“The Animal Kingdom”, il nuovo avvincente film di Thomas Cailley, presentato in anteprima mondiale al 76° Festival di Cannes, arriverà nelle sale italiane dal 13 giugno.

The Animal Kingdom: il trailer ufficiale

In un futuro non troppo lontano, l’umanità è colpita da un fenomeno inspiegabile che causa mutazioni genetiche, trasformando le persone in ibridi animali. Émile, un sedicenne che vorrebbe solo godersi gli anni del liceo, si ritrova improvvisamente a dover affrontare i primi sintomi di questa inquietante metamorfosi. In una società che vede queste “creature” con odio e diffidenza, Émile deve imparare ad accettare la sua nuova natura per svelare il suo vero potenziale.

Questa è la premessa di “The Animal Kingdom”, il nuovo film di Thomas Cailley, un’avventura emozionante e adrenalinica tra inseguimenti, creature fantastiche ed effetti speciali mozzafiato. Con protagonisti Paul Kircher, Romain Duris e Adèle Exarchopoulos, il film è distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection e Wise Pictures, sarà nei cinema italiani dal 13 giugno.

Gli straordinari effetti visivi sono curati da MPC, noti per lavori come “The Last Duel” e “House of the Dragon”, e Mac Guff, famosi per “Valerian e la città dei mille pianeti” e “Cattivissimo Me”. La colonna sonora del film, emotivamente coinvolgente, è stata composta da Andrea Laszlo De Simone, talentuoso cantautore e produttore torinese.

L’intervista a Romain Duris

The Animal Kingdom intervista a Romain Duris

photo by © 2023 Nord-Ouest Film – StudioCanal – France 2 Cinéma – Artémis Productions – photo by Ivan Mathie

Film di genere, dramma intimo o affresco ambientalista – come definiresti The Animal Kingdom, che naviga tra diversi stili cinematografici?

“Per me è un po’ tutto questo: intimo ma spettacolare, film d’autore e per il grande pubblico, profondo e fantastico. Tutto ciò non è necessariamente contraddittorio e rende addirittura The Animal Kingdom completamente magico! Il fantastico senza intimità mi avrebbe interessato meno e riuscire a creare questo mix rientrava tra gli obiettivi iniziali del regista. È persino sconcertante vedere fino a che punto si è spinto.”

Ci parli del rapporto padre-figlio che è al centro della storia, attraverso il tuo personaggio, François?

“Mi sono concentrato sul rapporto umano tra François e suo figlio Émile, interpretato da Paul Kircher. Ovviamente c’erano l’ambiente fantastico, le mutazioni e le trasformazioni, ma per me era altrettanto importante l’aspetto intimo della storia e ho lavorato molto per renderlo il più concreto possibile. A dire il vero, a volte ho anche dimenticato l’aspetto fantastico del viaggio di François, nonostante occupasse sempre più spazio. Però non ho mai perso di vista il fatto che quest’uomo pensasse soprattutto a sua moglie, a uno stadio avanzato della mutazione. All’inizio, François è in una fase di negazione, ma gradualmente accetta che probabilmente le cose non miglioreranno. Allora si concentra ancora di più sul figlio, con tutta la carica emotiva che questo comporta. Questo è un aspetto molto importante di The Animal Kingdom e non volevo assolutamente che andasse perduto lasciando che quello fantastico prendesse il sopravvento con gli effetti speciali. Per me, è soprattutto la storia di un padre che osserva il proprio figlio diventare adulto e che, alla fine, non avrà più bisogno di lui.”

Essere padre ti ha aiutato a costruire il personaggio?

“I miei figli sono più piccoli di Émile nel film ma, alla fine, non importa: averne aiuta quando bisogna interpretare un padre! Ricordo quando sono diventato padre e quanto mi abbia arricchito l’amore incondizionato che ho provato per un essere appena entrato nella mia vita. Aiuta anche il rapporto che si instaura sul set tra gli attori: ed è quello che è successo tra te e Paul Kircher. Non ci sono state forzature. È sempre complicato dover dedicare del tempo a conoscere meglio i propri colleghi, soprattutto quando i personaggi sono padre e figlio. Ci si può sentire “obbligati” a farlo. Ma con Paul non è stato così. È successo in modo del tutto naturale: sono arrivato nel sud-ovest dove stavamo girando e gli ho proposto di fare una passeggiata. Abbiamo camminato tra paesaggi naturali magici e il legame si è creato da solo. Quando un casting è fatto bene, il risultato è questo. Aver legato prima delle riprese, ci ha permesso di essere padre e figlio davanti alla macchina da presa.”

Hai citato i paesaggi del sud-ovest: sono stati devastati dagli incendi dell’estate 2022, quando Thomas Cailley stava girando il film, costringendolo a rivedere i suoi piani. Credi gli sia pesata come decisione imposta?

“Ha interrotto le riprese, ma la cosa pazzesca è che quegli eventi erano completamente in sintonia con il soggetto del film. Gli sconvolgimenti della natura e del mondo, il riscaldamento globale, gli incendi devastanti: c’era quasi una sorta di logica. Come se la natura ci avesse inviato un messaggio coerente con la storia che stavamo raccontando. Concretamente, è stato molto complicato per Thomas, perché abbiamo dovuto interrompere le riprese e riprenderle in un’altra stagione, con tutto ciò che questo implica visivamente, ma anche in termini di programmi personali del cast. Poteva avere risvolti catastrofici per il film. Ma Thomas è riuscito ad adattarsi, anche se le riprese sono durate 6 mesi invece di 3.”

Come hai visto Thomas Cailley alla regia di un film che viene definito molto ambizioso?

“Mi sono innamorato di lui a prima vista e poi osservandolo lavorare durante ogni fase complicata di questo film. Tutto ciò che abbiamo vissuto durante le riprese è servito ad arricchire il film. Non abbiamo sprecato nemmeno un momento. Le prime letture, le prove con Paul, le prove acrobatiche, i combattimenti, la nostra vita fuori dal set. È stato davvero pazzesco! Di film, ne ho fatti parecchi, ma ammetto che sono rimasto sbalordito dall’andamento di questo progetto, perché, alla fine, tutto è stato positivo. Thomas ha una capacità di concentrazione, un’esigenza e una curiosità piuttosto eccezionali ed è sempre riuscito ad associarci alle sue riflessioni o alle sue domande. Questo dimostra una vera intelligenza cinematografica e una reale percezione di cosa sia il lavoro di squadra su un set. Mi ha stupito! Ho adorato The Fighters – Addestramento di vita e siamo andati d’accordo fin dai nostri primi colloqui, ma è stato vedendolo all’opera che mi ha conquistato completamente e definitivamente. Thomas ha il talento di saper scegliere le parole giuste dopo ogni ripresa per far sì che quella successiva sia diversa. E poi, anche se non se ne parla quasi mai, la nostra vita quotidiana lontana dalle telecamere era pazzesca! Ma attenzione: non era un centro estivo. Era un’altra forma di amicizia nata attorno al folle progetto che è questo film, nel mezzo di riprese complicate e ambiziose.”

L’ha detto anche Adèle Exarchopoulos, il cui personaggio di poliziotta porta qualche risata in una storia piuttosto cupa.

“È stata davvero geniale, ha reso comico qualcosa di molto naturale e concreto. Lo si capisce vedendo il film: il suo personaggio reagisce in modo più umano degli altri. Ha anche una distanza, uno sguardo a volte ironico sulle situazioni. Ho amato il suo lato super positivo e disponibile. Anche lei ha dato il suo contributo alla costruzione del film, dimostrandoci che era pronta, come tutti noi.”

L’intervista a Paul Kircher

The Animal Kingdom intervista a Paul Kircher

photo by © 2023 Nord-Ouest Film – StudioCanal – France 2 Cinéma – Artémis Productions – photo by Ivan Mathie

Interpreti Émile in The Animal Kingdom: cosa ti ha attratto verso questo personaggio di un giovane in piena trasformazione?

“Proprio questo: il momento in cui Émile passa dall’infanzia all’età adulta. Non si aspetta assolutamente ciò che gli accade all’improvviso, ma è costretto ad affrontarlo attraversando diverse crisi. Inizialmente, vive nel rifiuto e nella paura, poi il desiderio di scoprirsi cambiato prende il sopravvento e gli procura piacere! Émile ha questa capacità di cadere sempre in piedi, guadagnando ogni volta spazio e forza, fino a diventare una nuova versione di sé stesso alla fine del film. Mi è davvero piaciuto interpretare questo percorso.”

Conoscevi l’universo cinematografico di Thomas Cailley?

“Sì, mi è piaciuto molto The Fighters – Addestramento di vita, che già alternava momenti drammatici a parentesi comiche. Leggendo la sceneggiatura di The Animal Kingdom, mi hanno affascinato il rapporto padre-figlio e la dimensione fantastica della storia. Tutto era scritto meravigliosamente, ma sentivo che c’erano ancora molte cose da inventare e anche Thomas ne era entusiasta. Quando mi ha consegnato la sceneggiatura, l’aspetto finale delle creature e il grado delle trasformazioni non erano ancora del tutto definiti. Thomas mi ha consigliato di guardare diversi film come La mosca di David Cronenberg, che mi ha aiutato con i cambiamenti fisici e comportamentali di Émile. Mi sono entusiasmato per il fatto di dover esplorare il ruolo! Ho visto anche Va’ e vedi di Elem Klimov, film di guerra sovietico che mostra gli orrori dei combattimenti del 1943 dal punto di vista di un adolescente in Bielorussia. Nel film di Thomas c’è questa visione di Émile o del personaggio di Grenouille su un mondo adulto che non capisce veramente e che spesso gli sembra violento e caotico.”

Hai percepito il trucco o le protesi come un obbligo, un peso, o, al contrario, li hai utilizzati come strumenti?

“Prima delle riprese, ho lavorato con un coreografo per sentire veramente i movimenti del corpo che avrei dovuto eseguire durante la trasformazione di Émile. Già questo mi ha permesso, senza trucco, di capire come dovevo comportarmi. Quindi, a inizio riprese, ero pronto: gli effetti visivi mi hanno semplicemente permesso di conferire alla scena una veridicità visibile. Ad esempio, nel film indosso spesso gli artigli e sentirli lì, sulla punta delle dita, ha aggiunto credibilità a ciò che dovevo interpretare. Il lavoro del team tecnico su trucco e protesi è stato notevole ed essenziale per dare vita a Émile e alle altre creature. The Animal Kingdom, ovviamente, non è solo un film di genere, come
hai detto tu, ma affronta anche il tema del rapporto padre-figlio al centro di una produzione importante nel panorama del cinema francese.”

Hai parlato di Romain Duris, che interpreta tuo padre. Il legame tra voi è evidente sullo schermo. Raccontaci della vostra relazione lontano dalle telecamere.

“Ciò che colpisce davvero di Romain è che ha tantissima esperienza, una carriera incredibile, ma affronta le riprese con un approccio fresco! È un attore e un essere umano di grande ispirazione. Durante ciascuna delle nostre scene, mi chiedeva come vedevo le cose, come volevo
interpretarle. Ho avuto la sensazione che Romain fosse davvero coinvolto nella nostra relazione, anche al di fuori delle riprese. Mi ha insegnato molto, ma non ha mai avuto un atteggiamento paternalistico con me. The Animal Kingdom è anche la storia di questo duo e mi è piaciuto molto vivere questa esperienza con Romain. Sia sul set che fuori, ciò che abbiamo condiviso è servito al film di Thomas.”

L’intervista a Adèle Exarchopoulos

The Animal Kingdom

photo by © 2023 Nord-Ouest Film – StudioCanal – France 2 Cinéma – Artémis Productions – photo by Ivan Mathie

Julia è un personaggio fuori fase. Thomas Cailley dice che contava su di te per portare umorismo e leggerezza. Cosa ci racconti di questa giovane poliziotta?

“Julia è piena di buona volontà, energia e speranza. Vuole partecipare, rendersi utile, servire il bene comune, ma finisce nel cortile di una centrale di polizia a cucinare merguez. Vivrà questa storia e si domanderà il significato delle sue azioni: chi sono i veri mostri? Julia non cerca di compiacere, è sempre più forte delle sue convinzioni e prende le distanze attraverso l’umorismo. Nascosto dietro la sua goffaggine e la sua apparente ingenuità, c’è forse il personaggio più lucido della storia.”

Differenza, minoranze, rapporto con lo “straniero”, rapporto genitori-figli: quali sono i temi che ti toccano di più in questa storia?

“Questa sceneggiatura è una delle più belle che abbia letto in vita mia. È un vero inno alla differenza. Senza mai cadere nella caricatura, il racconto ci mette faccia a faccia con i nostri desideri, con i nostri limiti. Al di là dei temi trattati, ciò che mi sconvolge del cinema di Thomas è la forma, lo sguardo senza giudizio sull’alterità, il nostro legame con la natura, con il corpo, con il vivente. I suoi film comunicano una sete di esistere, un desiderio molto sano di libertà. Sul set mi hanno toccato anche le ambientazioni, questi paesaggi selvaggi, dimenticati, sublimi.”

The Animal Kingdom è un film di genere. Avevi già avuto esperienze con questo stile, in particolare con Quentin Dupieux. Da spettatrice, ti piace?

“Questo film è anche una commedia, un racconto, una storia d’amore. Io scelgo di fare film che poi andrei a vedere al cinema. Non mi interessa il “genere” del film, ma quello che provo quando leggo la sceneggiatura. In questo caso ho capito subito che avrei accettato il ruolo.”

Qualche parola sui due coprotagonisti, Romain Duris e Paul Kircher, padre e figlio nel film.

“Paul è unico, magnetico. Illumina con la sua singolarità e la sincerità del suo modo di recitare. Per me è già una star. Romain è un collega estremamente premuroso e generoso. La sua recitazione è sorprendente, dà tanto, ma sempre con grande onestà. Paul e Romain mi hanno subito fatto spazio nel loro duo, è stato semplice, sono stata molto fortunata ad averli con me sul set. Non ho recitato con Tom Mercier ma la sua interpretazione mi ha colpita molto. Anche quella di Billie Blain.”

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