Antonio Marras primavera estate 2024Antonio Marras ci porta in un nuovo racconto visivo ed estetico che prende ispirazione dal cinema ed in particolare dall’atmosfera vibrante del film “L’estate di Joe, Liz e Richard.”

Il cinema, un magico medium dove la realtà si fonde con la finzione, dove il possibile diventa realtà con un semplice pensiero e un tocco di creatività. È qui che Antonio Marras ha imparato a raccontare, ad attraversare mondi e a dare vita alle storie attraverso la moda. La settima arte, con le sue infinite narrazioni, ha plasmato il suo spirito e guidato la sua creatività.

Nel 1967, quando la troupe di Joseph Losey arrivò ad Alghero per girare il film, Antonio Marras era solo un bambino, ma ricorda ancora l’effervescenza e il fascino che l’evento portava con sé. Nel corso degli anni, il film, le celebrità coinvolte, le storie dietro le quinte e il fascino di Capo Caccia e della sua villa bianca sospesa sull’orlo del mare hanno assunto una dimensione mitica.

Recentemente, ha anche scoperto il documentario “L’estate di Joe, Liz e Richard” di Sergio Naitza, che svela i retroscena della realizzazione di quel cult del cinema. Ed è così che si è ritrovato immerso in quell’estate calda, dove la linea tra realtà e finzione era quasi impercettibile.

Nel set di sfilata allestito come vari studi cinematografici si alternano attori, attrici, lavoranti, dive, segretaria di produzione, costumista, segretaria di edizione, assistente personale, sarta, regista, produttore, coordinatore del set, ciakkista, fonico macchinista, comparse e modelle e modelli e aspiranti attrici.

Tra kaftani evanescenti e ondivaghi, abiti couture, vestaglie, tailleur sartoriali strizzati in vita, look maschili over, spolverini, pencil skirt, tubini e abiti da grand soirèe drammatici e divini. Abiti croccanti dai colori dei macaron. Pizzi chantilly, valenciennes, macramè, intarsi, ricami, perline, paillettes tutte a ruches, tulle plissè e flocckati, pied de poule, vichy, prince de galles, pois e righe, gessati e damaschi. E cotoni. Mazzi di rose e rose piazzate, onde, stampe acquellate e fanè.

Ecrù, sabbia, nacre, polvere e nero, tanto nero e lilla, giallo, rosa e celeste. Maglia intarsiata e tridimensionale, pelle, costumi e jersey. Tutto insieme, un muoversi di camera, taglia e cuci di inquadrature e scene e l’arte dell’improvvisazione.

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