Celine Montenapoleone: moda, arte e architettura nel cuore di Milano
Celine apre la nuova boutique a Milano, in Via Montenapoleone, con uno spazio di oltre 600 m² su due livelli che accoglie prêt-à-porter, accessori e profumeria. Il progetto, firmato da Hedi Slimane, fonde marmi pregiati, arredi modernisti e una selezione di opere d’arte contemporanea. Tra le firme esposte: Peter Schlesinger, Susan Rothenberg, Yngve Holen e Simone Fattal. La nuova apertura consolida il ruolo di Celine nel panorama del lusso come punto d’incontro tra moda, arte e architettura.
Un nuovo indirizzo iconico a Milano
Celine inaugura il suo nuovo store nel cuore del quadrilatero della moda milanese, all’angolo tra Via Montenapoleone e Via Sant’Andrea. Un punto nevralgico del lusso italiano, che ora ospita un ambiente di oltre 600 m² distribuiti su due piani. Il flagship store diventa così non solo una destinazione di shopping, ma anche un luogo dove moda, architettura e arte convivono in perfetta armonia.
L’apertura di Celine Montenapoleone segna un momento importante per il brand, che sotto la direzione artistica di Hedi Slimane, continua la sua visione estetica sofisticata, rigorosa e profondamente legata all’arte e alla cultura visiva contemporanea.
Design architettonico: materiali naturali e linee moderniste
L’interior design della boutique è una dichiarazione di eleganza e precisione. Ogni elemento è stato progettato per offrire un’esperienza spaziale coesa e sensoriale, in cui la matericità dei materiali naturali si combina con linee minimaliste e geometrie raffinate.
Le superfici interne sono rivestite in marmi pregiati – tra cui l’Oyster Calacatta, l’Arabescato e il travertino grigio – mentre il pavimento in Grand Antique si estende su entrambi i livelli. A contrasto, le pareti in laccatura nera e gli specchi extra-clear con finiture in oro anticato riflettono la luce e amplificano la spazialità.
Una scenografica scala centrale in metallo dorato lucido, ispirata all’estetica modernista, collega i due piani. I suoi gradini in vetro e rovere, con lame luminose laterali, introducono un gioco verticale di luci e ombre che richiama il design vintage degli arredi distribuiti armoniosamente nello spazio.
Un percorso immersivo tra moda e lifestyle
Al piano terra, la boutique ospita le collezioni di pelletteria, accessori, alta gioielleria, Haute Parfumerie e la nuova linea Beauté. Gli ambienti sono pensati per valorizzare ogni creazione Celine, mantenendo un equilibrio tra sobrietà, lusso e funzionalità.
Il piano superiore è invece dedicato al ready-to-wear femminile e maschile, agli accessori tessili e alle proposte della linea Maison, con zone relax più ampie e salotti privati. Il pavimento a spina di pesce in rovere francese, ispirato agli interni parigini, completa la scenografia di un ambiente intimo, pensato per una clientela che ricerca discrezione e personalizzazione.
Celine Art Project: arte contemporanea come codice identitario
Elemento chiave dell’identità del brand, il Celine Art Project continua anche nella nuova boutique milanese. Una selezione di opere d’arte contemporanea, curata e coerente con l’estetica Celine, anima lo spazio espositivo, trasformandolo in una vera e propria galleria. Tra le opere in mostra:
- Peter Schlesinger – Untitled (2024): scultura in ceramica smaltata che evoca forme mitologiche e biomorfiche. La texture sensuale del materiale e l’uso inventivo del colore rendono ogni opera unica e tattile, riflesso di un amore profondo per la materia ceramica.
- Susan Rothenberg – Untitled (1974): un’opera su carta che rappresenta un momento cruciale nella carriera dell’artista americana. Celebre per le sue figure equestri, Rothenberg ha rivoluzionato il linguaggio pittorico tra astrazione e rappresentazione, con una pennellata energica e simbolica.
- Luisa Gardini – Senza Titolo (1991): un lavoro in polistirolo espanso e acrilico testurizzato. Il gesto veloce, istintivo e materico è una costante dell’opera dell’artista ravennate, che fonde pittura e scultura in oggetti visivamente indecifrabili ma potentemente espressivi.
- Yngve Holen – Furrow (2025): una scultura in ottone spazzolato ispirata alla foglia di agave, simbolo di tensione tra naturale e industriale. Il lavoro riflette sulle implicazioni identitarie e tecnologiche del presente, attraverso un’estetica asciutta e tagliente.
- John Duff – Palumbo (1984): realizzata in vetroresina ed enamel, questa scultura astratta dalle forme fluide e organiche fonde geometria e tensione strutturale. Le superfici curve e le combinazioni materiche sfidano la percezione e definiscono nuovi confini tra pittura e tridimensionalità.
- Simone Fattal – Greek Goddess (2009): una figura in terracotta che sintetizza mitologia, memoria e identità. L’opera è parte della poetica scultorea dell’artista siriana, dove l’essenziale convive con la potenza evocativa del gesto archeologico.
- Samuel Hindolo – Slow Glass II (2024): un dipinto su carta che esplora la memoria e il tempo attraverso stratificazioni visive e architetture evanescenti. Il titolo rimanda a un racconto di fantascienza sul tempo che scorre nella luce: una metafora per il passaggio delle immagini e delle storie.
- John Carter – First Spacer Painting No. III (1968): un’opera tra pittura e scultura, dove rilievi geometrici e campiture monocrome dialogano con luce e ombra. Le sue “wall-objects” sono icone dell’astrazione inglese degli anni Sessanta, tra rigore formale e lirismo strutturale.
Il nuovo flagship store Celine a Milano è un manifesto culturale, un punto d’incontro tra moda, arte e architettura. Ogni elemento, dai materiali al layout, dalle opere d’arte ai dettagli funzionali, costruisce un’esperienza immersiva e coerente con la visione di Hedi Slimane.
credit image by Press Office – photo by Celine












