TÁR film Venezia 2022: Cate Blanchett, il mondo dell’orchestra e del suo direttore
TÁR film Venezia 2022 – Dallo sceneggiatore, produttore e regista Todd Field arriva TÁR, con protagonista Cate Blanchett nei panni di Lydia Tár, la rivoluzionaria direttrice di una delle principali orchestre tedesche. Incontriamo la Tár all’apice della sua carriera, impegnata sia nella presentazione di un libro, che in un’attesissima esibizione dal vivo della Quinta Sinfonia di Mahler. Nel corso delle settimane che seguono, la sua vita comincia a disfarsi di fronte alle problematiche attuali. Il risultato è uno scottante esame del potere, del suo impatto e della sua solidità nella società odierna.
TÁR film Venezia 2022: il trailer ufficiale
“Questa sceneggiatura è stata scritta per un’artista: Cate Blanchett. Se avesse rifiutato, il film non avrebbe mai visto la luce. Gli spettatori, cineamatori e non, non ne saranno sorpresi. Dopotutto, lei è una maestra assoluta. Ciò nonostante, mentre giravamo il film, l’abilità sovrumana e la verosimiglianza di Cate sono stati qualcosa di veramente sbalorditivo da osservare. Abbiamo beneficiato tutti del suo talento. Il privilegio di collaborare con un’artista di questo calibro è qualcosa di impossibile da descrivere adeguatamente. Sotto ogni punto di vista, questo è il film di Cate” ha dichiarato Todd Field.
La trama
TÁR si apre con un’intervista tra Adam Gopnik e Lydia Tár al New Yorker Festival, in cui viene messa a fuoco la professione della Tár: dopo essersi laureata Phi Beta Kappa ad Harvard, questa eclettica Americana ha studiato pianoforte al Curtis Institute prima di conseguire il dottorato in Musicologia presso l’Università di Vienna, specializzandosi in musica della Valle dell’Ucayali nel Perù orientale, dove ha trascorso cinque anni tra la popolazione Shipibo-Konibo. Come direttrice d’orchestra, ha scalato i ranghi delle “Big Five” orchestre americane mentre nel frattempo componeva, e si è aggiudicata tutti e quattro i principali premi: Emmy, Grammy, Oscar e Tony, ottenendo un posto nella lista dei cosiddetti EGOT.
Con il sostegno del consulente finanziario e direttore d’orchestra amatoriale Eliot Kaplan (Mark Strong), la Tár ha fondato la Accordion Conducting Fellowship, il cui principio fondatore era quello di offrire opportunità imprenditoriali e contratti lavorativi alle giovani direttrici d’orchestra. Dopo esser stata direttrice ospite a Berlino, Lydia Tár è diventata la principale direttrice dell’orchestra, posizione che ha ricoperto per sette anni.
“Come molte persone che ricoprono posizioni autoritarie, e che respirano l’aria rarefatta di orchestre ordinarie come quelle tedesche, la Tár è enigmatica”, afferma Cate Blanchett, “È stata una vera sfida per me dare vita al personaggio, e trovare i momenti che avrebbero permesso al pubblico di connettersi con la sua esperienza, perché questa è una donna che in effetti non conosce sé stessa”.
Fuori dal palco, Lydia Tár vive una relazione a lungo termine con il primo violino di Berlino, Sharon Goodnow (Nina Hoss), con la quale crescono la loro figlia adottiva siriana, Petra (Mila Bogojevic) in una casa moderna berlinese; la Tár è vicina al suo mentore e predecessore Andris Davis (Julian Glover), che la aiuta ad affrontare le intricate complessità della sua posizione. E lei stessa fa da mentore a Francesca Lentini (Noémie Merlant), la sua giovane assistente che spera un giorno di diventare una direttrice d’orchestra.
Mentre l’orchestra si prepara per la data della registrazione dal vivo della Deutsche Grammophon della Quinta Sinfonia di Mahler, e che segna un punto culminante nella carriera della Tár, iniziano ad apparire delle avvisaglie di difficoltà.
“Le donne direttrici d’orchestra ottengono più spesso pezzi da camera, non i pezzi grossi – e francamente questo le logora”, aggiunge la Blanchett. “La mia protagonista si ritrova a prendere decisioni poco sagge a causa dell’esaurimento provocato da questi processi sistemici. Sei sul podio da donna, e una percentuale della tua concentrazione deve superare la convinzione politica che sei lì come donna”.
Nella seconda metà del film, TÁR diventa una storia sulla mutevolezza delle dinamiche di potere, mentre la sua orchestra – un corpo democratico in cui i musicisti eleggono il direttore – inizia a considerarla in modo diverso.
“La nozione di democrazia contro autocrazia è molto viva nella storia di Todd”, afferma la Blanchett, e culmina in una scena in cui Lydia e sua figlia improvvisano un’orchestra con animali di peluche dopo che il potere della direttrice sul podio viene minacciato. “Non è una democrazia”, dice la Tár alla bambina, mettendo in luce il conflitto al centro della sceneggiatura di Field.
TÁR è un film sulle prove, un film elaborato, che cerca di trasmettere i meccanismi che accadono dentro e fuori dal palco. TÁR ci introduce in un ambiente che non si vede spesso – il mondo dell’orchestra e del suo direttore – ponendo una donna nel ruolo centrale, e usando altre donne per parlare di questo mondo, ed esplorare la complessità delle relazioni tra le persone che vi abitano e lavorano. La storia è molto moderna nel modo in cui esamina le dinamiche del potere, e fa sorgere delle domande sulla loro natura complicata.
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