Schiaparelli primavera estate 2024 – Sulle passerelle della Parigi Fashion Week sfila la nuova collezione firmata da Daniel Roseberry. Lo stilista parte dal libro di memorie dell’attrice Marisa Berenson che descrive un momento cruciale nella prima parte di carriera di sua nonna Elsa Schiaparelli.

Era il 1927 ed Elsa stava ammirando il maglione di un’amica. Dopo aver scoperto che era stato realizzato da alcune maglieriste armene, Schiaparelli le rintracciò per commissionare un maglione tutto suo che, scrive Berenson: “Doveva assomigliare al disegno primitivo di un bambino della preistoria”. Quel pezzo, con il fiocco trompe l’oeil volutamente imperfetto e il suo umorismo surrealista e anticonformista, fu una sensazionale intuizione e il primo successo di Elsa.

Fu anche l’inizio di quella che sarebbe stata l’etica della Maison di Elsa: iniziare con un capo d’abbigliamento quotidiano – in questo caso un umile maglione di lana – per renderlo sensazionale. Nelle sue mani, quell’oggetto funzionale è diventato qualcosa di cui discutere, da desiderare, per provocare. Da lì, ha continuato a creare pezzi iconici che hanno segnato un’epoca, con scheletri, aragoste, insetti e animali da circo. La sua filosofia non è mai cambiata: prendere qualcosa di familiare. Da rendere insolito.

Dalla testa ai piedi, il prêt-à-porter Schiaparelli è un esercizio per rendere il quotidiano vivo e sorprendente.

Come racconta Daniel Roseberry: “Ho scoperto che più un capo è familiare – una camicia bianca, un trench fluido, un blazer nero da smoking – più è piacevole riscoprirlo abbinato ai codici della Maison, che spesso si rivelano come segreti. Ogni bottone delle maniche è un bijoux, con l’iconografia della casa passata e presente: il buco della serratura, il lucchetto, l’occhio, il capezzolo, la colomba.”

Il motivo del nastro da sartoria – che Elsa ha lanciato attorcigliato a una bottiglia di profumo a forma di busto per il suo profumo “Shocking” – ora rifinisce i bordi sia delle giacche sartoriali ad uso quotidiano che delle bluse straordinarie per grandi uscite. L’umorismo insito in ogni parte del patrimonio Schiaparelli si esprime soprattutto nelle due borse iconiche della Maison.

La prima è l’amata Face Bag, e la seconda è la nuova icona, la Schiap bag, e la sua esclusiva tecnica di pelle “trapunto”, con l’unione di strisce di pelle stampate ed il caratteristico metro a nastro, che ritorna questa stagione in una versione giocosa e color block, più desiderabile che mai.

Si unisce così a una gamma di prodotti intramontabili come il nero, nella voluttuosa versione verniciata opaca o lucida/glamour, il bianco ossa e la versione bicolore a contrasto nero e bianco ossa. La sua fibbia ornata dalla caratteristica chiusura a forma di buco della serratura, in ottone dorato martellato rivela un interno rivestito con la fodera nel colore iconico rosa shocking con il volume perfetto per accogliere tutti gli oggetti di uso quotidiano.

Troviamo umorismo e codici heritage anche sulle calzature. Il buco della serratura adorna la fine del tacco e le punte dorate, è un nuovo classico che completa una scarpa ispirata a una trainer sportiva americana. È la fantasia dell’alta moda tradotta per un uso metropolitano.

Questa collezione ready to wear è incentrata su questa dualità. Un prêt-à-porter come fusione di due mondi: la facilità americana e il rigore dello chic francese. Una palette essenziale di bianchi ed ecrù, contrasta con i neri e gli ori decorati di Schiap.

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