Rebis, il ristorante dove la materia diventa racconto

Nel centro storico di Desenzano del Garda, tra gli affreschi del Palazzo Garibaldi, prende vita Rebis: il primo ristorante dello chef stellato Giovanni Di Giorgio. Un progetto che fonde gusto, arte e design grazie alla visione di Henge, curatore degli interni. Materia, luce e memoria si incontrano in ogni ambiente: dalla cucina a vista alla suite privata. Ogni dettaglio è pensato per offrire un’esperienza sensoriale che va oltre la ristorazione, fino a diventare racconto.

Rebis: tra cucina d’autore e interior design di carattere

C’è un luogo, nel centro storico di Desenzano del Garda, dove la storia si intreccia con la materia e la luce racconta molto più di ciò che illumina. Si chiama Rebis ed è il primo ristorante firmato dallo chef stellato Giovanni Di Giorgio, realizzato insieme ad Alice Nicoletti all’interno di Palazzo Garibaldi, edificio monumentale del XVI secolo. A rendere questo spazio ancora più unico, la firma progettuale di Henge, che ha curato l’interior design con l’architetto Isabella Genovese.

Un progetto che non ha soltanto interpretato lo spazio: lo ha scolpito con cura, rispetto e visione.

Un ingresso che invita al racconto

L’esperienza da Rebis comincia appena si varca la soglia. La Hall si apre su Ozone, monolite in pietra naturale che, con la sua presenza imponente ma discreta, introduce il concetto di trasformazione. La materia qui è viva, sospesa in un equilibrio tra funzionalità e suggestione. A sovrastarlo, Skyfall — installazione luminosa che scende come una pioggia di vetro acidato e gocce di ottone brunito — accompagna lo sguardo e prepara l’ospite al percorso sensoriale che lo attende.

Le pareti sono rivestite con Linejust in rovere, soluzione su misura che nasconde anche il guardaroba, senza interrompere la coerenza visiva dello spazio. Un equilibrio calibrato tra artigianalità e architettura.

La sala principale: convivialità scolpita nella materia

Superato l’ingresso, si accede alla sala centrale, fulcro del progetto. I tavoli Shift, realizzati su disegno Henge, si distinguono per la loro forza plastica. Scultorei, ma mai invadenti, introducono una grammatica del design fatta di equilibrio e ritmo. Accanto a loro, le sedute alternano le Hexagon, con curve avvolgenti e dettagli in ottone brunito, e le Jill, più snelle, leggere, ma egualmente sofisticate.

Il gioco tra materia e luce è amplificato dalle lampade Pipe, sospese in corrispondenza dell’affresco centrale. Il lighting design, studiato con criteri museali, valorizza texture, materiali e affreschi con precisione calibrata.

La cucina diventa spettacolo

Elemento distintivo del ristorante è l’ampia cucina a vista, interamente open space. Qui la gastronomia si fa teatro: la brigata lavora sotto gli occhi degli ospiti, in un continuo flusso di movimenti, suoni e aromi. Una sinfonia di gesti che raccontano la trasformazione della materia, tra tecnica e immaginazione.

Particolare attenzione è riservata al Kitchen Table, con quattro posti riservati a chi desidera vivere un’interazione diretta con lo chef. Una dimensione immersiva, pensata per chi ama conoscere ciò che assapora.

Una sala privata tra geometria e poesia

Per momenti più intimi, la Sala Privata ospita il tavolo Ted, lungo 3,40 metri, espressione di essenzialità e struttura. Le sue linee decise si accompagnano a una gamba asimmetrica che introduce tensione visiva e ritmo formale. La pietra e il metallo si incontrano in un dialogo materico di grande fascino.

Sopra, la lampada Starlight, in platino brunito, disegna una ramificazione di luce che unisce rigore e leggerezza poetica. La libreria Unicode, con la sua struttura verticale in metallo e pietra, aggiunge profondità allo spazio. Accanto, una zona lettura completata dalla poltrona Radical e dal tavolino Poke, interpreta la convivialità con tono rilassato ma deciso.

Design rispettoso del contesto

La realizzazione del progetto ha seguito un principio chiaro: non snaturare il patrimonio storico. Alice Nicoletti, project manager esperta in beni vincolati, ha guidato l’intervento mantenendo l’impianto murario originario e lavorando con la logica del “volume nel volume”. La palette scelta — carta da zucchero, blu profondo, oro antico — si riflette in ogni scelta materica.

Ogni superficie racconta qualcosa. Ogni dettaglio è un gesto consapevole. Il lighting, regolabile per ciascun tavolo, permette a ogni ospite di scegliere la propria atmosfera.

Con 26 coperti e un’area operativa completamente visibile, Rebis ridefinisce l’esperienza gastronomica come incontro tra arte, design, luce e gusto. Un esempio è il piatto dedicato ad Alda Merini, omaggio alla poetessa che fonde scrittura e sapore, evocazione e intimità. Un dettaglio che sottolinea il carattere culturale di questo progetto, dove anche la cucina diventa linguaggio poetico.

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credit image by Press Office – photo by Henge

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Matilda Brera è specializzata nel settore del design e del lifestyle, con una passione innata per l'arte e l'innovazione. Fin da giovane ha dimostrato un interesse vivido per l'estetica e la creatività, che ha coltivato attraverso gli studi e l'esperienza pratica. Matilda è anche un'appassionata sostenitrice dell'ecosostenibilità nel design, promuovendo progetti e idee che integrano l'estetica con la responsabilità ambientale.

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