Una villa modernista tra natura e memoria: il progetto senza tempo di StudioTamat
A pochi passi da Villa Grazioli, StudioTamat trasforma una villa anni Sessanta in una dimora modernista contemporanea. Il progetto conserva materiali originari come pietra, legno e mattoni a vista, aprendoli a una nuova fluidità spaziale. Ambienti aperti, arredi su misura e dettagli curati costruiscono un racconto architettonico coerente e personale, pensato per una giovane famiglia in cerca di equilibrio tra natura, design e comfort quotidiano.
Nel cuore dei Castelli Romani, a breve distanza da Villa Grazioli e dai centri storici di Frascati e Grottaferrata, una villa costruita negli anni Sessanta ritrova nuovo respiro grazie all’intervento di StudioTamat. Il progetto è una dichiarazione di intenti: riscrivere l’architettura dell’abitare contemporaneo restituendo valore all’identità originaria dell’edificio, reinterpretata con materiali autentici, arredi su misura e una distribuzione degli spazi pensata per la vita di oggi.
Un’abitazione immersa nel paesaggio collinare, dove natura e architettura dialogano con misura, in un equilibrio che non cede alla nostalgia né al tecnicismo: la villa si trasforma in una dimora senza tempo, capace di accogliere una famiglia moderna senza perdere la memoria di ciò che è stata.
Un’eredità architettonica ispirata all’usonian style
La villa originale, progettata negli anni Sessanta, riflette l’influenza della tradizione usoniana di Frank Lloyd Wright: pianta regolare, linee essenziali, materiali naturali e una forte connessione con il paesaggio. Studiotamat ha scelto di rispettare questo impianto originario, valorizzando gli elementi architettonici preesistenti come le pareti in pietra, i mattoni a vista, i pavimenti in legno e le ampie superfici vetrate.
Questa scelta conservativa non è un gesto nostalgico, ma una strategia progettuale che consente di mantenere una continuità tra interno ed esterno, tra passato e presente, tra forma e funzione.
Una casa pensata per vivere la contemporaneità
La villa è oggi abitata da una giovane famiglia: Daniele, dirigente di una tech company, Sara, manager nel settore della consulenza strategica, e le tre figlie Fiamma, Sole e Celeste. La loro esigenza era chiara: una casa dove il paesaggio fosse parte integrante della vita domestica, senza rinunciare al comfort urbano.
StudioTamat ha accolto questa richiesta ridefinendo gli spazi interni, eliminando corridoi e ambienti di servizio superflui, aprendo il layout verso una maggiore fluidità e continuità. Gli ambienti si susseguono con naturalezza, in un racconto spaziale dove ogni elemento è funzionale ma mai banale.
La scala come fulcro della narrazione spaziale
Appena varcata la soglia, si incontra il vero centro visivo della casa: una scala ellittica, che si rivela già dall’ingresso e struttura con eleganza i flussi tra le diverse zone. A est si apre il living, dominato da una parete in pietra con camino integrato, mentre a ovest prende forma una cucina americana di 40 mq con isola in Travertino Rosso Persiano realizzata su misura.
Nel soggiorno, l’arredo fonde pezzi vintage e design contemporaneo: i divani Marenco per Arflex dialogano con i pouf/coffee table Rammendi di Punto Zero e Plastiz, mentre le sedie Cesca di Marcel Breuer per Knoll completano la zona pranzo, che ruota attorno a un tavolo laccato della collezione “Big” di Punto Zero, personalizzato nei colori e nelle finiture.
Una cucina progettata per essere vissuta
La cucina è progettata come cuore operativo e conviviale della casa. L’isola centrale integra fuochi, cappa, piastra teppanyaki e piano di lavoro, mentre un dining nook con panca sotto finestra offre un angolo riservato per pranzi più intimi.
Un sistema di ante scorrevoli e passaggi nascosti conduce alle aree di servizio e alle scale secondarie, mantenendo l’ordine visivo e rafforzando la fruibilità dello spazio. Una vetrata a tutta altezza, trattata con verniciatura a polvere, separa delicatamente la cucina dalla sala da pranzo, conservando la trasparenza visiva.
Arredi sartoriali e dettagli su misura
L’ingresso è segnato da un armadio rivestito in tessuto “Viceversa Monet” de L’Opificio, con finiture in noce tanganika, esempio della cura sartoriale che caratterizza l’intero progetto. Il portone originale in legno di faggio, restaurato insieme alle finestre, restituisce una continuità estetica con l’impianto originario.
I bagni sono piccoli gioielli di design: quello degli ospiti è interamente rivestito con carta da parati Colony, mentre i lavabi Devon&Devon richiamano forme scultoree del design americano degli anni Venti e Trenta.
Il piano superiore: intimità, luce e identità
Salendo al piano superiore, il pavimento in parquet di rovere posato “a sorella” accompagna verso le camere da letto. Le stanze sono collegate da un percorso continuo in resina color crema, privo di interruzioni, che favorisce la percezione di apertura.
Lo studio di Sara, centrale rispetto alla distribuzione, si affaccia sulla terrazza principale attraverso una grande vetrata su misura. Il soffitto dipinto in Tuscan Red di Little Greene aggiunge profondità e calore, trasformando lo spazio in un rifugio luminoso.
Nella camera padronale, una parete rivestita con carta da parati Colony nasconde l’accesso al bagno en suite, rifinito con marmo arabescato. Le camere delle bambine riflettono gusti individuali, con carte da parati Disney Home e arredi in velluto de L’Opificio.
Uno spazio per il gioco, la vista e il tempo lento
All’ultimo piano, la mansarda si apre a una vista panoramica su Roma. Qui, lo spazio si trasforma in un ambiente per il relax, il cinema e il gioco. Il pavimento in gomma terracotta di Artigo contribuisce a creare un’atmosfera accogliente e funzionale, adatta a una fruizione libera e informale, specialmente nei mesi invernali.
Con questa villa, StudioTamat compone un progetto dove il contesto diventa contenuto. Ogni scelta – dal recupero dei materiali originali alla selezione degli arredi, dalla distribuzione degli spazi alla palette cromatica – contribuisce a costruire un racconto coerente e personale. L’intervento non cancella la storia dell’edificio, ma la rilegge con rispetto e sensibilità, restituendo valore a ciò che esiste già, senza rinunciare all’evoluzione del vivere contemporaneo.
credit image by Press Office – photo by Peter Molloy











