Se Agatha Christie e Wes Anderson avessero partorito un’idea insieme, questa, probabilmente, avrebbe preso la forma di Omicidio nel West End, il primo lungometraggio di Tom George, in sala da oggi, giovedì 29 settembre.

“Visto uno visti tutti”, si dice così, giusto? Un giallo vale l’altro? Omicidio nel West End si avvale proprio di questo assunto per trasportarci in un mondo caricaturale ma al tempo stesso onesto, ironico ed affascinante.

Omicidio nel West End: il trailer ufficiale

Da un lato abbiamo l’universo di Agatha Christie e del suo Trappola per Topi. Anni ‘50. L’adattamento del suo famoso romanzo è diventato un acclamato spettacolo teatrale nel West End di Londra. Un successo così grande che Hollywood viene a bussare alla porta del teatro. Peccato che le cose non vadano come previsto, anzi, il tutto subisce un brusco arresto quando il regista hollywoodiano che avrebbe dovuto dirigere il film viene ritrovato morto proprio all’interno del teatro. A questo punto entrano in scena l’ispettore Stoppard (Sam Rockwell) e la zelante recluta, l’agente Stalker (Saoirse Ronan). Una coppia bizzarra che si ritrova immersa nel sordido e affascinante mondo del dietro le quinte.

Dall’altro lato abbiamo una commedia metacinematografica che si trasforma in un omaggio di Tom George al cinema e al teatro stessi. Abbiamo il “vecchio” interpretato da David Oyelowo nel ruolo di Mervyn Cocker-Norris, il “celebre sceneggiatore”. Un drammaturgo pretenzioso e moderatamente di successo che ha ricevuto l’incarico di scrivere l’adattamento cinematografico dello spettacolo. E il “nuovo” con Adrien Brody nei panni di Leo Kopernick. Un regista cinematografico hollywoodiano, arrogante e irritabile antagonista comico, che non rispetta per nulla la cultura teatrale di Londra.

Ma dove abbiamo lasciato Wes Anderson, nominato all’inizio di questo articolo? Ecco, la presenza di Adrien Brody (figura quasi onnipresente nei lavori di Anderson), di divise particolarmente viola e di qualche stratagemma narrativo ci riportano immancabilmente alla mente proprio il lavoro di Anderson. Un’atmosfera che si ritrova anche nella scenografia.

Fin dalle prime fasi, infatti, la scenografa Amanda McArthur ha scelto una tavolozza cromatica che ha utilizzato per tutto il film, a partire proprio dal teatro. Il teatro The Dominion, usato per la hall, aveva un bellissimo colore rosso scuro, che ha finito per essere utilizzato in tutto il film.

La squadra ha creato quasi 70 set completamente decorati in varie location, tra cui diversi teatri e auditorium di Londra, gli studi cinematografici di Twickenham e Bovingdon, una scuola, un caffè, due pub, un ristorante, la loggia massonica di Freemason’s Hall, il parco reale Windsor Great Park e una meravigliosa proprietà di Londra che una volta apparteneva a Richard Attenborough. Location che a volte sono state disponibili grazie al fatto che il film è stato girato durante il secondo lockdown, uno dei lati positivi di una situazione altrimenti spiacevole.

Insomma, Omicidio nel West End segna l’esordio sul grande schermo di Tom George. Un mistero ambientato sullo sfondo di quello che è probabilmente il giallo più famoso al mondo. Un film da un lato semplice ma che sa rivelarsi interessante nel suo mescolare in modo ingegnoso elementi reali ed eventi fittizi in una cornice deliziosamente umoristica.

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