Italo Calvino nelle città: il viaggio tra le città visibili e invisibili dello scrittore
“Italo Calvino nelle città”, diretto da Davide Ferrario e scritto in collaborazione con Marco Belpoliti, è un film-documentario che celebra il centenario della nascita di Italo Calvino. Attraverso un racconto che oscilla tra le città reali in cui lo scrittore ha vissuto e quelle immaginate nel celebre libro Le città invisibili, il film traccia un ritratto evocativo e personale di uno degli scrittori più importanti del XX secolo. Con un cast che include Valerio Mastandrea, Alessio Vassallo e Filippo Scotti, il film porta lo spettatore a scoprire le tappe fondamentali della vita di Calvino e il suo straordinario immaginario letterario.
Italo Calvino nelle città: il trailer ufficiale
In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino, Davide Ferrario e Marco Belpoliti ci regalano un’opera raffinata e complessa con il loro film-documentario Italo Calvino nelle città. Questo progetto non si limita a raccontare la vita dello scrittore, ma riesce a trasportare lo spettatore nel mondo di Calvino, tra le città concrete che lo hanno formato e quelle immaginarie che hanno popolato il suo universo narrativo.
Il film si sviluppa attorno a un doppio asse narrativo: da una parte le città “visibili”, ovvero i luoghi in cui Calvino ha vissuto e lavorato, dall’altra le città “invisibili”, quelle città immaginate e raccontate nel celebre romanzo Le città invisibili del 1972. Queste due dimensioni si alternano e si intrecciano in modo dialettico, creando un affascinante senso di equilibrio tra realtà e immaginazione, proprio come nei racconti calviniani.
Il racconto delle città “visibili” è affidato a tre attori che interpretano Calvino in diversi momenti della sua vita: Filippo Scotti nei panni del giovane Calvino, Alessio Vassallo in quelli dell’uomo maturo, e Valerio Mastandrea che lo rappresenta nelle sue fasi più avanzate. Ogni attore offre un ritratto intimo e personale dello scrittore, portando in scena le emozioni, i pensieri e le sfide che Calvino ha affrontato in momenti cruciali della sua esistenza.
Il film inizia a Sanremo, la città natale di Calvino, con un giovane Filippo Scotti che si muove tra i ricordi della sua infanzia e adolescenza. Qui, la regia di Ferrario utilizza filmati d’epoca e fotografie per evocare l’atmosfera del periodo fascista, accennando ai temi della Resistenza che segneranno le prime opere dello scrittore, come Il sentiero dei nidi di ragno.
Si passa poi a Torino, dove Alessio Vassallo incarna Calvino durante gli anni della sua formazione intellettuale e professionale. Questa è la città dell’Einaudi, della Fiat, ma anche quella dove lo scrittore si laurea e lavora come redattore. La Torino di Calvino è rappresentata come un crocevia culturale, dove si intrecciano gli incontri e le collaborazioni che influenzeranno profondamente il suo pensiero.
Un altro capitolo significativo del film è dedicato a New York, una città che lo scrittore sentì profondamente sua, pur avendoci vissuto solo per sei mesi. Qui, con un uso sapiente del found footage e delle lettere scritte da Calvino durante il suo soggiorno, il documentario cattura lo spirito di una città che rappresenta per lui un modello di modernità e innovazione.
La narrazione prosegue poi con Roma e Parigi, due città che hanno segnato rispettivamente la maturità personale e artistica di Calvino. A Roma, Valerio Mastandrea interpreta un Calvino ormai affermato, marito e padre, che si immerge nella vita letteraria e sociale della capitale italiana. Parigi, invece, rappresenta il punto di svolta intellettuale, il luogo dove lo scrittore entra in contatto con le menti brillanti di Lévi-Strauss, Roland Barthes e il gruppo Oulipo, consolidando il suo approccio strutturalista alla scrittura.
Ma Italo Calvino nelle città non si ferma solo alle città reali. La parte più onirica e visionaria del documentario è affidata a Violante Placido, che si muove attraverso scenari astratti e simbolici, rappresentando le “città invisibili”. Queste sequenze, girate in luoghi come fabbriche abbandonate, ville fatiscenti e teatri dismessi, utilizzano un linguaggio più cinematografico e meno documentaristico, trasmettendo l’essenza delle città immaginate da Calvino, sospese tra sogno e realtà.
Uno degli aspetti più riusciti del film è la capacità di alternare queste due dimensioni – visibile e invisibile – mantenendo sempre un equilibrio narrativo che rispecchia l’anima stessa della letteratura calviniana, dove il confine tra realtà e immaginazione è spesso labile. La regia di Ferrario riesce a restituire la complessità dell’opera di Calvino senza mai cadere nella pedanteria accademica, ma anzi, coinvolgendo lo spettatore in un viaggio emozionante e visivamente stimolante.
L’uso del materiale d’archivio e delle interviste si mescola con momenti più teatrali e visivi, in cui la narrazione si affida completamente alle immagini e alla potenza evocativa dei luoghi. In definitiva, Italo Calvino nelle città è un omaggio raffinato e sentito a uno dei più grandi scrittori del Novecento, capace di esplorare il suo mondo interiore attraverso il tema delle città, che lo ha accompagnato lungo tutta la sua carriera. Un film che saprà incantare non solo i lettori di Calvino, ma anche chi si avvicina per la prima volta alla sua opera, offrendo uno spaccato intimo e poetico della sua vita e della sua straordinaria immaginazione.
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