Vestiaire Collective annuncia il lancio della archive sale di Liz Goldwyn. Liz, regista e designer, nonché nipote di Samuel Goldwyn, magnate della cinematografia Hollywoodiana, ha selezionato 300 pezzi rari dal suo archivio privato che spazia dal 1800 agli inizi del 2000.

Questa selezione sarà in vendita in esclusiva su vestiairecollective.com e una percentuale delle vendite sarà donata a “Dress for Success”, un’associazione benefica che aiuta le donne a raggiungere una loro indipendenza economica.

Cresciuta a Los Angeles e da sempre immersa nella vita di Hollywood, Liz Goldwyn è una appassionata esperta di vintage. Mentre frequentava il college, era consulente e curatrice per Sotheby’s, per cui ha anche prodotto la parte del catalogo dedicata ai costumi per l’asta sul patrimonio di Marlene Dietrich. Ha collaborato inoltre alla mostra di costumi dedicata al Duca e alla Duchessa di Windsor e ha realizzato diverse mostre tra cui una collaborazione con Chanel.

Goldwyn ha pubblicato inoltre 2 libri Pretty Things: The Last Generation of American Burlesque Queens (2006) e Sporting Guide (2015) ed è stata editor per Vogue Francia e contributor per Vanity Fair, The New York Times Magazine e British Vogue oltre ad altri prestigiosi magazines.

Goldwyn ha trascorso quasi 30 anni curando il suo archivio personale, iniziando quando aveva appena 13 anni. La sua collezione comprende pezzi estremamente rari: dai corsetti del 1860 ad alcuni abiti del 1940 che ha scovato da giovanissima in piccoli negozi dell’usato a LA ,fino ai pezzi di designer più avant-garde tra la fine degli anni 90 e gli inizi del 2000.

“L’abbigliamento è parte integrante di come mi presento, è la mia armatura e la mia maschera, un travestimento ed una tela” dichiara Liz, “quando mio padre mi insegnava l’arte, mi raccontava sempre le storie delle persone che erano raffigurate nei dipinti, e io adoravo pensare ai loro abiti così come Fellini usava i costumi nei suoi film – come parte del loro personaggio. E’ questo quello che davvero mi appassiona – non tanto la parte “fashion” – ma quello che un abito può raccontare della storia, dei ricordi, del tempo, dell’amore e delle perdite”.

L’esclusiva selezione di Liz per Vestiaire Collective comprende rari pezzi vintage che abbracciano gli ultimi 70 anni. Alcuni dei pezzi chiave comprendono un abito bianco in seta della collezione bianca di Belenciaga creata da Nicolas Ghesquiere nel 2001, una gonna/abito rosa della collezione primavera estate 2000 e una borsa in cavallino della primavera estate 2001, tutto di Balenciaga. La selezione di pezzi rari di Martin Margiela comprende le scarpe Tabi block e guanti in pelle del 1990, così come un abito bianco della collezione Stockman del 1997.

Pezzi del 1960 di Mr Blackwell, il creatore della classifica dei “Best and Worst Dressed list”, aggiungono alla selezione un tocco del glamour della classica Hollywood e comprendono un cappotto da opera in velluto nero e profili in seta fuchsia e un abito e un cappotto in broccato indossato da Liz per festeggiare il suo compleanno con l’icona degli anni 60 Peggy Moffit.

Dello stesso anno si può trovare un cappotto in lana della collezione Marocco di Yves Saint Laurent e un mini abito nero di Courrèges. Un altro pezzo iconico è il mini abito rosa della collezione primavera estate 1992 di Gianni Versace. Ci sono inoltre abiti di Alaïa, e un cappotto tagliato a laser di Jean-Charles de Castelbajac. Accessori da veri collezionisti includono un borsa da viaggio Bradka di Hermes, gioielli di Chanel e Yves Saint Laurent degli anni 70 e 80, nonchè un pezzo unico disegnato e realizzato da Liz Goldwyn stessa.

Dita Von Teese ha dichiarato “Che opportunità fantastica poter attingere all’archivio di Liz! Ha una delle collezioni di pezzi vintage più invidiabili! Sono sorpresa che si separi da alcuni tesori che possiede, ma non vedo l’ora di poterli comprare”!

Karen Elson, supermodella e cantante inglese, ha così commentato “Liz è la più meticolosa collezionista di abiti vintage che abbia mai incontrato. Il suo gusto è squisito e il suo occhio per tutto ciò che è unico, è impareggiabile”.

credit image by Press Office – photo by Todd Cole