Andreas Kronthaler per Vivienne Westwood primavera estate 2026: “Boudoir”

La collezione primavera estate 2026 “Boudoir” di Andreas Kronthaler per Vivienne Westwood è un viaggio nella memoria e nell’anima. Tra tessuti dimenticati, ricami d’archivio e il profumo del Mediterraneo, Andreas reinterpreta l’eredità di Vivienne con grazia e autenticità. Un racconto intimo e sensuale, dove l’abito diventa simbolo di verità e libertà, e il boudoir si trasforma in spazio dell’anima.

Un racconto intimo tra memoria e rinascita

Ci sono collezioni che non si limitano a vestire il corpo, ma toccano qualcosa di più profondo: l’anima, la memoria, la verità interiore. La primavera estate 2026 di Andreas Kronthaler per Vivienne Westwood, intitolata “Boudoir”, appartiene a questa categoria rara. È un viaggio personale e poetico, un inno alla libertà creativa e alla rinascita attraverso la moda, in cui la vita e l’eredità di Vivienne Westwood si intrecciano a un sentire intimo e autentico.

Andreas Kronthaler apre la narrazione con una riflessione che sembra una confessione: “Credo di aver vissuto due vite precedenti — una come soldato romano e una come regina di Francia”. È una dichiarazione di appartenenza al passato e al tempo stesso un atto di trasfigurazione: la moda come reincarnazione continua, un ciclo vitale di memoria, materia e desiderio.

Il boudoir come spazio dell’anima

Boudoir Vivienne Westwood fragranza

photo by Vivienne Westwood

Il punto di partenza è un luogo privato, segreto, femminile e sensuale: il boudoir, stanza simbolo di introspezione e libertà. “È lo spazio dove sei più vicino a te stesso, dove la verità risiede — nel tuo cuore”, racconta lo stilista. Da qui prende vita una collezione che riflette un’idea di moda intima, sussurrata, lontana dalla frenesia esteriore, ma intrisa di significato e artigianalità.

La nuova fragranza “Boudoir”, omonima della collezione, diventa parte integrante di questo universo sensoriale. Ispirata ai profumi antichi di Versailles, evoca la dimensione più privata e romantica della femminilità secondo Vivienne Westwood: un equilibrio tra opulenza e delicatezza, ironia e sentimento.

Tra tessuti dimenticati e poesia del vissuto

La collezione nasce dal desiderio di trasformare l’imperfezione in bellezza, di dare nuova vita a ciò che è rimasto nei cassetti. Kronthaler racconta di aver osservato i drappi di vecchie tende e di averne tratto ispirazione per creare abiti: “Ho trovato nei mercati italiani tessuti meravigliosi, tipici, con i quali abbiamo giocato mescolando stampe iconiche della maison e materiali di recupero”.

Il risultato è un insieme di capi che respirano storia e autenticità. Abiti destrutturati, corsetti dal sapore barocco, gonne che sembrano lenzuola avvolte sul corpo, giacche leggere come veli. Nulla appare nuovo, nulla è perfetto: tutto è vissuto, familiare, profondamente umano. Ogni piega, ogni cucitura racconta un frammento di memoria, un gesto di cura, una traccia d’amore.

La filosofia del “nulla va sprecato” si traduce in un’estetica poetica e sostenibile. Pelli traforate effetto pizzo, ricami dimenticati e tessuti d’archivio si fondono in un mosaico di emozioni tattili. È una celebrazione del “fatto a mano” e della bellezza imperfetta, in perfetta continuità con lo spirito sovversivo e romantico di Vivienne Westwood.

Il Mediterraneo come stato d’animo

Dopo un’estate trascorsa su un’isola siciliana, Andreas Kronthaler porta in passerella il respiro del Mediterraneo. La luce calda, il profumo di sale, la libertà assoluta del mare entrano nei tessuti, nei colori e nei volumi.

I capi hanno la leggerezza della brezza e la spontaneità del vivere estivo: camicie aperte, abiti fluidi, gonne arrotolate, top intrecciati con nastri, pelle abbronzata e piedi scalzi. Tutto sembra “facile da curare, già indossato, appartenente a chi lo porta”. Non ci sono artifici, solo la verità di una vita che scorre, in equilibrio tra sensualità e naturalezza.

Il boudoir si apre così all’esterno, al sole e al vento, trasformandosi in un luogo aperto, dove il corpo si libera e si racconta attraverso l’abito. È un invito a vivere la moda non come ornamento, ma come parte integrante dell’esistenza.

Storia, cultura e sentimento: sfilare all’Institut de France

La sfilata si è tenuta all’Institut de France, cornice di straordinaria importanza culturale, scelta non a caso. Questo luogo, simbolo di conoscenza e tradizione, diventa lo scenario ideale per un dialogo tra passato e presente.

Sul set, un’installazione di Ikebana composta da girasoli e un ombrello di Cherbourg porta una nota di dolce malinconia e di speranza. “Ci sono molti girasoli sulla terrazza del nostro studio a Londra”, racconta Kronthaler. “Ogni volta che li guardo, mi fanno sorridere.” Il fiore, simbolo di luce e rinascita, diventa il segno più autentico di questa collezione: un omaggio alla vita e al ciclo eterno della creazione.

La musica che accompagna la sfilata è l’ultimo movimento della Sinfonia Jupiter di Mozart: un suono che guarda al futuro con fiducia, capace di evocare l’armonia del mondo classico e la tensione verso qualcosa di nuovo.

Boudoir: la verità del cuore

La collezione cattura la contraddizione fertile tra decadenza e vitalità, tra passato e futuro, tra intimità e ribellione. È un racconto di reincarnazione, di abiti che non si limitano a coprire, ma che sembrano possedere un’anima propria — proprio come le persone che li indossano.

In “Boudoir”, il corpo è libero, il tempo è sospeso, e la moda diventa un atto di verità: un modo per avvicinarsi a sé stessi, per ascoltare ciò che risuona nel profondo.

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credit image by Press Office – photo by Vivienne Westwood

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Da oltre 18 anni lavora nel mondo dei media e della comunicazione e si occupa di creare contenuti per il web e i social media. Dalla formazione in Filosofia presso l'Università La Sapienza di Roma, approda nel mondo digital dove ha collaborato con molti network editoriali italiani. Iscritta all'Albo dei Giornalisti nell'elenco Pubblicisti. Nel 2019 ha fondato il magazine digitale GlobeStyles. Dal 2019 è anche responsabile Lifestyle di Quotidiano Motori.

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