Romeo Gigli autunno inverno 2020 – È una vera passione quella che lega Alessandro De Benedetti allo stile di Romeo Gigli, la griffe che disegna da due stagioni.

“La sua ricercata e inconsueta eleganza, la fresca raffinatezza dei suoi tagli di sbieco, la meraviglia delle sue sfumature. Quel senso onirico di una moda che stordiva i sensi, sottilmente… Come lui nessuno mai.”

Nella sua collezione autunno inverno 2020 2021, De Benedetti ha immaginato di vivere la sua idea di Gigli come se fosse un sogno in technicolor che dipana il racconto di un’allucinazione sci-fi, partendo da alcuni punti focali del vocabolario del brand.

Una visione quasi lisergica, dal gusto molto ricercato, dove i colori si accendono di nuance acide, vivide, eye catching (il verde è roulette, l’azzurro evidenziatore, il giallo è acid lime); dove il romanticismo decadente di “quel” Romeo, diventa una sinfonia techno di accorgimenti fluttuanti, pieghe, increspature e incastri sartoriali di assoluta precisione.

Un prêt-à-porter di 66 pezzi con un forte focus sui capispalla: coat, giacche, trench, chic caban con macro cappuccio “friar chic”. Pezzi pensati per restare, per diventare dei capi cult, come i corpetti drappeggiati, i longdress romantici e fluidi, le camicie outstanding e i blazer avvitati.

Qui la façon è sacra, ne è un esempio il suit “candy pink”: omaggio a una giacchina d’antan di Gigli, rievocata attraverso la spalla a camicia e il collettino perfetto. E se “lui” disegnava vite altissime, qui l’idea è di dare un tocco stretch alla silhouette, allungandola come in uno specchio deformante. I 5 metri di crêpe, tagliati a spicchi per creare micro ruote, nella giacca e nel pantalone, esprimono un effetto di sinuosità acquatica, con un fluttuare da sirena.

Particolare da notare, la printed silk ispirata a un giardino surrealista dove dame inconsapevoli – il loro pedigree va da Deborah Turbeville a Salvador Dalì – hanno perso i loro guanti, tra rose e boccioli. Se Gigli viveva un sapore etnico e tapestry, qui lo jacquard è fluo, un mosaico bizantino pixelato che è protagonista della microcapsule “Oh Romeo”: un inno di romanticismo fluorescente, per millennials spaziali e street-style lover che apprezzano il tocco semi-couture di mega duvet reversibili, doppiati in moire e nylon stampato.

Se il piumino è hi-tech, la maglieria – golosa come una caramella – è fatta ai ferri, hand-made in Abruzzo, in edizione limitata. Romeo Gigli è stato un brand che, col passo vellutato, ha scardinato le forme del prêt-à-porter, oggi la versione 2020 resta avanguardistica. Il celebrato ritorno alla sartorialità – l’arma delicata di De Benedetti, già da Thierry Mugler e Mila Schön – è unito alla sperimentazione sui materiali.

Nasce così un tessuto in esclusiva per il brand, realizzato con aziende tessili italiane: una gomma accoppiata con misto cashmere, dalla morbidezza estrema e dall’aspetto tecnico. La si apprezza nel trench verde giava, stupendo nella sua assoluta modernità.

Lo stesso dicasi per il moiré realizzato in lana e seta, tinto eccezionalmente con nuovi pigmenti fluorescenti, con cui sono create giacche sciancrate e i maxi piumini. Una collezione di grande personalità, un sogno di bellezza surreale e sartoriale.

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Photo Event by Nicolò Ruatta x GlobeStyles.com