Dior Donna primavera estate 2021 – Per Maria Grazia Chiuri ogni collezione non è solo progettare una serie di pezzi che possano accogliere i corpi delle donne che li indossano, ma è anche una riflessione sulle trasformazioni della società, o reazione agli avvenimenti, come scrive Christian Dior nella sua biografia.

Dior Donna primavera estate 2021: la sfilata prêt-à-porter

Chiuri è una progettista calata nel suo tempo. È interessata a un doppio movimento: quello della vita e quello della moda. C’è una crisi in atto che sta cambiando radicalmente comportamenti, abitudini, rituali. Le nostre menti sono cambiate, le attitudini dei nostri corpi sono cambiate. L’idea di moda che ci accompagnava è messa in discussione.

Maria Grazia Chiuri trasforma la silhouette Dior per rispettarne paradossalmente il lascito: la radicalità eversiva delle origini. Pensare è tagliare. Ridefinire la modellistica per dare sensazioni, impronta di un modo diverso di vivere. La Bar jacket è trasformata nella struttura con la reinterpretazione di silhouette derivanti da una collezione Dior realizzata in Giappone per l’autunno inverno 1957. L’uso dei lacci permette di modularla a piacere sul proprio corpo. La gonna ha la coulisse in vita. Il tailleur veste ogni donna, adeguandosi a quel sentimento di fragilità che attraversa il nostro oggi.

Sono le donne che con la loro scrittura illuminano vite e sentimenti a ispirare Chiuri. Scrittrici, poetesse, intellettuali. In un ideale cenacolo. Nella intimità delle loro case, dei loro studi. Assorte, sorridenti, irriverenti. Avvolte in colorate e infinite sovrapposizioni come Virginia Woolf, o con una semplice camicia bianca come Susan Sontag.

La camicia maschile, indispensabile per Chiuri, si trasforma. Rimane camicia, diventa tunica oppure abito, risonanza dello chemisier Dior. Con i pantaloni ampi a righe sempre con la coulisse o gli short. O sotto ampi cappotti colorati a righe, in tessuto chiné. Poi patchwork di foulard segnati dal paisley e da motivi floreali con frammenti di pizzo per una contaminazione effetto collage sentimentale in una serie di pezzi come abiti o pantaloni per infinite possibilità immaginative.

Sono tutti tessuti morbidi che non irrigidiscono le forme, ma seguono ogni corpo in un rapporto intimo. In un continuo mixare tecniche e materiali. Mussoline di seta per abiti lunghi negli azzurri opachi, ocra scuro, arancio spento. O chiffon con ricami in piccole perline. La vita segnata dal punto smock. Oppure scesa, per incedere liberamente in quell’idea di complessità e bellezza messa alla prova della tradizione e del presente che pervade questa collezione.

Per Maria Grazia Chiuri, ogni collezione è il risultato di una riflessione concettuale su più livelli. Coesistono contemporaneamente la realizzazione della collezione, la definizione dell’allestimento della sfilata e il desiderio, ora più che mai, di produrre storie in grado di esprimere ciò che ha plasmato il processo creativo. La connessione con la poesia visiva, in particolare quella dell’artista Lucia Marcucci, una delle personalità più emblematiche della sperimentazione avanguardista italiana, ha segnato la nascita di una disciplina unica.

Le parole e le riflessioni dell’artista legate all’immagine femminile vengono perfettamente catturate nel collage. Questa tecnica, particolarmente cara alla Direttrice creativa delle collezioni da donna di Dior, rievoca anche il saggio di Germano Celant “To Cut is To Think”, a cui si fa riferimento nella collezione. Il testo si impone come un manifesto, che riflette l’esigenza di mettere in discussione, in questo periodo singolare, il linguaggio della moda.

L’opera Vetrata di poesia visiva, che Lucia Marcucci ha ideato come installazione sul posto, trasforma l’ambiente della sfilata in un maestoso palco punteggiato di immense scatole di luce, richiamando la dimensione sacra delle finestre con vetrate colorate delle cattedrali gotiche. Le finestre contemporanee con vetri colorati di Lucia Marcucci si compongono di immagini tratte da riviste che dialogano con importanti opere della storia dell’arte, da Giotto a Piero della Francesca, da Georges de La Tour a Claude Monet, creando associazioni che mettono l’artista al centro del dibattito sul nuovo femminismo e la comunicazione al cuore della rivoluzione digitale.

Catturando il desiderio profondo di Maria Grazia Chiuri di tornare alle origini della tradizione sartoriale, la collezione prêt-à-porter primavera estate 2021 celebra l’arte virtuosistica del taglio e del cucito. Lo studio dei volumi incontra la maestria del chiné, in un dialogo con la tecnica dell’ikat indonesiano, che consiste nel tingere i fili dell’ordito prima che vengano intrecciati. Questa tecnica femminile ancestrale è simbolo dell’infinito patrimonio culturale delle donne.

Uno spettacolo magnetico che unisce arti sonore, visive e testuali: la sfilata prêt-à-porter primavera estate 2021 è sublimata dall’ensemble Sequenza 9.3, diretto da Catherine Simonpietri. Dal cuore di questo coro femminile si innalza il testo di Sangu di rosa di Lucia Ronchetti, parte dei tradizionali voceri corsi. Un labirinto di parole e suoni intensi. Un simbolo sublime di diversità. Un’ode alle emozioni innescate dalla creatività e dall’arte, in tutte le sue forme.

credit image by Press Office – photo by Adrien Dirand & Elina Kechicheva for Dior