Schiaparelli Alta Moda autunno inverno 2019 2020: il sartoriale fantastico

Schiaparelli Alta Moda autunno inverno 2019 2020 – Sulle passerelle di Parigi sfila la Haute Couture della Maison Schiaparelli, la collezione autunno inverno 2019 2020 creata da Daniel Roseberry crea un’immagine totalizzante e rappresentativa della vita di una donna nei diversi momenti della giornata, accompagnandola fino alla notte.

Una storia divisa in tre capitoli, che si muove tra i due regni della funzionalità e dei sogni. Il primo capitolo offre la visione di un quotidiano dai tagli decisi e desiderabili, con ispirazione maschile sartoriale a cui si aggiungono elementi fantastici, spesso associati al mondo della notte.

Un punto focale è stato lo sviluppo di nuovi tessuti e tecniche, con cui portare avanti il percorso cominciato da Madame Schiaparelli. Tra le innovazioni che attraversano tutta la collezione – in particolare nei primi quattro look – c’è un faille di seta tinto a mano e poi de-strutturato: per cambiarne la grana naturale e la struttura, trasformandolo in qualcosa d’inaspettato.

I primi quattro look sono ispirati da interni speciali: il velluto verde dei divani di un grande albergo di Milano, un divano in lana grigia contro una parete bordeaux. Un esercizio di sfumature e contrasti tra tonalità ricche e intense, alla ricerca di una moderna uniforme: familiare, però nuova e diversa.

Poi la storia vira i suoi colori, con un’audace palette di colori chiari, quasi nudi, neutri abbinati a zafferano, nero e blu navy. Il focus è nel corpo e nelle sue trasformazioni, qui Daniel Roseberry ha giocato più con le dimensioni e con l’idea di naturalezza e mutazione.

L’ispirazione nasce dall’inquietudine delle sculture di Jack Whitten e l’estetica con imbottiture di Sarah Lucas. Entrambi ammiccano e nello stesso tempo rifiutano l’idea di una femminilità convenzionale. Quindi le lavorazioni di gusto Deco sono un omaggio a Whitten, le varianti dei pantalone sono ispirati a Sarah Lucas, capovolgendo le dimensioni del design “uomo” e “donna”, come provocazione.

Nel secondo capitolo, la donna entra nella notte. La sua interpretazione del buio è assecondata da forme e colori e anche da un senso letteralmente dark: un insolito matrimonio di Deco e contorto Surrealismo, glamour e brutalismo.

Terminato il giorno, passata la notte, comincia un terzo tempo della vita, quello del sogno. Un tempo che non è pratico, non è romantico, non è logico, non è replicabile. E’ il luogo dove andiamo quando la nostra mente divaga, dimenticando i ruoli prestabiliti per pensare, creare, vedere. In questo tempo ci arrendiamo all’intuizione e all’emozione.

Questo capitolo è un tributo alla fantasia assoluta della moda, ai picchi di gioia ed esuberanza che può raggiungere come espressione e immaginazione. Gli abiti parlano del puro e inconsapevole piacere di indossare la moda. Di vestirsi, di adornarsi. Il risultato è anche un omaggio al rapporto speciale che si instaura tra designer e cliente. Quando, insieme, possono condividere lo stesso improbabile sogno.

Andrea Winter

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Esperto di cinema e serie TV. La sua passione si è consolidata nel corso degli anni grazie a un costante impegno nel seguire da vicino gli sviluppi dell'industria dell'intrattenimento. E' costantemente aggiornato sulle ultime novità del mondo del cinema e delle produzioni televisive.

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