Ferrari primavera estate 2026: l’officina della moda
La collezione primavera estate 2026 di Ferrari, firmata da Rocco Iannone, si intitola Officina. Presentata in uno spazio bianco che richiama un laboratorio creativo, la sfilata celebra la materia, il gesto e la funzione. Tra tele di seta, pelle tamponata e denim acidato, la collezione si sviluppa in tre atti narrativi che culminano in forme scultoree. Accessori e borse richiamano utensili e strumenti, trasformandoli in segni di stile. Un racconto di riduzione che amplifica emozione e connessione.
La collezione primavera estate 2026 di Ferrari, presentata con il titolo Officina, si apre come un manifesto di rigore e chiarezza. In questo spazio simbolico, dove l’atto creativo nasce dalla concentrazione e dal gesto che plasma, il direttore creativo Rocco Iannone traduce il linguaggio del design automobilistico in abiti che esaltano la materia attraverso la forma.
L’Officina non è solo il nome di una collezione, ma la rappresentazione di un metodo: selezionare, ridurre, scegliere con decisione. Che si tratti di un’auto o di un vestito, il percorso è lo stesso: dare senso alla materia, trasformando la bellezza in funzionalità e la funzionalità in estetica.
Una visione di sottrazione
La primavera estate 2026 è costruita attorno a un principio di riduzione che diventa chiarezza. Ogni capo è progettato per riportare la moda al suo nucleo, liberandola dall’eccesso. Silhouette nette e verticali, volumi essenziali che accompagnano il corpo e ne magnificano il movimento: tutto appare ridotto all’essenziale, ma senza mai risultare minimale.
La tattilità dei tessuti diventa la protagonista assoluta: canvas di seta, seta tussah, garza di cashmere, moiré, nappa e denim raccontano una narrazione materica che vive di texture e densità. I colori seguono lo stesso approccio: il bianco in tutte le sue sfumature, dal burro all’ottico, si alterna al ruggine e al rosso magma, unica tinta che richiama esplicitamente il dna Ferrari.
Tre atti narrativi
La collezione si sviluppa come un crescendo scandito da tre momenti.
- Il bianco come inizio, con abiti allungati, camicie fluide e pantaloni cargo dalle proporzioni generose.
- La forza della materia, dove la pelle tamponata, il denim acidato e le maglie aerografate danno vita a capi dal carattere deciso, quasi scolpiti.
- La scultura in movimento, che chiude la sfilata con linee sinuose e brillanti riflessi argentei, evocando un senso di fluidità assoluta.
Ogni fase sembra raccontare un passaggio dalla purezza alla potenza, per concludersi nella leggerezza scultorea di una moda che non si limita a vestire, ma a interpretare.
Gli accessori come strumenti
Gli accessori dialogano con la collezione come se fossero utensili di un’officina creativa. Le pump in canvas e le versioni costruite con intrecci di sottili cavi di pelle rimandano al gesto manuale. Le driving shoes dalla punta squadrata traducono l’eredità automobilistica del brand in chiave sartoriale.
Le borse diventano veri e propri simboli: la Ferrari Dino Bag, con linee morbide e arrotondate, e la Nello Tool Case, più rigida e angolare, incarnano due anime opposte ma complementari. I bijoux, modellati come bulloni e lucchetti, riprendono in chiave gioiello gli strumenti dell’officina, trasformandoli in ornamenti.
Il cuore della primavera estate 2026 è un messaggio chiaro: ridurre non significa sottrarre, ma amplificare. Amplificare senso, emozione e connessione. È in questo equilibrio che l’Officina prende vita: un luogo dove la moda diventa strumento per raccontare un’idea di bellezza che non è mai fine a sé stessa, ma sempre funzionale, vissuta, autentica.
credit image by Press Office – photo by Ferrari