Gin Mare Anversa 50 Best Restaurant 2021 – Perché scegliamo di andare in un certo ristorante o un locale, invece di un altro? Il buon cibo, ovviamente, un’ottima selezione di vini e un barman capace se non brillante. Ma la qualità dei prodotti e la maestria nel lavorarli non bastano. Un ospite – guai a chiamarli clienti – vuole essere coccolato, ricevere sorrisi e un servizio attento, vuole trovare un’atmosfera allegra. Un ospite ha bisogno di sentirsi accolto ed ascoltato.

L’arte dell’ospitalità è fatta di tutto ciò e di tanti altri piccoli particolari e attenzioni. Gin Mare se ne è fatto ambasciatore per il World’s 50 Best Restaurants 2021 nel quale ha assegnato un premio speciale dedicato proprio all’arte dell’ospitalità: il Gin Mare Art of Hospitality Award.

Come molte altre celebrazioni ed eventi, anche The World’s 50 Best Restaurants ha dovuto saltare un anno. Detto ciò, si potrebbe pensare il 2020 abbia portato ad uno stop forzato di tutto il settore dell’ospitalità, ma dietro le insegne “chiuso” nessuno si è adagiato sugli allori. Molti hanno riflettuto sul proprio lavoro e quale fosse il modo migliore per cambiare affrontando argomenti come l’Autenticità, la Sostenibilità e la Responsabilità che ruotano intorno a temi quanto mai complessi ed assolutamente attuali. Vuol dire parlare di appropriazione culturale, di cucina plant based o plant forward, ma anche dello stigma che la salute mentale continua ad avere nel mondo dell’ospitalità.

Il 2020 è stato anche l’anno in cui molti si sono impegnati per sostenere i più vulnerabili ma anche lo stesso settore dell’ospitalità. 50 Best in particolare, ha evitato di pubblicare la propria lista per concentrarsi sulla raccolta fondi attraverso il programma 50 Best for Recovery. Il risultato è stato: 1.29 milioni di dollari raccolti, sovvenzioni per più di 200 ristoranti e bar, e donazioni a 10 organizzazioni non-profit nel mondo del food e dei drink.

Ora si tirano le somme e nel 2021 The World’s 50 Best Restaurants si è ritrovato ad Anversa per parlare di un’ospitalità ritrovata e di ciò che verrà, il tutto condito da incontri, discussioni, buon cibo e ovviamente, buon bere.

Come vi abbiamo già anticipato, per l’occasione Gin Mare ha premiato l’ospitalità autentica, un valore che è insito nel suo DNA con una definizione che racconta al meglio la loro idea di ospitalità: Homespitality. È questa la parola d’ordine di Gin Mare, vera essenza di convivialità e condivisione, sinonimo di un’accoglienza brillante e anticonvenzionale, ascolto accurato dei bisogni e l’importanza di vivere un’esperienza gastronomica di alta qualità, insolita e gioviale.

Noi abbiamo provato l’Homespitality di Gin Mare a partire dagli alloggi, con le camere uniche del boutique hotel De Gulde Schoen, dei mini appartamenti più che delle semplici camere, che sono capaci di stupirti ma soprattutto, di farti sentire a casa. Abbiamo apprezzato i drink preparati da Francesco Angotti – Brand Activation Manager di Gin Mare – con ingredienti forse insoliti ma brillanti, come i funghi porcini o l’alga Wakame. Ma la punta di diamante è stata l’esperienza culinaria.

Più volte in questi tre giorni di convivialità ci siamo sentiti dire che il lavoro di uno chef è quello di rendere felici i propri ospiti ed ognuno lo fa a modo suo. Il team di Geranium – secondo ristorante al mondo, situato a Copenhagen – ci ha raccontato come per loro creare ricordi indimenticabili sia imprescindibile così come la costruzione di un menù che sia capace di innovare ma anche di mantenere alcuni dei propri signature dishes, per accontentare i foodies più curiosi ma anche l’ospite che torna per sempre per un singolo piatto che gli fa battere il cuore.

Per lo chef Erik Vildgaard Jordnaer – co-owner del due stelle Michelin Jordnær – e Tina Kragh Vildgaard sua moglie e braccio destro in sala, rendere felici i propri ospiti vuol dire anche viziarli. Ce lo hanno dimostrato a cena, con una degustazioni di 14 piatti, in cui 6 di essi si basavano sul caviale. Un percorso culinario dai sapori intensi e un servizio allegro, frizzante e sempre molto attento.

Il Ristorante Jerome guidato dallo chef Filip De Pauw, e Rafael Zafra chef del ristorante Estimar di Barcellona, ci hanno ospitato facendoci assaggiare i piatti della propria terra. Abbiamo conosciuto i sapori genuini dei prodotti stagionali cresciuti nell’orto di Jerome e il mare spagnolo di Rafael Zafra, come i Percebes, crostacei tipici del nord della Spagna molto difficili da pescare perché vivono lì dove si infrangono le grandi onde dell’oceano.

Ma il vincitore scelto da Gin Mare per la categoria Art of Hospitality di The World’s 50 Best Restaurants è stato il ristorante Steirereck, guidato dallo chef austriaco Heinz Reitbauer. La sua è una cucina d’avanguardia in un ambiente futuristico, a conduzione familiare. Il menù attinge dalla regione rurale della Stiria austriaca, con i suoi prodotti semplici ed eleganti.

Ma perché Steirereck? Pochi chef si sono dedicati alla ricerca dettagliata dell’interconnessione tra agricoltura e gusto, ottenendo piatti meticolosamente e amorevolmente sviluppati come le costolette di carpa con ciliegie macinate, o il vitello di Pogusch cotto alla brace e servito con cavolo brasato e carciofi. (Erbe e verdure vengono persino coltivate sul tetto dell’edificio del ristorante, accanto ai suoi alveari).

Durante tutto il pasto, Birgit Reitbauer è un host competente e onnipresente che supervisiona ogni dettaglio in un servizio impeccabile. Non c’è prodotto nel piatto o nel bicchiere che lei o il suo team non possano spiegare in dettaglio se necessario. Una piccola scheda accompagna ogni piatto con informazioni sugli ingredienti e le loro caratteristiche uniche che i commensali possono sfogliare come desiderano. E la carta dei vini è una manna dal cielo per curiosi e intenditori.

La precisione, il rispetto e la cura del dettaglio per gli ingredienti locali è la stessa di Gin Mare, così come l’attenzione per il cliente che li rende unici e inimitabili.

Così, in questa esperienza culinaria incontro di persone e culture, il gin mediterraneo è riuscito a creare connessioni viscerali con persone e luoghi grazie al suo concetto di lifestyle mediterraneo e Homespitality.

L’ospitalità è tornata e non vediamo l’ora di godercela in Italia o nel mondo con qualche suggerimento dalla lista dei 50 Best, ovviamente.