La collezione uomo autunno inverno 2018 2019 di Pence 1979 presentata a Pitti Uomo 93 trae ispirazione dallo stile raffinato degli anni ’30. La linea morbida e comoda degli abiti, inaugurata nel decennio precedente, continua a perdurare per l’uomo anni ‘30, come la grande influenza dell’attività agonistica e delle star sportive nel campo dell’abbigliamento.

I suggerimenti di stile presi in prestito da quell’epoca nella collezione di Pence 1979 sono i pantaloni “slacks” oppure classici dal fondo ampio e con le pinces, e le camicie con il classico collo a punta indossate dai grandi divi di Hollywood, omaggio al fascino di Clark Gable e non solo.

Il pantalone classico a vita alta, da indossare rigorosamente con una cintura che ha sostituito le classiche bretelle, si ammorbidisce grazie all’inserimento di numerose pinces. La Polo, introdotta negli anni ’30 nell’abbigliamento anche al di fuori dello sport, viene riproposta da Pence 1979 nelle versioni polo in lana da indossare sotto le giacche o da sole con i pantaloni a vita alta oppure con le doppie pinces.

I materiali usati si ispirano naturalmente a quell’epoca e nella parte più classica-informale della collezione ritroveremo i grandi classici del guardaroba maschile quali il gessato, il principe di galles, la flanella di lana e il velluto. Le proposte sono diverse sia in termini di composizioni che di aspetto. Accanto alle lane ci sono anche i tessuti misti come il cotone-lana e la lana-poliestere. Il gessato è rivisitato e presentato nella versione stropicciato, mentre il principe di galles si accende nei toni con sottili linee di rosso o carta da zucchero.

Per la parte sopra troviamo le giacche dai volumi morbidi, doppiopetto o monopetto, le camicie in tono unito o disegno principe di galles, le polo o i lupetti in lana da portare anche sotto le giacche. La collezione, oltre a proporre capi dal gusto classico, lascia spazio anche a uno stile più metropolitano con look adatti allo street-style come i pantaloni “tracking” in lana o in jersey molto performanti e sofisticati, nei colori tipici della città: i grigi, i blu, l’azzurro cenere e il nero, mescolati con toni più caldi del cognac, panna, rosso scuro e ocra.

Il periodo anni ’30 ha offerto molti spunti anche per la realizzazione dei pantaloni slacks, ovvero i tipici chino in gabardina del brand, costruiti secondo le tradizioni e ispirati al workwear. I nuovi modelli proposti hanno le forme più morbide, le cinture elastiche regolabili e le tasche porta martello/metro.

La vera novità in questo “pacchetto workwear” sono i jersey dall’aspetto usurato, per simulare un’immagine “second hand” come i pantaloni in cotone, le felpe, le t-shirt, i serafino e i pantaloni della tuta, arricchiti da piccoli dettagli di tessuti a contrasto e rammendi. I colori che tingono questa parte della collezione sono i tipici dell’abbigliamento da lavoro o militare: oliva, salvia, ocra, kaki e blu. La parte workwear della collezione è completata dalle giacche da lavoro e i parka imbottiti con dettagli e trattamento vintage.

Sempre agli anni ‘30 e alla chitarra elettrica prendono vita i capi più rock inseriti nella capsule denim della collezione del brand, che si arricchisce di tele sempre più speciali italiane e giapponesi. I denim sono per lo più rigidi, dai pesi più tradizionali (14 oz), con colori e aspetti davvero unici. Non mancano le tele dal color blu profondo e molto fiammate, color kaki, rosso acceso e bianche.

I classici nero e blu saranno esaltati da lavaggi vintage e con numerosi rammendi fatti a mano che si ispirano all’antica tecnica di rammendo/ricamo giapponese sashiko, nata per rammendare, rinforzare in maniera decorativa gli indumenti usurati. Da lì l’uso sempre più frequentemente destinato al decoro. Nella capsule denim questa tecnica è stata applicata principalmente sulla tela nera, aggiungendo al classico filo bianco qualche filo colorato che lo rende contemporaneo e in linea con lo stile di Pence 1979.