Pino Cuttaia debutta nel capoluogo meneghino con Uovodiseppia Milano. Ultimo e attesissimo tassello di Ariosto Social Club, lo spazio poliedrico che ospita appartamenti di lusso per affitti di breve periodo, la Gym e Spa e la boutique di Valeria Benatti. In un contesto centralissimo, via Ariosto 22, lo chef bistellato porta echi di tradizione, di cultura e storie della Sicilia per iniziare un viaggio dove tutto sa di casa.

Affacciato sul cortile interno, Uovodiseppia Milano è il bistrot del quartiere dove potersi fermare per un pranzo o una cena. Il locale così come a casa, accoglie gli ospiti con la cucina a vista da cui poter curiosare ingredienti, preparazioni e cotture, proprio come si era soliti fare da piccoli osservando la mamma o la nonna ai fornelli prima di cena.

Un luogo che avvolge e dove il cliente attraverso il cibo trova la propria casa, il proprio conforto attraverso piatti di mare e di terra che fanno parte di un territorio, con i quali portare a Milano, l’idea visionaria di una cucina domestica contemporanea. La cambusa meneghina di Pino Cuttaia è pensata per assaporare una cucina attuale, basata su ingredienti di stagione che amalgamano zone e culture diverse, così come lo sono la Sicilia e Milano, distanti, ma accomunate da gesti e quotidianità che non conoscono confini.

Attraverso il proprio sapere, lo chef nutre e costruisce un’alchimia tra la Sicilia e il Nord Italia, in uno spazio informale e forte di semplicità. Il menù è basato sulla stagionalità delle materie prime sapientemente coccolate, atte ad attualizzare i piatti della tradizione siciliana di cui lo chef si fa premuroso custode.

Piatti liberi da orpelli che pongono la mano del cuoco al servizio degli ingredienti, mai ostentati, ma nobilitati, anche quelli più comuni. La cucina di Uovodiseppia Milano è libera da virtuosismi, è una cucina come quella che faceva la mamma dove la materia prima era gustata nella sua essenzialità con rigorosa attenzione alla sostenibilità, rispettata con cotture e lavorazioni precise e delicate.

Tra gli antipasti proposti in menu, il Merluzzo all’affumicatura di pigna, Macco di fave e seppia o l’ Involtino di pesce spada con caponata croccante. Tra i primi la Minestra di aragosta d’amare, la Pasta fresca al nero di seppia o il Risotto con ragù di triglia e finocchietto selvatico. Per i secondi spicca il Capocollo di maialino nero dei Nebrodi, la Ricciola all’acqua di mare o la Spigola in crosta di sale con insalatina d’arancia. Si chiude in dolcezza con Gelo di mandarino, Caldo e freddo di cioccolato, Cornucopia di cialda di cannolo e Semifreddo di mandorle

Due sono i piatti che lo chef ha dedicato a Milano: spaghetto “alla milanese” con mollicata alle cipolle. Un piatto della tradizione siciliana, reinterpretato da Pino Cuttaia. Uno spaghetto a base di finocchietto selvatico che si rifà alla pasta con le sarde. Quando però in casa non c’era il pesce si era soliti chiedere “come la fai la pasta oggi? ” e la risposta era “alla milanese ” per sottolineare il fatto che a Milano non c’è il mare. In questo piatto però lo chef ha aggiunto le acciughe e un po’ di masculino, un’acciuga più piccola, un omaggio anche alla variante catanese. C’è anche il pane atturrato, che è tostato e rappresenta il formaggio dei poveri. Un piatto senza fronzoli, basico a livello estetico, ma ottimo nel gusto che evoca il pesce attraverso un’illusione del mare che non c’è.

Uovo a cotoletta è il piatto più tipico e conosciuto della tradizione meneghina e non poteva mancare una proposta che la richiamasse. Nella cucina della mamma, l’uovo, un ingrediente semplice, si vestiva a festa quando veniva impanato come una cotoletta con mollicata di pane, aglio e prezzemolo. Dalla cottura si sprigionavano così gli stessi profumi della carne, anche se non lo era, facendo sentire gli astanti, al tavolo della domenica.

Il bistrot è aperto per tutta la settimana, dal lunedì alla domenica, dalle ore 12 alle ore 14 e dalle ore 19 alle ore 23:30.

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