Hotel Centro Soggiorno San Servolo – Inaugurato durante la Biennale di Architettura 2021, l’hotel all’isola di San Servolo si affaccia sulla laguna veneta tra Sant’Elena e il Lido. Se da una parte il budget contenuto non ha consentito la revisione e l’aggiornamento degli aspetti impiantistici dell’edificio, lavorare in un clima di risorse limitate ha spinto il team progettuale alla ricerca di soluzioni narrative in cui il filo conduttore fosse l’essenza cromatica del luogo, l’annullamento del confine tra esterno e interno con l’area verde del parco – uno dei più grandi di Venezia caratterizzato da alberi antichi – protagonista.

L’edificio ristrutturato è uno spazio collettivo che accoglie la funzione dell’ospitalità declinata nelle azioni di studio, lavoro e incontro. Azzurro e blu sono i toni dominanti che trasformano le pareti dei vani scala e degli spazi comuni dell’Hotel Centro Soggiorno San Servolo in momenti di conciliazione delle memorie stratificate nell’edificio: muri di un monastero in un tempo lontanissimo prima del 1000, poi di un convento benedettino fino alla metà del 1700 e di un ospedale militare fino alla fine dello stesso secolo.

Alla cura dell’anima e del corpo si sostituirono il tormento e la sofferenza dello spirito che abitarono l’edificio, sede del manicomio del Veneto, della Dalmazia e del Tirolo, per i 180 anni successivi, fino alla fine degli anni Settanta del secolo scorso. Oggi di nuovo la quiete, scandita dai colori dell’isola, luogo ideale per indugiare alla contemplazione dell’orizzonte libero e di quello urbano, il tempo lento del mare e il tempo veloce del consumo di tutto, cultura e studio, turismo e commercio della città di Venezia.

Il progetto, firmato da Alfonso Femia/AF*DESIGN, ha messo in campo minimi interventi, gesti architettonici misurati e rispettosi che, pur assecondando la peculiarità degli spazi, hanno completamente trasformato la struttura ricettiva: 18 camere caratterizzate dagli arredi di Staygreen in cellulosa strutturata, con pavimenti vinilici Liuni ad alta prestazione e spessore minimo per ridurre i cambi di livello delle superfici.

Negli ambienti dell’hotel si susseguono occasioni di pausa e di riflessione restituite nelle texture dei rivestimenti e nel magistrale intervento di Studio Tapiro che ha costruito un impianto grafico evocativo dell’ecosistema subacqueo lagunare. Un rimbalzo di immaginari personali e collettivi che non si esaurisce nella bidimensionalità dei muri, ma prosegue attraverso la segnaletica interna, traccia delicata di percorsi senza confini, guidato dalla geometria zoomorfa di creature ittiche, piccoli abitanti del mare che indicano i brevi viaggi all’interno dell’hotel fino a realizzare la propria potenza creativa nello spazio della hall, raccordo, partenza e approdo insieme.

Spesso si qualificano gli hotel con gli aggettivi “esclusivo” e “raffinato”: nell’albergo di San Servolo l’esclusività è riservata alle menti capaci di sperimentare e trarre piacere dall’osservazione, non solo del luogo e della sua memoria, ma anche della straordinaria eco della laguna e del Mediterraneo trasferita sulle pareti delle stanze, attraverso le interpretazioni fotografiche di Salvatore Greco, Mario Ferrara, Luc Boegly e Stefano Anzini, stampate a pieno campo sulle pareti testa letto. Setti arretrati sostengono la superficie orizzontale dei letti, creando un suggestivo effetto sospeso.

La luce attraversa le geometrie, si infrange nei segreti custoditi da ogni angolo, passaggio, porta o quinta visiva. E quando si estingue quella naturale, giocosi elementi a sospensione, lampade colorate sagomate come piccoli frutti pendenti – Ciuli Fruli di Martinelli Luce – prendono il testimone dal giorno per condurre l’ospite, con discrezione, nella dimensione ridotta e serena della notte.

Centrale nell’organizzazione progettuale l’eco-compatibilità di materiali e prodotti, a partire dalla scelta di fornitori locali, di area veneta e di prossimità. Un’attenzione particolare merita lo studio elaborato dall’azienda Staygreen per mettere a punto elementi d’arredo realmente coerenti, per materiali e processi di lavorazione, al concetto di sostenibilità ambientale. Le sedute sono realizzate in cellulosa strutturata (KS56) composta da percentuali miste di fibra di legno, carta riciclata e colle naturali ricavate dall’amido dei piselli, rifinita esternamente in “Solid Green”, tecnica brevettata da Staygreen per la realizzazione di un prodotto completamente ecologico.

credit image by Press Office – photo by ©Stefano Anzini