Blazé Milano primavera estate 2024 – Ironica e disincantata; volatile ma squisitamente pratica; tante seducenti contraddizioni per la donna di Blazé, che la collezione primavera estate 2024 distilla, andando al nocciolo duro dell’esprit del brand. Da una parte, l’eredità del denim, retaggio musicale 90’s che in questa collezione viene elevato, traducendosi su jumpsuit, pantaloni a vita bassa dal fit morbido, e persino su una nuova sahariana, sinonimo della capacità del brand di giocare con universi stilistici lontani geograficamente ed emotivamente, e farli convivere.

Dall’altra, la costante divagazione sui tropi del bon chic bon genre, a cui viene regalata una vivacità rinfrescante nel suo disinteresse assoluto delle regole e degli altrui pareri: c’è il completo in un burro morbido, nel quale l’accordo tessile tra seta e viscosa produce camicie smanicate e gonne rese giocose dall’abbottonatura centrale, ma anche il bolero fitted a miniquadri in un’armatura di cotone e viscosa, da indossare con l’attitudine edgy di un’Alexa Chung al Glastonbury.

Spettinata, allergica ai dettami, la donna Blazé conosce a menadito le imposizioni del dress code, ma rifugge gli assolutismi e gli aut aut: i party dress in paillettes cucite su seta dallo scollo profondo e i bottoni in madreperla si possono indossare alla luce del sole, così come le bralette con micro frange in tessuto e paillettes, da abbinare a longuette in nuance sorbetto. Una Edie Sedgwick pacificata, che rivive per le strade di Milano, tra le salsamenterie e le enoteche di Brera, con la stessa naturalezza con la quale si muoveva, in minidress con frange e pellicce leopardate tra le stanze della Factory e lo Studio 54, incapace di fare differenze tra “business attire” e look da sera.

Nello stesso modo i pantaloni dritti in pelle stampa pitone, e gli abiti in seta con stampa maculata diventano passepartout da giorno, e la collezione Bridal, ampliata per questa stagione, si presta a incursioni anche lontano da ricevimenti nuziali ormai fané. Il blazer si trasforma così in un minidress bianco ottico in fresco lana e lino, con bottoni di strass che si infilano ordinatamente anche sul retro delle maniche.

Ossessionato dai dettagli, il bolero Gliss intesse, sulla sua armatura in paillettes, bottoni di strass insieme a profili in velluto di cotone. Per chi invece adotta uno spirito mannish, figlio dell’attitudine di Betty Catroux, i passi verso l’altare si eseguono con una leggerezza dégagé, e uno smoking abbinato a pantapalazzo e gilet d’ordinanza.

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