New Line Cinema e Renaissance Pictures presentano il ritorno dell’iconico franchise horror, “La Casa – Il Risveglio del Male”, dello sceneggiatore e regista Lee Cronin. Il film è interpretato da Lily Sullivan, Alyssa Sutherland, Morgan Davies, Gabrielle Echols e Nell Fisher.

La Casa – Il Risveglio del Male: il trailer ufficiale

Spostando l’azione dai boschi alla città, “La Casa – Il Risveglio del Male” racconta l’intricata vicenda di due sorelle intente a riavvicinarsi tra loro, interpretate da Sutherland e Sullivan, il cui ricongiungimento viene interrotto dall’ascesa di demoni in carne e ossa, che le spingono a una battaglia primordiale per la sopravvivenza mentre affrontano il loro incubo peggiore.

“La Casa – Il Risveglio del Male” è prodotto da Rob Tapert, tra i produttori esecutivi il creatore della serie e icona dell’horror Sam Raimi e la leggenda Bruce Campbell, interprete di “Ash” nei film di culto della serie. Insieme a loro anche John Keville, Macdara Kelleher, Richard Brener, Dave Neustadter, Romel Adam e Victoria Palmieri.

Cronin è affiancato dietro la macchina da presa dal direttore della fotografia Dave Garbett, dallo scenografo Nick Bassett, dal montatore Bryan Shaw e dalla costumista Sarah Voon, con una colonna sonora di Stephen McKeon.

La casa è dove c’è l’orrore: speciale costumi di scena

E per l’importantissima ambientazione non boscosa – quell’appartamento di famiglia a Los Angeles, che presto verrà demolito dai bulldozer – i cineasti si sono rivolti allo scenografo Nick Bassett, già collaboratore della saga (“Ash vs Evil Dead”). Il team ha approfondito i riferimenti fin dall’inizio, guardando in particolare al lavoro del fotografo americano Gregory Crewdson (noto per i suoi studi sui quartieri e gli interni residenziali), oltre ai volumi sull’architettura e la storia di Los Angeles.

Le combinazioni di colori sono state scelte in conversazioni che includevano anche il direttore della fotografia, Dave Garbett, un altro artista che aveva lavorato al franchise.  Bassett e il team hanno scelto un grattacielo di Auckland che potesse sostituire la fatiscente struttura Art Déco, come raffigurato nella sceneggiatura: lo scenografo aveva individuato un candidato in uno spot televisivo locale e, quando mostrato al regista Lee Cronin, il sito è stato approvato. Gli esterni dei primi tre piani, sono poi diventati la base dei concept progettuali del condominio stesso. Il set dell’appartamento, al 14° piano (compreso il corridoio e quel tortuoso ascensore, insieme al seminterrato e al parcheggio) è stato quindi costruito in un teatro di posa.

Ad un occhio inesperto, creare i costumi per un film che si svolge in una sola notte, potrebbe sembrare un’impresa unica… tutt’altro, osserva la costumista Sara Voon. Dice: “Anche se la storia si svolge in una notte, racchiude parecchi elementi, quindi dovevamo avere una buona padronanza dei personaggi. Abbiamo iniziato dalla sceneggiatura per elaborare l’avventura dei personaggi, che a volte è passata fino a otto fasi di demonizzazione, insieme ad altre cose che accadono loro. Abbiamo dovuto pensare a come sarebbero cambiati loro e i loro costumi, dato il sangue, il vomito o la melma nera proveniente dai loro corpi.”

Una volta selezionati, i costumi venivano inviati in laboratorio per essere insanguinati. Sara Voon spiega: “Insanguinare i vestiti è un processo incredibilmente contorto, che viene fatto in più fasi. Fondamentalmente abbiamo creato una linea di produzione nel laboratorio. Costruivamo pezzi, ad esempio la camicia bianca e i pantaloncini di Ellie, che poi venivano danneggiati e poi indossati sul set. Così facendo, siamo stati in grado di girare all’incirca nell’ordine della storia, il che è stato una fortuna per noi. Durante le riprese, il nostro tecnico era presente per vedere cosa succedeva durante quella fase, per poi poter essere replicato nelle successive quattro o cinque magliette e pantaloncini, necessari per la scena successiva e quella successiva ancora!”

Al centro dell’azione in tutte le storie di “Evil Dead”, c’è il Libro dei Morti e, in linea con la nuova interpretazione di Lee Cronin, è stato creato con un nuovo design. Secondo la sceneggiatura, questo Libro dei Morti è fatto di pelle umana e scritto con il sangue. “Abbiamo scelto l’idea che fosse stato realizzato da una vittima colpita da un fulmine, e la spina dorsale si basa sulla inquietante pelle secca di un gatto pietrificato”, racconta l’attrezzista Elise Kowitz.

“Volevo che il libro avesse una nuova identità”, conferma Lee Cronin. “Mi piaceva l’idea che fosse un po’ più vivo. Quindi, l’idea che il libro stesso, la sua pelle, sia stato creato con vene e arterie, dà la sensazione che una volta fosse vivo o attivo in qualche modo.” Kowitz, Bassett e Cronin hanno lavorato con il disegnatore Al Gillies, che ha creato diverse versioni, mentre un illustratore ha contribuito a creare il testo, che si basa su un’antica lingua celtica.

Le immagini nel libro, sono state influenzate dalle opere di Leonardo Da Vinci e altre fonti classiche. Durante l’intero processo è stato anche consultato un rilegatore professionista che, tra le altre cose, ha anche fatto in modo, che una volta aperto, il libro rimanesse piatto per le riprese. Alla fine, sono state create 50 pagine diverse e poi copiate per completare l’opera demoniaca di 400 pagine. Ci sono voluti tre mesi per produrre le quattro versioni per le riprese.

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