La nuova collezione donna per la prossima primavera estate 2019 di N21 parte da un attento lavoro sul tessuto e sul design, per costruire messaggi chiari, leggibili, decisi. Ridurre all’essenziale per essere incisivi: Less is more.

Evitare le sovrapposizioni per rendere chiara l’idea. Attitudine adulta, non svagata, precisa. La collezione N21 parte dalla declinazione dei tessuti della couture per descrivere attitudini casual con linee, volumi e forme disegnate.

Come racconta Alessandro Dell’Acqua: “Il mio approccio a questa collezione parte dalla voglia di riportare il design nella moda per ottenere un risultato più originale e meno omologante. I tessuti solitamente utilizzati nell’alta moda mi sono serviti per rendere più consapevoli i trattamenti tecnici, dallo chiffon vetrificato all’eco struzzo lucidato, come l’esercizio sulla struttura scarnificata mi è servita per disegnare abiti con forme più nette. Credo nella prevalenza dell’originalità del progetto e nella riscoperta del dettaglio che distingue l’oggetto. In questo senso, gli abiti della collezione raccontano le evoluzioni delle mie idee sulla moda”.

Arriva da una tecnica sartoriale l’effetto della scarnificazione dell’abito che si ritrova in uno scheletro di piume che si sovrappone come un soprabito ai tubini sottili e alle gonne monocrome completate da top in chiffon vetrificato. Ma anche nelle canotte e negli abiti sottoveste costruiti con triangoli di paillettes legati da una sottile catena di filo e sovrapposti alle T-shirt e ai fourreaux coprenti.

E’ il Nude protagonista di maglie leggerissime in nylon con fasce nere sul seno e di un tailleur in multiprene. Ma è anche l’apertura posteriore di un caban che copre una gonna, ed è l’oblò che si apre sulle spalle di una maglia sottile. E ancora, è l’effetto sensuale degli abiti scarnificati come quello di tutti i capi che improvvisano parti di nudità inaspettatamente erotiche.

Linee e volumi semplici, diritti, di abiti in duchesse, in faille, in tinta unita o in tie & dye, che si complicano soltanto grazie a un grande fiocco sulla parte posteriore o attraverso drappeggi appiattiti ma in grado di creare movimenti asimmetrici sullo stesso abito.

Interessante l’uso inedito di tessuti e nuove fibre. Il multiprene, solitamente utilizzato per le coppe dei reggiseni, diventa gonne e tailleur. Il filo di nylon compone la maglieria. Il faille dà vita agli abiti da sera e agli anorak sportivi, la duchesse serve anche per costruire gonne cortissime e l’organza si trasforma ovviamente in abiti ma anche in borse ricoperte di piume. Lo chiffon è vetrificato mentre l’eco struzzo è spalmato e lucidato.

Nasce «Angela», la borsa in multiprene che si regge con tre lunghe catene in ottone dorato e si chiude con una fibbia delicata. È la capofila di zaini e di shopping bag in organza e piume, di sandali con strisce di raso che si stringono in fiocchi sospesi, di sandali con cinturino in lattice e altri adorabilmente preziosi il cui effetto nudo viene interrotto semplicemente da una fascetta in strass. Tutti con il tacco alto. E sempre abbinati ai colori degli abiti.

La palette di colori è una sintesi del color block. Si parte dall’assoluto nero. E poi: nude, rosa, corallo, fucsia, rosso scuro, verde acido. Sempre in solitaria, mai mescolati. Sempre decisi.