Schiaparelli autunno inverno 2023 – Di tutte le straordinarie eredità di Elsa Schiaparelli, l’unica non ancora replicata, dai brand di oggi come il suo di allora, è il connubio tra arte e moda. Elsa è diventata famosa per la sua sartoria, che non va dimenticata come parte decisiva del suo regnare, ma il suo debutto come stilista è stato con maglie trompe l’oeil, allora rivoluzionarie.

Puro sportswear, erano allora da considerarsi come una decisa pulizia da tutto ciò che era volgare e fluttuante. Una maglieria facile da indossare e da togliere (si può pensare a quei maglioni come ad un abbigliamento athleisure dell’epoca). Il successo di quei pullover è stato il primo dei suoi tanti interventi “virali” nel corso della sua breve ma influente carriera nella moda.

In un certo senso, i tratti distintivi del suo lavoro che oggi chiameremmo codici come l’icona della serratura, i riferimenti anatomici, i dettagli del nastro di sarta, sono rilevanti eppure fluidi. Fa parte dell’universo Schiaparelli anche questo genere di eleganza, che non ama esercizi di puro branding. Anche allora, la maison era rinomata non solo per i suoi simboli, ma soprattutto perché i suoi abiti non assomigliavano a nient’altro in circolazione. I suoi segni, Elsa li declinava in modo piuttosto presente ma altrettanto sottile.

Come diceva Elsa stessa: “Nessuno sa come si dice “Schiaparelli”, ma tutti sanno cosa significa”.

Una delle sfide del creare abiti in un’epoca di branding dilagante in questo caso è onorare i suoi codici e allo stesso tempo non ridurli a loghi. Come Elsa, l’attenzione di Daniel Roseberry si concentra sugli abiti: elementi essenziali di un guardaroba che aiuta una donna a sentirsi più se stessa.

In questo senso, di nuovo guardiamo ad Elsa, le cui fantasie più sfarzose erano sempre compensate e sublimate da silhouette semplici e realistiche. Il risultato è uno chic che non nasce da espedienti, ma da qualcosa di autentico e personale.

Questa stagione segna la prima sfilata di prêt-à-porter di Schiaparelli. La missione per questa stagione è stata semplice: presentare un intero guardaroba, completo di tutto, dalle camicie bianche in popeline agli abiti corti da cocktail in velluto, infondendo in questi classici l’arguzia, l’irriverenza e la controllata teatralità che contraddistinguono Schiaparelli.

La femminilità di Schiaparelli seduce con la sartoria tagliente, con la maglieria grafica, con il denim giocoso, con i preziosi capi in pelle, con gli arricchimenti dei trompe l’oeil e degli ornamenti anatomici in oro. Per questo autunno inverno 2023 2024 Daniel Roseberry ha combinato questi elementi con tessuti maschili e colori neutri.

Questa stagione vede anche il debutto di un nuovo modello di borsa: la Schiap, una baguette trapunto arricchita da dettagli presi in prestito e deviati dalla celeberrima fragranza Shocking, presentata da Schiaparelli nel 1937. Per la nuova Schiap Bag, Daniel Roseberry ha voluto rifarsi a un profilo classico piuttosto che inseguire una tendenza.

Il lavoro della pelle imbottita è arricchito dalle linee a metro di misurazione che esaltano, con la loro successione, il rilievo grafico. La chiusura con l’iconico buco della serratura evoca il mistero, mentre la fodera in pelle rosa shocking crea un’intima costante sorpresa. Come sempre, tutte le borse sono rifinite con minuteria in ottone martellato rivestito con l’esclusiva finitura oro 24k della Maison. Come sempre, le catene delle borse sono fatte a mano, un anello alla volta. Una borsa alla volta.

Si amplia la creazione di calzature. Il successo delle punte dorate adorna stivali in pelle e sneakers. La caratteristica placca con buco della serratura, qui presentata in velluto e vernice, segna anche lo stivale in pelle elasticizzata alto fino al ginocchio, da abbinare ai pantaloni cropped di stagione.

E poi ci sono i bijoux, che sono essenziali per la Maison. Questa stagione ci sono gigli dorati e gusci d’ostrica, giganti buchi di serratura trasformati in orecchini e i polsini oversize in oro martellato, con intarsi di shearling e lucchetti smaltati. E poi certamente i pezzi anatomici, che ci ricordano che nulla è eterno o universale come il corpo umano.

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