Green Book film 2019 – Esce oggi nelle sale cinematografiche italiane Green Book, il nuovo film di Peter Farrelly, una travolgente commedia pluripremiata ai Golden Globe e candidata a cinque premi Oscar con protagonisti Viggo Mortensen e Mahershala Ali.

Nel 1962, dopo la chiusura di uno dei migliori club di New York in cui lavorava, il buttafuori italoamericano Tony Lip deve a tutti i costi trovare un lavoro per mantenere la sua famiglia. Accetta di lavorare per il pianista afroamericano Don Shirley e decide si seguirlo in tour nel sud degli Stati Uniti. Nonostante le differenze e gli iniziali contrasti, tra i due si instaurerà una forte amicizia.

GREEN BOOK FILM: LA STORIA


Nick Vallelonga, il figlio maggiore di Tony Lip, è cresciuto ascoltando la storia del viaggio di suo padre con Don Shirley. “Questa era una storia che avevo ascoltato per tutta la mia vita, da quando ero un ragazzino”, dice Vallelonga, attore, sceneggiatore, produttore e regista.

Tony era cresciuto nel Bronx e aveva iniziato a lavorare nel locale notturno “Copacabana” – dove ha lavorato per 12 anni – cosa che gli aveva permesso di conoscere diverse celebrità, tra cui Frank Sinatra, Tony Bennett e Bobby Darin. Sebbene avesse smesso di frequentare la scuola molto presto, era loquace e carismatico e si era guadagnato il soprannome “Lip” per la sua capacità di riuscire a persuadere chiunque a fare qualsiasi cosa.

“Potrei fare 50 film su mio padre”, dice Vallelonga. “Era uno di quei personaggi esagerati, alla Damon Runyon. Quando entrava in una stanza, si notava che era lì”. Questo ha avuto un grande impatto su suo figlio – così come l’amicizia di Tony con Dr. Shirley e la storia di come si sono incontrati.

“Fin da piccolo volevo fare il regista e raccontare delle storie, e questa è stata una delle grandi storie che mio padre mi ha raccontato”, dice Vallelonga. “Faceva parte della tradizione della famiglia, ma sapevo anche che era una storia importante su due persone molto diverse che sono arrivate a cambiare le loro vite e il modo in cui guardavano le altre persone. È una storia edificante, tanto importante e potente oggi come allora”.

A Tony, quel viaggio con Shirley nel 1962 aveva aperto gli occhi per la prima volta sulla piaga degli afroamericani nel sud, e sull’enormità di umiliazioni – e pericoli davvero reali – che riversavano sui neri con le leggi razziali e i privilegi dei bianchi. Le leggi di Jim Crow mettevano limiti su dove i neri potessero mangiare, dormire, sedersi, fare acquisti e camminare.

Hanno determinato persino quali fontanelle e bagni potessero usare gli afroamericani. In effetti, hanno circoscritto quasi ogni aspetto della loro vita quotidiana. Alcune città del sud hanno persino istituito delle leggi sul coprifuoco, che hanno reso illegale per i neri lo stare fuori dopo il tramonto. L’arresto era la cosa meno terribile che potesse accadere loro se fossero stati catturati.

“Quello che mio padre ha vissuto con Dr. Shirley in quel viaggio ha cambiato il modo in cui guardava il mondo, perché ha visto cose che non si era reso conto che stessero accadendo, cose che non aveva mai visto prima”, dice Vallelonga. “In definitiva, penso che la stessa cosa valesse anche per Dr. Shirley”.

In effetti, Shirley aveva vissuto una vita molto diversa dalla maggior parte degli altri afroamericani, sia geograficamente sia culturalmente. Aveva studiato musica classica all’estero e, negli Stati Uniti, si era esibito principalmente nel nordest. Quando Tony lo incontrò, Shirley viveva in un lussuoso appartamento sopra la Carnegie Hall.

Vallelonga ha sempre sperato di poter girare un giorno un film su questo capitolo cruciale della vita di suo padre, così negli ultimi anni della vita di Tony e di Dr. Shirley, Vallelonga registrò ore di audio e videotape con suo padre che raccontava la storia. Andò anche da Shirley, che aveva conosciuto come amico di famiglia, e passò ore a intervistarlo.

Se da un lato Vallelonga vede Green Book come una testimonianza del carattere e dell’eredità di suo padre, dall’altro è particolarmente orgoglioso che il film possa mettere in mostra anche il talento musicale di Donald Walbridge Shirley, virtuoso pianista, compositore, arrangiatore e artista.

Dr. Shirley era un uomo profondamente riservato. La maggior parte delle informazioni su di lui si trovano solo nelle note di copertina dei suoi album, che scrisse lui stesso, o nelle storie che raccontava di sé alle altre persone, inclusi i Vallelonga.

I dettagli sulla sua storia possono a volte essere contraddittori. Ma secondo la tradizione che lo circonda, Shirley è entrato al Conservatorio di Leningrado all’età di 9 anni, ha fatto il suo concerto di debutto con l’orchestra dei Boston Pops a 18 anni, e avrebbe poi preso diverse lauree e imparato molte lingue.

Nel 2013, dopo oltre 50 anni di amicizia, Tony Vallelonga e Don Shirley morirono quasi a tre mesi di distanza l’uno dall’altro – Tony morì il 4 gennaio 2013 all’età di 82 anni e Shirley morì il 6 aprile 2013 all’età di 86 anni. Dopo un periodo di lutto, Vallelonga tornò alla loro storia e iniziò a pensare: questo è il momento di scriverla.

GREEN BOOK FILM: SPECIALE COSTUMI DI SCENA


La costumista Betsy Heimann, che ha più di 50 film e serie televisive al suo attivo, aveva sentito parlare di Green Book e aveva contattato Farrelly, proponendogli di lavorare con lui. Farrelly era deliziato.

Heimann ha lavorato a stretto contatto con il Direttore della Fotografia Sean Porter, con lo scenografo Tim Galvin e il dipartimento artistico, sviluppando un guardaroba che cambia nel corso del viaggio di Tony e Dr. Shirley.

“Abbiamo deciso che all’inizio è più allegro e man mano che ci avviciniamo di più all’inverno, diventa più cupo e monocromatico”, afferma Heimann. “Ogni luogo, ogni set, era un mondo che stavamo cercando di ricreare”.

Quando il film inizia, il primo di questi mondi è il Copacabana, che è pieno di colore nero, crema e oro. Il quartiere del Bronx dove vivono Tony e la sua famiglia era un altro mondo: luminoso e pieno di movimento.

“Era un look completamente diverso”, dice Heimann. “Polo a tre bottoni con strisce sul davanti, gente della classe operaia. Poi si passa da questo look molto reale a un mondo in cui le persone ballano in abiti rosa e colori tenui pastello”.

Mentre Tony e Dr. Shirley viaggiano verso sud, la tavolozza si trasforma in toni gialli e verdi come toni dominanti. Heimann ha anche lavorato a stretto contatto con Mortensen e Ali per sviluppare il look e il guardaroba dei loro personaggi, esaminando le fotografie e le copertine degli album, e parlando con loro di come vedevano il proprio personaggio.

Vallelonga diede a Heimann e Mortensen tutte le sue fotografie di famiglia, che furono inestimabili per catturare il look di Tony e Dolores.

Vestire Ali nel ruolo dell’elegante e benestante Shirley, che aveva costumi diversi in quasi ogni scena, è stata un’impresa grandiosa. “La prima cosa che ho fatto è stato cercare Don Shirley su iTunes per ascoltare la sua musica”, dice. “Ho scaricato tutte le copertine degli album e ho visto che era un ragazzo alla moda che indossava smoking, cappotti lunghi e casacche. Dr. Shirley era sempre molto composto, anche in abbigliamento casual. Ho trovato la sua foto con una tunica africana, per questo siamo stati in grado di ricrearla per una scena. Mahershala ed io siamo andati a pranzo insieme e abbiamo parlato molto e condiviso le ricerche che entrambi avevamo fatto. Lui era emozionato e mi sono emozionata anche io, è stato un bellissimo momento con lui”.

GREEN BOOK FILM: IL NEGRO MOTORIST GREEN BOOK


Green Book prende il titolo da The Negro Motorist Green Book, una guida turistica che è stata pubblicata annualmente dal 1936 al 1966, che elencava le strutture, come locande, hotel e ristoranti, che ammettevano e servivano clienti di colore. Il Green Book, come veniva chiamato, fu creato e pubblicato da un postino afroamericano di New York, Victor Hugo Green, e divenne uno strumento di sopravvivenza indispensabile per gli afroamericani che viaggiano in auto.

Originariamente copriva solo la zona di New York, ma si espanse gradualmente fino a coprire la maggior parte del Nord America, dei Caraibi e delle Bermuda. Negli Stati Uniti, divenne molto prezioso nel sud, dove le leggi sulla segregazione razziale di Jim Crow variavano da contea a contea e da stato a stato, e le regole non ufficiali nelle “città del coprifuoco” proibivano ai neri americani di stare fuori casa dopo il tramonto.

Il Green Book, che veniva venduto nelle stazioni di servizio e spedito tramite abbonamenti, ha consentito ai viaggiatori neri di pianificare i loro viaggi su strada, senza incombere in molestie, arresti o violenze. Dopo che il presidente Lyndon B. Johnson firmò il Civil Rights Act nel 1964 e le leggi di Jim Crow divennero illegali, il Green Book non fu più necessario e lentamente svanì nella storia. Victor Hugo Green morì nel 1960 e non visse fino alla fine della segregazione. La sua vedova, Alma, continuò a pubblicare il Green Book fino al 1966.

I temi che Green Book affronta così in profondità – dalla razza ai pregiudizi, alla sessualità, agli stereotipi – sono molto attuali ancora oggi. Questo è un film sul rapporto tra un uomo nero e un uomo bianco prima del Civil Rights Act, e sullo sfondo ci sono delle ovvie tensioni socio-economiche e razziali. Green Book è un film che costringe il pubblico a confrontarsi con i propri preconcetti e pregiudizi. Ci sono cose in Green Book che vi faranno incazzare sul modo in cui l’uomo tratta i suoi simili. Ma c’è una redenzione qui: due uomini che creano un rapporto, nonostante le loro differenze.

Una storia raccontata con un’eleganza leggera, un capolavoro sull’essere umani, sui rapporti umani, sul modo in cui esistiamo. È un film sulla bontà, la vera bontà.

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