito dello stile di vita aziendale italiano, semplice ed elegante, ma allo stesso tempo sofisticato nella sua storia. Sebbene venga etichettato come un luogo di lavoro dove spesso i compiti della società moderna possono essere molto impegnativi, abbiamo optato per colori caldi e colori della terra, come anche per un utilizzo specifico di materiali per riflettere il comfort e la serenità di casa. I pannelli installati dietro la scrivania aggiungono maggiore profondità e coerenza al contesto e consentono all’utilizzatore di variare costantemente la disposizione dello spazio alle sue spalle grazie alla sua scaffalatura modulare. I pezzi selezionati sono stati scelti e progettati nell’ottica di valorizzare l’esperienza lavorativa dell’individuo che li utilizza. La scrivania è composta da elementi monolitici per soddisfare la necessità di riporre oggetti, ma allo stesso tempo conserva una certa trasparenza in modo da non distaccarli troppo dal resto dell’ambiente.”

Così invece il concept di Rafael de Cárdenas: “Nel 2039, ad una selezione d’elite di individui è stata concessa permanenza riservata con un fossile alieno proveniente dall’oggetto più lontano mai esplorato, Ultima Thule. All’arrivo, 20 anni fa, l’armadio monolitico si aprì per rivelare un ritmo di note udibili e motivi di luce semiotici. Nonostante l’avvicinamento per completare la traduzione, il messaggio proiettato viene interpretato come speculazioni fantastiche. Più capiamo, meno appare la nostra fisicità. Questo paradosso inebriante è la fonte esclusiva di ispirazione per l’eredità umana mentre sfuma verso l’insignificanza. In questo ufficio, invitiamo alla cautela quando sperimentiamo il vostro futuro.”

credit image by Press Office – photo by ©Delfino Sisto Legnani