Ganni primavera estate 2024 – Quello che forse è il brand di moda danese per eccellenza arriva alla Copenhagen Fashion Week con un approccio molto riflessivo. Come molti, la direttrice creativa Ditte Reffstrup e il marito (nonché co-fondatore) Nicolaj Reffstrup si interrogano sull’Intelligenza Artificiale. E hanno anche interrogato l’AI stessa perché, come da loro stessi ammesso, hanno chiesto a lei di trovare una direzione per la nuova collezione, dandole appena qualche informazione rudimentale.

Ganni primavera estate 2024: il video del fashion show

Il risultato lo abbiamo qui. Per quanto Ditte si sia detta spaventata inizialmente, ha voluto accettare quanto proposto dall’intelligenza artificiale, e anzi ha osato oltre: ha creato uno show estremamente futuristico. La stessa star della sfilata non era una modella “vera”, pur essendoci Paloma Elsesser a dare il via alla collezione. Era in realtà la rappresentazione in AI della Ganni Girl, cioè dello stereotipo di ragazza che indossa gli abiti del marchio scandinavo, realizzata insieme a Cecilie Waagner Falkenstrøm, tra le più interessanti artiste digitali di oggi.

Ditte dichiara che la personalità della Ganni Girl si basa sulla “letteratura del marchio e sui punti dati raccolti dalla community legata al brand”, nonché che ci sono voluti tre mesi per formarla.

Così, a partire da una delle indossatrici, Ganni per la collezione primavera estate 2024 ha guardato alla fantascienza, sempre in chiave pulita. Abiti sottoveste argentati uniti da stivali da “cowboy dello spazio”, o ancora completi con dettagli strutturali, un insieme che ricrea il Quinto Elemento. Ancora, stampe con tigri, tema leopardato, e un colore giallo safari a corredare tutto, realizzato insieme a New Balance in una collaborazione molto chiacchierata.

Futurismo e fantascienza che, però, trovano la loro apoteosi nei materiali, con una pelle alternativa realizzata con scarti della produzione di olio e olive, e che è stata modellata in una giacca da moto o in un vestito, mentre le paillettes sono fatte di alghe. E alla fine? Alla fine, ammette Ditte, l’IA non è così male. “Forse, ci aiuterà anche”, conclude.

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Dal nostro inviato alla Copenhagen Fashion Week – Robin Mørensson

credit image by Press office – photo by © 2023 James Cochrane