Chanel presenta la collezione Métiers d’art 2026 nella metropolitana di New York
Chanel presenta la collezione Métiers d’art 2026 che trasforma la metropolitana di New York in un palcoscenico narrativo. Socialite, lavoratrici, flapper contemporanee e figure della “giungla urbana” si alternano in una trama che unisce Art Déco, denim lingerie, tweed leopardato e accessori gioiello. I Métiers d’art – da Lesage a Lemarié, da Goossens ad Atelier Montex e Massaro – firmano capi che raccontano una storia d’amore tra Parigi e New York, ispirata ai viaggi di Gabrielle Chanel nella Grande Mela negli anni Trenta.
La metro di New York come passerella
Per Chanel, la metropolitana di New York non è solo una infrastruttura urbana: è un luogo dove ogni persona diventa protagonista del proprio film. Studenti e adolescenti, manager, creativi e pendolari condividono lo stesso spazio, ognuno riconoscibile dal proprio modo di vestire.
La metro viene raccontata come un livellatore sociale e un riflesso della città stessa: sempre in movimento, mai del tutto definita. È anche metafora della moda, per sua natura in continuo divenire. Ogni banchina, ogni vagone può trasformarsi in un set, ogni incontro inatteso diventa uno spunto narrativo.
È qui che prende forma la “sub(way)-culture” di Chanel: l’ordinario si trasforma in straordinario grazie al lavoro dei Métiers d’art 2026, le maison d’artigianato che ruotano attorno alla casa di rue Cambon. Questa è anche la prima collezione Métiers d’art firmata da Matthieu Blazy come Artistic Director of Fashion Activities, e porta in scena una New York filtrata attraverso lo sguardo della couture.
Una carrellata di personaggi tra glitter e asfalto
La collezione ha un respiro dichiaratamente cinematografico: più che una sfilata tradizionale, è una sequenza di scene in cui si alternano figure e situazioni. Sfilano: socialite e supereroine contemporanee, adolescenti e signore mature, lavoratrici in tailleur e showgirl, le famose “ladies who lunch” e madri in movimento, tutte osservate con uno sguardo quasi da regista. Tra queste, anche una presenza che attraversa il tempo: Coco Chanel stessa, riportata nell’immaginario della subway come protagonista tra le protagoniste.
L’insieme restituisce tutto lo scintillio e l’atmosfera di New York, reale e immaginata: i contrasti tra downtown e uptown, tra glamour e quotidianità, tra sogno e routine. La narrazione si muove su una linea temporale non lineare, che va dagli anni Venti ai Duemila, mescolando Art Déco e lounge contemporaneo, figure d’epoca e sensibilità moderne.
Parigi–New York: un amore raccontato dai Métiers d’art
Cuore della collezione è l’artigianato d’eccellenza delle maison riunite intorno a le19M, il polo creativo voluto da Chanel per preservare e sviluppare i mestieri d’arte. La collezione mette in dialogo la tradizione parigina della couture, l’energia pop di New York, creando un racconto concentrato sul savoir-faire. Ogni capo è pensato come una lettera d’amore verso le tecniche artigianali: ricami complessi, lavorazioni su misura, materiali rielaborati in chiave inedita.
Il risultato è una collezione giocosa e raffinata, che alterna pragmatismo urbano e tocchi eccentrici: un pendolarismo costante tra sartoria e pop culture.
Mutazioni giocose tra denim, flapper e tweed
Le silhouette e i materiali si trasformano, scivolano da un registro all’altro, si ibridano. La “lingerie denim” viene abbinata a ricami complessi, evocando un nuovo western urbano: il jeans assume linee morbide, eppure rimane saldamente ancorato al guardaroba quotidiano.
Un abito Art Déco d’archivio viene riletto e ricamato da Lesage, con frange in piume realizzate da Lemarié: il risultato è una nuova flapper, che però sceglie di indossare il proprio abito con illusion chinos, pantaloni che giocano sul trompe-l’œil e spezzano l’aspettativa del look da soirée.
La camicia maschile viene nuovamente reinterpretata: questa volta la flanella da boscaiolo è evocata in un tweed bouclé di lana dalla mano preziosa, unendo l’iconografia workwear alla tradizione Chanel. Queste “mutazioni” creano capi che parlano a chi ama le citazioni ma rifiutano la nostalgia letterale: il passato è presente, ma sempre filtrato da una sensibilità contemporanea.
Minaudière, gioielli e segreti nascosti
Gli accessori giocano su doppi significati e humor sottile. Le minaudière non sono solo piccole borse da sera, ma oggetti con messaggi nascosti: un’ostrica cela al suo interno una perla, i monkey nuts smaltati e le mele in versione gioiello trasformano il souvenir turistico in oggetto da collezione.
A questi si affianca una costellazione di gioielli: cabochon in vetro effetto ice cube, colibrì in stile déco, modellati dai maestri orafi di Goossens.
Anche le fodere in seta diventano superficie narrativa: disegni dipinti a mano riportano motivi urbani, skyline e dettagli della città. Tra questi, spicca l’immagine di Coco Chanel che passeggia con il cane sullo sfondo del profilo di New York, come se la fondatrice continuasse a esplorare le sue vie anche oggi.
Figure di quartiere e animali della giungla urbana
La collezione popola la subway di figure riconoscibili, quasi personaggi di un romanzo corale. L’idea di “urban jungle” prende forma attraverso capi e accessori che richiamano animali domestici, mitici o misteriosi. Una cat lady che potrebbe essere anche una cat woman indossa un tweed leopardato dalla superficie irregolare, tessuto su misura e realizzato a mano da Lesage. A volte completa il look con un fascinator leopardato firmato dai cappellai di Maison Michel.
Una donna discreta, in un tailleur nero corto e deciso, porta con sé una flap bag in pelle nera con inserto di scaglie dorate che creano l’illusione di un alligatore dorato. Un’altra figura sceglie una gonna tulipano dipinta a mano con motivo leopardato: ogni petalo è bordato da frange, che hanno richiesto giorni di lavoro da parte degli artigiani.
Poco più in là, una donna indossa uno slip dress anni Trenta tagliato in sbieco: il ricamo, realizzato da Atelier Montex, è un mosaico di pesci brillanti in stile Art Déco, sovrapposti e allo stesso tempo leggeri.
Ai piedi, il filo conduttore sono le classiche slingback: modelli realizzati da Massaro in morbida pelle di capretto, oppure reinterpretati in shearling rasato con macchie animalier, a metà strada tra l’iconografia storica di Chanel e la sensibilità contemporanea.
Una storia d’amore tra Gabrielle Chanel e New York
La collezione riprende il legame tra Gabrielle Chanel e New York, in particolare i viaggi del 1931, quando la stilista raggiungeva Hollywood passando proprio dalla città sul fiume Hudson, ed è proprio nel downtown newyorkese, più che negli studi di Hollywood, che Gabrielle trova conferma della forza del suo stile: prima di ripartire per l’Europa, scopre che molte donne hanno già adottato i suoi capi, interpretandoli a modo proprio. Questa diffusione spontanea, quasi pop, del suo guardaroba viene accolta come la forma più sincera di riconoscimento.
Gabrielle torna a Parigi con uno slancio rinnovato e la consapevolezza che la sua idea di stile abbia una risonanza globale. La collezione riprende proprio quel momento di consapevolezza, trasformandolo in un racconto d’amore continuo tra Chanel e New York: un filo che unisce la subway contemporanea alle strade percorse da Mademoiselle negli anni Trenta.
Tantissime le celebrity presenti come A$AP Rocky e Dapper Dan, Whitney Peak e Angèle, Ayo Edebiri, Teyana Taylor, Kristen Stewart, Margaret Qualley, Martin Scorsese, Tessa Thompson, Rose Byrne, Bowen Yang, Jon Bon Jovi e altri ancora.
credit image by Press Office – photo by Chanel










