Oriental by Areadocks Brescia – Stesso culto per gli ingredienti di qualità, stessa devozione per la pulizia gustativa, la scienza dei tagli, le tecniche di cottura e le preparazioni infinite, una poesia della materia prima. La cucina italiana e la cucina giapponese vivono di assonanze: le sottolinea Oriental Areadocks, ristorante dedicato alla cucina nipponica ortodossa, aperto negli spazi di Areadocks, l’hub di intrattenimento e servizi made in Brescia.

Non il “solito giapponese”, ma un’esperienza in grado di evidenziare quel link di intersensorialità che avvicina Italia e Giappone nel cibo, nel design e nella cultura. Una connessione che emerge attraverso un approccio purista alla tradizione gastronomica giapponese. Purismo negli ingredienti, la maggior parte importati direttamente dal Giappone e da tutti i mari del mondo, nella sapiente combinazione degli stessi, con un’attenzione filologica ai piatti proposti, anche nella loro presentazione.

La mission di Oriental Areadocks, quarto ristorante dedicato alla cucina internazionale all’interno degli spazi dell’hub, è quella di allargare gli orizzonti del sushi, facendo sperimentare alla clientela i tantissimi piatti della cucina giapponese ancora sconosciuti. Da Oriental Areadocks si potrà quindi scoprire il Maialino Kakuni, cotto in salsa warishita a bassa temperatura per 42 ore e poi passato in padella, per esplodere di morbidezza, gusto e carattere. Imperdibile la carne di Wagyu, un manzo di una speciale razza giapponese, che si presenta con un sorprendente effetto marmorizzato e un sapore senza eguali, dolce e insieme fruttato, che le ha fatto meritare l’appellativo di “carne degli dei”. Una Premium Quality ottenuta negli allevamenti giapponesi dove, leggenda vuole, i bovini di razza Wagyu sono cresciuti a massaggi, musica, birra e sake.

Altro Must Taste della cucina nipponica presente nella proposta di Oriental Areadoks, il Kizami Wasabi, il rafano fresco tritato e marinato in salsa di soia, dal sapore robusto, con quella marcia in più di piccantezza. Mentre il settore beverage prevede, oltre all’offerta internazionale di vini, un menù dedicato ai sake, da abbinare alle birre. Come da liturgia giapponese.

Un viaggio nella terra del Sole nascente in classe executive quello proposto da Areadocks, con una ricerca delle materie prime maniacale, e accompagnati per mano da chef che vantano un’esperienza nella Premier League della ristorazione giapponese.

Un best of fatto di ricerca, gusto e selezione, per restituire al cliente un’esperienza di Haute Food. Esaltata dal design del locale, il cui progetto è stato curato direttamente dal team Arredo e Architettura, forte di un expertise ormai trentennale nel campo dell’Interior. Quaranta coperti, in uno spazio dalla vocazione minimalista, che strizza l’occhio alle ambientazioni zen care alla cultura giapponese.

Parola chiave: artigianalità. I complementi d’arredo sono in legno naturale trattato a mano. Protagonista l’ulivo, un legno solido e volitivo, profumatissimo, dalle nuance gialle-brune. Le poltroncine dei tavoli, con bordature in ottone, sono in tessuto arancione, il color Orenji, simbolo di gioia e spiritualità. Speciali tendaggi filtranti e una musica personalizzata isolano lo spazio dal flow circostante, per garantire un’esperienza totalmente immersiva nel cibo e nel momento.

Un vero e proprio cameo di Restaurant Architecture, dove ogni dettaglio parla. Così, in perfetto stile Areadocks, la cucina è a vista e ci si può sedere al bancone per mangiare, il nostro biglietto in prima fila per assistere alle straordinarie esibizioni dei capi chef. Niente è lasciato al caso all’Oriental Areadocks e anche il servizio di piatti è sartoriale: ogni portata viene servita su una stoviglia specifica, per uno storytelling visivo e sensoriale.

A completare il quadro una sapiente regia delle luci, che regala una percezione inedita di superfici e materiali. Un racconto cromatico che esalta i protagonisti inaspettati della location: all’ingresso accoglie gli ospiti una ieratica armatura di samurai antica, mentre dal soffitto pende un’installazione di ombrellini in carta di riso. Al centro della scena spicca invece il diametro di un ulivo centenario: è un esplicito omaggio alla cultura italiana, in un gioco di rimandi ai bonsai, totem della tradizione giapponese.

Un ulteriore modo per sottolineare la corrispondenza tra le due cucine, quel silenzioso dialogo a distanza fatto di ingredienti scelti e di abbinamenti esplosivi. Pronti per un assaggio di Giappone?

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