L’eclettica tribù Gucci, che nelle stagioni precedenti abbiamo seguito da Firenze e Berlino a Tokyo e Roma, si trasferisce a Parigi per la nuova campagna pubblicitaria Prefall 2018. Si tratta però di uno spostamento non solo geografico ma anche temporale, che ci trasporta nella primavera del ‘68, l’epoca del risveglio studentesco nella Ville Lumière.

I giovani ribelli di Gucci occupano un campus universitario in un gesto improntato ad ottimismo, idealismo e passione. Non hanno paura di esprimersi e si ritrovano insieme per celebrare il cambiamento e lanciare una sfida all’ordine costituito. Le immagini, realizzate da Glen Luchford, sono ispirate dall’audace, sperimentale e iconoclastica Nouvelle Vague della fine degli anni Cinquanta e Sessanta, un movimento che annovera fra i suoi esponenti registi radicalmente innovatori quali François Truffaut e Jean-Luc Godard.

Le proteste iniziarono nel maggio ‘68, quando gli studenti occuparono la Sorbona. Il cambiamento era nell’aria, fomentato dalla nuova lingua franca culturale rappresentata dal rock ‘n’ roll, dalla filosofia esistenzialista di Jean-Paul Sartre e da una nuova politica improntata alla democrazia partecipativa. L’azione degli studenti parigini diede vita ad un effetto domino che coinvolse lavoratori e intellettuali francesi, ed ebbe ripercussioni ben oltre i confini della Francia.

La nuova campagna di Gucci cattura lo spirito di quello straordinario periodo. Ma oltre a ricordare un tempo e un luogo particolari, vi ritroviamo anche un’allusione al carattere metropolitano e al realismo del cinema della metà degli anni Novanta. Tuttavia, e a differenza dal genere in questione, la ribellione giovanile proposta da Gucci è in chiave romantica piuttosto che provocatoria: dopo tutto, questi giovani sognatori citano i versi del poeta simbolista bohémien Rimbaud, e si ritrovano al grido di Liberté, égalité, sexualité. Nei tre filmati teaser della campagna, infatti, coppie di studenti si scambiano bigliettini furtivi in classe, ciascuno recante un messaggio d’amore, durante una lezione di poesia.

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