The Mastermind: la leggerezza amara del fallimento a Cannes 2025
Presentato come film di chiusura al Festival di Cannes 2025, The Mastermind segna un cambio di tono per Kelly Reichardt, che abbandona le atmosfere cupe dei suoi lavori precedenti per virare verso la leggerezza amara del fallimento quotidiano. Protagonista è J.B., interpretato da un sorprendente Josh O’Connor: artista fallito, padre distratto, uomo alla deriva. Con un piano tanto maldestro quanto improvvisato, tenta di rubare quattro dipinti in un museo locale. Quello che ne scaturisce è un ritratto ironico e disilluso di un’epoca disorientata.
Per la chiusura del Festival di Cannes 2025, Kelly Reichardt presenta The Mastermind, una commedia umana e disillusa ambientata nel 1970, in una provincia americana dove i sogni evaporano come nebbia mattutina. Niente sofisticati sistemi d’allarme, niente cellulari, niente complicazioni moderne: solo un uomo qualunque, un’idea mediocre e una catena di eventi che scivola pian piano nella disfatta.
J.B., interpretato da Josh O’Connor con una naturalezza disarmante, è un ex studente d’arte che ha abbandonato ogni ambizione per una vita fatta di scuse, fallimenti e passeggiate nei musei con i figli. È proprio durante una di queste visite che matura l’idea di sottrarre alcuni dipinti da una galleria locale, nel tentativo di riscattare la propria esistenza alla deriva.
Il piano più sbilenco dell’anno
Quello che J.B. architetta non è un vero e proprio colpo. È più un capriccio, una fantasia da adulto scontento. Si guarda attorno, individua le tele di Arthur Dove, nota quanto siano facilmente staccabili, e immagina un futuro fatto di soldi facili. Ma essendo noto alle guardie del museo, ha bisogno di complici. Non criminali professionisti, ma amici altrettanto persi, pronti a infilarsi calze di nylon in testa e a fuggire con una macchina ingombrante che fatica persino a uscire dal parcheggio.
Tutto avviene in pieno giorno, con l’ingenuità tipica di chi è troppo lontano dalla realtà per capirne i rischi. Eppure, almeno per qualche ora, il furto riesce. Le notizie scorrono in TV, i quadri spariscono e nessuno sembra accorgersi di quanto il mondo attorno stia crollando — nel privato come nel pubblico, mentre la guerra in Vietnam e l’invasione della Cambogia fanno da sfondo distante ma palpabile.
Un’America pre-digitale
Kelly Reichardt ambienta il film in un’epoca priva di dispositivi elettronici. Il risultato è una messa in scena semplice, dove la regista gioca con elementi analogici, atmosfere rarefatte e una fotografia dai toni sbiaditi, quasi cartoline ingiallite di un passato mai del tutto andato. Le note jazz di Rob Mazurek accompagnano lo spettatore tra le vie tranquille di Framingham, una cittadina che pare immobile e che diventa teatro di un’insurrezione minima e privata.
Ma The Mastermind non si interessa tanto all’azione quanto alle sue conseguenze. Kelly Reichardt, come di consueto, elude i momenti clou per concentrarsi sulle ripercussioni, sulle pause, sui silenzi. La tensione si insinua lentamente, si accumula con discrezione fino a che tutto implode: non in un’esplosione, ma in una lenta deflagrazione emotiva.
Disgregazione di una famiglia
Oltre il furto, The Mastermind è la cronaca del disfacimento di una famiglia. J.B. non riesce nemmeno a portare i figli a scuola. Sua moglie, Terri (interpretata da Alana Haim), è costretta a compensare con un lavoro monotono e una pazienza che si assottiglia. I ruoli familiari restano ancorati a una dinamica patriarcale che non regge più, e il film mostra con amarezza la distanza crescente tra i membri della famiglia Moody.
Il padre di J.B., un giudice cinico interpretato da Bill Camp, liquida tutto con sarcasmo, riducendo l’arte astratta a “spazzatura invendibile”. Un giudizio che echeggia non solo sul furto, ma sull’intero mondo interiore del protagonista, troppo fragile per ribellarsi, troppo pigro per affrontare davvero le proprie responsabilità.
Una fuga senza via d’uscita
La seconda metà del film mostra il tentativo di fuga di J.B., ospitato da vecchi compagni di accademia. C’è chi si è dato al giardinaggio, chi considera una rasatura di barba l’evento più esaltante dell’anno. Eppure, in quell’apparente immobilità, J.B. appare come l’unico elemento disturbante, incapace di adattarsi anche all’immobilismo. La sua fuga, più che una corsa, è una deriva: la prova che non si può scappare da sé stessi.
Una tragicommedia sulla disillusione
Kelly Reichardt, regista che ha fatto della marginalità il suo centro poetico, costruisce un racconto dolente ma ironico, punteggiato da apparizioni bizzarre e da un umorismo sottile, quasi impercettibile. L’irruzione di una ragazzina con il basco e la passione per il francese durante il furto è una delle tante trovate surreali che spezzano la linearità del racconto.
Josh O’Connor, spesso considerato attore manierato, qui si lascia andare in un’interpretazione credibile e sobria, senza eccessi, perfettamente in sintonia con l’andamento rarefatto del film.
Il red carpet di The Mastermind a Cannes 2025
Viola Davis ha indossato un abito senza maniche in chiffon di seta drappeggiato, firmato Gucci, con profonda scollatura a V e bustier in pizzo strutturato; mentre Alia Bhatt ha indossato un abito Schiaparelli Haute Couture della collezione primavera estate 2025.
Elle Fanning ha indossato uno splendido abito di Valentino Haute Couture a cui ha abbinato i gioielli Cartier; Carole Bouquet, Ambasciatrice Chanel, ha indossato un abito in raso nero ricamato ispirato ad un look della collezione Haute Couture autunno inverno 1990 della Maison. A completare l’outfit la collana “Lion Solaire de Chanel” in oro bianco e diamanti, gli orecchini “Lion Solaire de Chanel” in oro bianco 18 carati e diamanti e l’anello “Lion Solaire de Chanel” in oro bianco e diamanti, tutti della collezione Alta gioielleria di Chanel.
Anaïde Rozam ha scelto di indossare le creazioni di Maison Boucheron. L’attrice era radiosa con gli orecchini e l’anello Vendôme Liseré, in oro bianco, diamanti taglio smeraldo, diamanti rotondi, e lacca nera, la collana Rivière Vendôme, in oro bianco e diamanti, e l’anello Cicada, in oro bianco, diamanti e acquamarina.
In occasione della première del film Mastermind, durante la 78esima edizione di Cannes Film Festival 2025, Future ha scelto di indossare le splendide creazioni di Alta Gioielleria di Maison Messika. Per la sua prima apparizione sul Red Carpet di Cannes, il rapper americano Future ha brillato con la spilla Groove, in oro giallo e diamanti.
Model Roz ha indossato una parure della collezione Margherita HJ in oro bianco con diamanti di Damiani; Jeannie Mai ha indossato orecchini della collezione Mimosa HJ in oro bianco con diamanti, accompagnati ad anelli e bracciali Mimosa in oro bianco con diamanti, tutto di Damiani. Ed infine Mimi Keene, Leonie Hanne, Maria Borges, Ji-Min Park ed Isabella Ferrari, hanno indossato le creazioni Chopard per la premiere del film The Mastermind di Kelly Reichardt.
Mimi Keene ha indossato una collana con diamanti a forma di pera e brillanti e un paio di orecchini a goccia con smeraldi a forma di pera e diamanti taglio fantasia, entrambi della collezione Precious Lace e realizzati in oro bianco etico 18 carati, nonché un anello solitario Haute Joaillerie in platino con un diamante taglio cuscino e brillanti, tutto di Chopard.
Leonie Hanne ha sfilato sul tappeto rosso con un collier in oro bianco e giallo etico a 18 carati con diamanti gialli e bianchi incastonati e un anello abbinato della collezione Haute Joaillerie; Maria Borges ha indossato una suite della collezione Red Carpet composta da un collier in oro rosa etico 18 carati con 23 briolette di kunzite e ametiste taglio marquise e ovale e orecchini a goccia abbinati, oltre a un anello in oro rosa etico 18 carati con diamanti e brillanti a forma di pera della collezione Precious Lace.
Ji-Min Park ha scelto due collier sautoir con diamanti e un orecchino con diamanti taglio pera e taglio marquise incastonati in oro bianco etico 18 carati, tutti della collezione Haute Joaillerie, e un anello eternità con diamante della collezione L’Heure du Diamant di Chopard.
Isabella Ferrari ha brillato con un anello in oro bianco etico 18 carati e titanio con una tanzanite taglio smeraldo e zaffiri taglio brillante, diamanti taglio baguette e brillanti, oltre a un paio di orecchini a cerchio con diamanti taglio smeraldo e un anello eternità con diamante della collezione L’Heure du Diamant, entrambi in oro bianco etico 18 carati.
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