Milano Design Week 2021 Ikea presenta una visione sul future living con “Temporary Home”. Fino al 12 settembre le stanze di casaBASE si trasformano in una vera e propria casa, per ospitare 5 designer emergenti, ognuno dei quali utilizzerà lo spazio a sua disposizione per condividere la sua visione di Future living, all’insegna dei valori di creatività, sostenibilità e ricerca nel campo dell’innovazione.

In particolare, Alberto Costa, HF Retail Designer di Ikea Italia, e l’officina e studio di progettazione Miocugino hanno dato voce alla visione sul Future Living di Ikea promuovendo una riflessione sulle modalità di vivere gli spazi abitativi, riviste alla luce delle abitudini emerse nel corso dell’ultimo anno.

Lavorando con una duplice ambizione: rendere la casa uno spazio trasformativo e permettere, al suo interno, l’incontro tra la dimensione funzionale e la sfera emotiva. Questa e le altre quattro stanze-atelier sono visitabili dal pubblico durante il Fuorisalone, per osservare i processi di lavoro e incontrare la comunità residente

“Per realizzare la casa del futuro, ci siamo voluti allontanare dalla narrazione che la vuole solo hi-tech e dotata di ogni tipo di comfort. Ci siamo invece basati sui dati emersi da una ricerca commissionata a The Sprout Studio, che racconta una verità differente: la casa del futuro sarà una casa sostenibile e fortemente personalizzata, che riflette, attraverso l’ottimizzazione degli spazi, l’attenzione alle risorse materiali, spirituali e di tempo. È per questo motivo che il titolo del nostro progetto è: Future Living, enough is more” ha spiegato Alberto Costa.

Il concetto espresso da “enough is more” incontra il significato di “Lågom”, una parola svedese tradotta letteralmente con “abbastanza”, che si riferisce all’importanza di utilizzare al meglio ciò che abbiamo, imparando a sfruttarlo al meglio.

Il dialogo sulle visioni di futuro prosegue con altri artisti emergenti. Anna-Sophie Dienemann, fashion designer tedesca introduce una riflessione sulla dimensione relazionale del distanziamento attraverso dei distanziatori indossabili che ha progettato partendo da una tenda pop-up. Il product designer Vicente Varella ridà vita ai materiali di scarto attraverso la manifattura digitale. Il designer Julien Gorrias, mostra, tramite alcune sperimentazioni, come materie e forme si plasmano attraverso movimento, interazioni ed emozioni. Stardust Architects presenta invece un’installazione che guarda ai rifiuti come risorse, trasformando fogli e pezzi di carta raccolti a Bucarest e nel quartiere Tortona durante i giorni della residenza artistica in tessuti urbani riciclati.

Milano Design Week 2021 Ikea: il progetto “Enough is more”

Dal momento che le persone continueranno a spostarsi nelle grandi città e saranno costrette a vivere in spazi sempre più piccoli, è necessario che questi ultimi si adattino a seconda delle esigenze. Per questo motivo, la struttura dell’appartamento riprogettato da Miocugino e Ikea Italia, è stata costruita intorno al ponteggio e gli spazi sono stati organizzati sfruttando la dimensione verticale e in modo da avere un effetto fisarmonica. Sono inoltre presenti complementi d’arredo modulari – come il divano Söderhamn e la struttura Enhet – e alcuni spazi, come quello dedicato alla palestra, possono essere riorganizzati per essere deputati ad attività differenti.

La scarsità di risorse e l’aumento esponenziale della domanda di acqua potabile sarà una delle principali sfide del futuro prossimo: nella casa progettata da Ikea e Miocugino non ci sono lavastoviglie e rubinetto, ma sistemi che – nel rispetto delle esigenze estetiche – consentano di riciclare l’acqua piovana e permettano un risparmio anche dal punto di vista energetico. Nella cucina non è prevista la presenza del frigorifero, né di un’area per la conservazione del cibo a basse temperature: il sistema alimentare attuale non è sostenibile e dovrà essere rivisto a favore del consumo di alimenti nuovi e ad oggi considerati atipici, come gli insetti.

L’attenzione alla sostenibilità è visibile anche dall’utilizzo di materiali e dalla presenza di prodotti di lunga data, che dimostrino l’importanza che deve essere riconosciuta agli oggetti, al di là del mero consumo e in nome del nomadismo – inteso come capacità di portare con sé ciò che fa sentire bene e “a casa”. La persona diventa così il punto di incontro tra il passato e il futuro. Fondamentale, inoltre, la personalizzazione degli spazi dove la storia e la dimensione emotiva di chi li vive diventino protagonisti.