Dreams in Transit, volti in viaggio: a Venezia l’arte racconta i sogni dei migranti

Fino al 7 settembre 2025, Piazza San Marco diventa la cornice di Dreams in Transit, installazione visiva che riveste la facciata delle Procuratie con cento ritratti in bianco e nero di migranti ripresi di spalle. L’opera, curata da Art for Action e ispirata al progetto Inside Out di JR, racconta partenze, orizzonti e speranze condivise. A essa si affianca una mostra presso la Casa di The Human Safety Net e la proiezione del corto Sweet Refuge in occasione del Festival del Cinema. Un percorso artistico che intreccia identità, migrazione e nuove prospettive attraverso lo sguardo dell’arte pubblica.

Un’opera pubblica tra memoria e futuro, il video

fino al 7 settembre 2025, Venezia diventa teatro di una grande installazione visiva. La facciata delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco si trasforma in una tela urbana con Dreams in Transit, un intervento curato dalla Fondazione Art for Action. Il progetto nasce in dialogo con l’iniziativa Inside Out dell’artista JR, portando nel cuore della città una riflessione visiva sui temi della migrazione.

Cento ritratti in bianco e nero, tutti ripresi di spalle, rivestono la storica architettura veneziana. Il punto di vista scelto per i soggetti non è casuale: evoca sia il distacco da ciò che si lascia alle spalle, sia lo slancio verso un orizzonte ancora tutto da immaginare. Si tratta di una visione aperta, che invita a mettersi in cammino – almeno con lo sguardo – nella direzione dell’incontro.

Il progetto After Migration e il sostegno ai rifugiati

L’installazione rientra nel programma After Migration, presentato per la prima volta durante la Biennale Architettura 2025. Un’iniziativa pensata per amplificare le narrazioni di chi ha vissuto il distacco dalla propria terra, con l’obiettivo di costruire nuove prospettive, personali e collettive.

Dreams in Transit si lega al lavoro di The Human Safety Net, realtà che dal 2017 promuove percorsi di imprenditorialità e formazione destinati a chi ha intrapreso un nuovo inizio lontano da casa. Ad oggi, sono oltre 13.000 i rifugiati coinvolti in sei Paesi, attraverso azioni concrete di accompagnamento e crescita professionale.

Una mostra permanente nella Casa di The Human Safety Net

Oltre all’installazione in facciata, il progetto continua negli spazi interni delle Procuratie con una mostra visitabile fino al 15 marzo 2026. L’esposizione raccoglie opere di artisti come Ange Leccia, Leila Alaoui, Lorraine de Sagazan & Anouk Maugein, insieme al video Echoes of Dreams di Sarah Makharine.

L’allestimento, aperto al pubblico con ingresso libero e donazione volontaria, è pensato per stimolare una riflessione profonda su identità, radici e appartenenze mobili. Una narrazione fatta di immagini, voci e visioni, in grado di toccare corde intime attraverso una pluralità di linguaggi espressivi.

Cinema e storie condivise: il corto Sweet Refuge

Durante la Mostra del Cinema di Venezia, viene proiettato il cortometraggio Sweet Refuge della regista Maryam Mir, seguito da un incontro con l’autrice e la produttrice Anadil Hossain.

Il film racconta l’incontro tra un pasticcere siriano rifugiato a Brooklyn e una donna sud-asiatica che vende dolci tipici. Due mondi apparentemente lontani si avvicinano grazie alla condivisione del cibo, del lavoro quotidiano e dei ricordi portati con sé.

Mir, cresciuta in Bahrain in una famiglia sud-asiatica, ha voluto raccontare come la cucina possa diventare un luogo di dialogo tra culture, una forma di memoria vivente che unisce generazioni e origini diverse. Il film nasce da un’esperienza reale: quella di un fornaio di origine siriana conosciuto dalla regista, che parlava dei suoi dolci come di amici con un’anima propria.

Il percorso della mostra: un dialogo tra artisti e vissuti

Leila Alaoui: ritratti come atto di resistenza

La fotografa franco-marocchina Leila Alaoui propone Natreen, una serie di ritratti di rifugiati siriani in Libano. Le sue immagini, cariche di umanità e dignità, raccontano non solo la fatica del presente, ma anche la tenacia nel cercare un domani. L’approccio è diretto ma delicato, volto a restituire identità a chi troppo spesso viene ridotto a cifra statistica.

Sarah Makharine: voci sospese tra mare e memoria

Sarah Makharine ci trasporta in un paesaggio sonoro intitolato Échos, dove le voci di chi ha lasciato il proprio paese si intrecciano in una narrazione collettiva fatta di ricordi e frammenti di sogni. L’opera include un’immagine toccante: una bambina tra le braccia della madre, lo sguardo rivolto all’indietro. È una scena sospesa, che racconta più di quanto mille parole potrebbero fare.

Ange Leccia: geografie che galleggiano nell’aria

Con Globes Terrestres, Ange Leccia immagina un universo composto da sfere luminose, leggere, in costante movimento. Ogni globo rappresenta un pianeta interconnesso, fluido, dove le distanze sembrano annullarsi. Un mondo in cui la solitudine si dissolve in una rete invisibile di relazioni.

La Torre di Babele di de Sagazan e Maugein

A completare la mostra, l’installazione di Lorraine de Sagazan e Anouk Maugein: una Torre di Babele costruita con semplici lenzuola bianche. Un materiale quotidiano che, nelle mani delle artiste, diventa allegoria del linguaggio e del lavoro invisibile svolto da chi si trova a ricominciare, spesso in ruoli marginali.

Un ponte tra memoria e identità attraverso l’arte

Il progetto Dreams in Transit non si limita a documentare un fenomeno, ma si propone come spazio aperto all’ascolto e al riconoscimento. I ritratti fotografici di spalle, le installazioni video e le opere esposte all’interno della mostra, costruiscono un racconto corale che attraversa le storie personali per approdare a una riflessione collettiva.

Non si tratta di una semplice esposizione artistica, ma di un invito alla partecipazione emotiva. La posizione dei soggetti ritratto – rivolti verso l’ignoto – coinvolge l’osservatore in una dinamica di attesa e proiezione, in cui ciascuno è chiamato a interrogarsi su cosa significhi appartenere, ricordare, ricominciare.

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credit image by Press Office – photo by LungoLinea Studio

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Matilda Brera è specializzata nel settore del design e del lifestyle, con una passione innata per l'arte e l'innovazione. Fin da giovane ha dimostrato un interesse vivido per l'estetica e la creatività, che ha coltivato attraverso gli studi e l'esperienza pratica. Matilda è anche un'appassionata sostenitrice dell'ecosostenibilità nel design, promuovendo progetti e idee che integrano l'estetica con la responsabilità ambientale.

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