Priscilla Sofia Coppola: la storia di un amore travolgente, lo speciale costumi di scena
Priscilla Sofia Coppola – E’ stato presentato, in concorso alla 80 Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2023, il nuovo film scritto e diretto da Sofia Coppola, che racconta il matrimonio tra Priscilla ed Elvis Presley, tratto dal libro “Elvis and Me” di Priscilla Presley con Sandra Harmon. Protagonisti del film Cailee Spaeny, Jacob Elordi e Dagmara Dominczyk.
Priscilla Sofia Coppola: il teaser trailer ufficiale
La trama
Quando l’adolescente Priscilla Beaulieu incontra a una festa Elvis Presley, l’uomo, che è già una superstar del rock’n’roll, nel privato le si rivela come qualcuno di completamente diverso: un amore travolgente, un alleato nella solitudine e un amico vulnerabile. Attraverso gli occhi di Priscilla, Sofia Coppola ci racconta il lato nascosto di un grande mito americano, nel lungo corteggiamento e nel matrimonio turbolento con Elvis. Una storia iniziata in una base dell’esercito tedesco e proseguita nella sua tenuta da sogno a Graceland. Una storia fatta di amore, sogni e fama.
Come racconta Sofia Coppola: “Sono rimasta colpita dall’autobiografia di Priscilla Presley, sugli anni che ha vissuto da giovane donna, a Graceland. Ho cercato di cogliere cosa provasse nell’immergersi nel mondo di Elvis, per poi alla fine riemergerne e scoprire la sua identità̀. Come artista per me è importante mostrare il mondo attraverso gli occhi dei miei personaggi, senza giudicare. Mi hanno sempre interessato i concetti riguardanti l’identità, il vissuto e la trasformazione degli individui. Questo film indaga il modo in cui Priscilla è diventata quello che è, e cosa significa e ha significato essere donna per lei e per le generazioni successive. Ha vissuto esperienze comuni a molte giovani donne, con la differenza che le ha affrontate in un contesto inusuale. Ed è per questo che nella storia di Priscilla, pur essendo unica, ci possiamo incredibilmente identificare tutte.”
La recensione
All’età di 21 anni, era una delle donne più famose e invidiate al mondo, la regina simbolica del rock and roll americano. Tuttavia, Priscilla Presley, il grande amore e unica moglie di Elvis, era appena conosciuta. La sua storia è stata a lungo eclissata dal calore travolgente e dalla luce dei riflettori puntati solo su di lui, ma al suo interno si cela un racconto alternativo e privato.
Se da una parte la storia rispecchia la società di allora, dall’altra è quella di una ragazza piena di sogni, che desidera crescere all’interno di una fiaba splendidamente costruita, e che alla fine si risveglia con desideri personali molto reali e con le stratificazioni e le complessità del potere.
Sofia Coppola presenta uno scorcio del periodo che Priscilla ha trascorso con Elvis, dai contorni misteriosi. La narrazione si svolge come un
ricordo intimo, da un punto di vista infantile e sognatore, che si espande, a mano a mano che Priscilla realizza un sogno al contempo seducente, soffocante e mutevole, raggiungendo la maggiore età in un modo straordinario tipicamente americano.
La storia inizia quando, a 14 anni conosce Elvis, ragazzino annoiato e solitario, arruolato in Aviazione e di stanza in Germania, fino ai 24 anni, quando lascia la terra dei sogni colorati di Graceland come giovane madre affamata di esplorare il proprio futuro non scritto. Di questo decennio, Sofia Coppola dipinge un’esistenza immersiva, deliziosamente affascinante, ma anche una visione delicata e dettagliata di una giovane donna che scalpita per definire se stessa in un mondo dove è costantemente definita da altri.
Coppola affronta la biografia non come una cronologia rigorosa, ma è una sintesi viscerale fatta di umore, di stile e di sentimenti profondamente interiorizzati: la biografia non come la decostruzione della personalità, ma come evocazione della creazione dell’identità.
L’onda d’urto culturale e sessuale della rivoluzione del rock e le complessità del magnetismo di Elvis vengono viste attraverso il filtro di un’adolescente che rincorre un esile sogno romantico. Rievocando candidamente come fu vissuta dall’interno l’ascesa e il declino della loro corte, (la vicinanza, la passione, la meraviglia, la stranezza, la claustrofobia e il desiderio crescente di evadere da essa), Coppola dà a Priscilla la titolarità della sua storia.
Racconta Sofia Coppola: “Quando ho letto per la prima volta la storia di Priscilla, mi ha colpito quanto fosse verosimile, anche in un contesto così inusuale e quanto tutti noi considerassimo lei una figura straordinaria accanto a Elvis, pur non essendo percepita al di là di lui. Priscilla veniva dipinta nel mondo dei tabloid dello spettacolo principalmente come la ‘sposa bambina di Elvis’, ma io ho percepito che c’era un vissuto molto più interessante da raccontare: il sogno di una ragazza che si avvera, ma non quello che lei si era immaginato, ovvero il raggiungere la maggiore età circondata da una fama incredibile, ma anche da una grande solitudine; come una persona impara a vivere in una bolla, pur sentendo la necessità di farla scoppiare; la forza necessaria per rendersi conto che, per quanto Priscilla amasse Elvis, dovesse andare via. Elvis è stato un elemento essenziale della storia culturale americana, ma la vita di Priscilla ne fa altrettanto parte”.
Sofia Coppola continua: “Priscilla è stata per tradizione un personaggio minore del percorso di Elvis, ma ha visto tutta la storia attraverso una lente affascinante e del tutto diversa. Mi interessava esplorare come fosse essere un’adolescente a Graceland, crescere in questa atmosfera estremamente amplificata, in un matrimonio complesso, e quanto straordinario fosse abbandonare questo mondo per vivere la propria vita”.
Per delineare la sua sceneggiatura, Sofia Coppola si è ispirata principalmente al bestseller di Priscilla Presley del 1985 Elvis e io, un’autobiografia estremamente candida eppure disperata, che ha catturato l’immaginazione della regista.
Lei stessa spiega: “Mi è parsa una sorta di ‘Alice nel Paese delle meraviglie’: il viaggio di una bambina in una fantasia inimmaginabile, che arriva alla fine del percorso vedendo le cose con più chiarezza. C’era qualcosa di così affascinante e commovente nella sua storia. Cosa si prova a entrare a Graceland da ragazza e uscirne da adulta? Ho cominciato a pensare come potevo descriverlo, sotto forma di ricordo impressionistico”.
Sofia Coppola fonda la struttura vorticosa del film proprio nel ricordo, rievocando i vari strati della memoria dell’adolescenza, ma anche come questa memoria sia in un secondo momento contaminata dalla brama, dalla compassione per le proprie scelte e per le imperfezioni dell’amore.
Sofia Coppola ha inoltre intrattenuto intense conversazioni private con Priscilla sul presente, grazie alle quali ha colto maggiormente la sua prospettiva. E come spesso fanno le prospettive, la sua si è in qualche modo discostata da quella dell’autobiografia. Priscilla, da tempo ammiratrice di Sofia Coppola, è stata molto collaborativa con la regista e insieme hanno parlato di emozioni, di impressioni e di avvenimenti. Sin dall’inizio, Sofia Coppola ha deciso di sospendere ogni sorta di giudizio, pur di restare fedele ai ricordi di Priscilla, a volte sorprendenti.
“La sua storia solleva molte domande. Lei era molto giovane e ti chiedi come sia mai stato possibile che i suoi genitori le abbiano permesso di lasciare la Germania per andare a vivere con Elvis, quando ancora lei andava al liceo”, dice Sofia Coppola. “Ma ho voluto essere molto aperta ed empatica e sentire direttamente dalle sue parole quale fosse stata la sua esperienza, per poi raccontarlo con onestà. Per me, è una testimonianza estrema di cosa significasse allora essere una donna e anche di cosa significasse crescere in generale”.
Era il 1959 quando Priscilla conobbe Elvis. Il suo patrigno era di stanza in Germania, come Capitano della U.S. Air Force. Elvis, già investito da una mega popolarità moderna, con milioni di fan anelanti in tutto il mondo, si era arruolato come soldato semplice nell’Esercito. Invitata a un party insieme alla rock star, ricorda lo shock quando si ritrovò faccia a faccia con un Elvis impacciato e nervoso, un lato di lui che non avrebbe mai immaginato.
Con suo ancor più grande sconcerto, lui cominciò a confidarsi, raccontandole il suo dolore per la recente perdita della madre. Nonostante la profonda preoccupazione dei suoi genitori per le avances di un uomo più grande di lei, per di più al centro della feroce macchina del gossip, Elvis riuscì a fugare le loro paure peggiori. Priscilla ed Elvis si avvicinarono sempre di più, anche dopo il ritorno di lui negli Stati Uniti nel 1960.
Nel 1963, i genitori di Priscilla acconsentirono che la loro figlia diciassettenne raggiungesse Elvis a Memphis, dove lei frequentò la Immacolate Conception High School, un istituto cattolico femminile, mentre risiedeva a Graceland. Sebbene dormissero nello stesso letto, Priscilla riferisce che Elvis stesso avesse insistito, sin dal suo arrivo a Graceland, perché non facessero sesso durante il loro fidanzamento,
durato più di sette anni, fino alla prima notte di nozze nel 1967.
Esattamente nove mesi dopo, nacque la loro unica figlia Lisa Marie Presley. Cinque anni dopo, Priscilla decise di lasciare Elvis, entrambi erano coinvolti in relazioni extraconiugali. Divorziarono nel 1973, anche se furono visti uscire dall’aula di tribunale mano nella mano (e Priscilla racconta che Elvis cantò “I Will Always Love You” di Dolly Parton, mentre lei si allontanava).
Per Sofia Coppola, il passaggio di Priscilla dall’incanto all’isolamento, per trovare se stessa fuori dal mito di Elvis, è perfettamente verosimile, sebbene la sua situazione con Elvis non lo fosse affatto. Uno degli aspetti che l’hanno colpita di più è l’idea che Priscilla frequentasse una tradizionale scuola cattolica di giorno, mentre la sera frequentasse l’entourage di Elvis a Graceland.
Riflette Sofia Coppola: “Ho cominciato a vedere il suo viaggio come una versione molto amplificata ed esotica di ciò che molte ragazze vivono crescendo e diventando donne: la separazione dai genitori, il diventare madri e lo scoprire la propria identità lungo il percorso”.
Il sogno di Priscilla della sua vita con Elvis si è presto scontrato con le convenzioni sociali dell’epoca.
“Priscilla scoprì che ci si aspettava da lei che rimanesse a casa, perché era ciò che le mogli facevano. Anche dopo aver terminato il liceo, Elvis andava a Hollywood da solo e lei doveva restare lì ad aspettarlo. Non poteva lavorare, giravano costantemente voci su avventure di lui e lei era incredibilmente sola in mezzo al lusso di Graceland”, osserva Sofia Coppola. “Quando rimase incinta, sperò che avrebbero trascorso più tempo insieme, ma quello fu l’inizio della fine. Elvis adorava la figlia, ma non credo che fosse disposto a partecipare agli aspetti pratici del crescere una bambina e Priscilla non poteva più essere la sua amante, perché era ormai completamente assorbita dal suo ruolo di madre”.
Nel film, Sofia Coppola ha volutamente disegnato la sua versione di Elvis (che di solito è la forza motrice di ogni narrazione, come lei stessa sottolinea) “come personaggio secondario nella storia di Priscilla”. Questo capovolge astutamente la sceneggiatura, rivelando l’impatto
personale su Priscilla dello scarto tra le loro potenzialità. Allo stesso tempo, Sofia Coppola voleva essere veritiera sulla natura del loro rapporto, assimilabile a quello di due amici che sussurrano nel buio, il lato che aveva profondamente conquistato Priscilla.
Coppola dice: “Volevo che il pubblico si mettesse completamente nei panni di Priscilla. E allo stesso tempo, volevo usare delicatezza verso le situazioni che affrontano i vari personaggi. Per esempio, rispetto ai genitori di lei, che credo si siano sentiti molto combattuti tra il bisogno di proteggere la figlia e il permetterle di seguire il suo cuore. Ma era essenziale che la storia non abbandonasse mai il punto di vista di Priscilla”.
Questa impostazione ha inoltre trasformato la storia in una variante sul tema “un estraneo in una casa estranea”, dato che parla sempre meno di Elvis e sempre di più di un’adolescente che lotta strenuamente con il proprio agire, mentre viene trascinata in un mondo meraviglioso e recluso che minaccia di inghiottirla.
“Molte adolescenti si infatuano di uomini famosi più grandi di loro, ma in questo caso è diventato realtà”, dice Sofia Coppola. “A me interessava esplorare non solo come andasse a finire, ma anche come le cose che desiderava Priscilla siano cambiate mentre cresceva a Graceland”.
Priscilla Sofia Coppola: speciale costumi di scena
I costumi del film, così come le acconciature e il trucco, sono stati determinanti per immergere il pubblico nel tessuto della vita di Priscilla.
“Elvis e Priscilla erano appassionati di abiti e di moda”, afferma Sofia Coppola. “Sin dall’inizio, il loro mondo è stato molto glamour. Ma questo glamour ha avuto un ruolo anche nella storia e nella crescita di Priscilla. Negli anni ‘70, il suo stile evolve in qualcosa di nuovo. In un certo senso, si sbarazza di tutto e diventa se stessa. Acquisisce più indipendenza e indossa quello che vuole. A Elvis non piaceva che lei indossasse abiti stampati e così lei comincia a indossarli proprio per sfidarlo. Questo è un altro aspetto del suo sviluppo emotivo”.
Stacey Battat, che ha lavorato con Sofia Coppola sin dal film Somewhere del 2010, ha disegnato costumi che vanno dagli abitini morigerati degli anni ’50 alle minigonne alla moda negli anni ‘70, oltre a qualche costume di scena iconico di Elvis. Battat ha raccolto l’esaltante sfida di vestire personaggi alla moda durante il decennio della storia caratterizzato forse dai cambiamenti di stile più estremi.
Gli abiti di Priscilla seguono la sua stessa rivoluzione: da quando si lascia alle spalle le uniformi della scuola fino agli abiti di haute couture.
“Negli anni ‘50, in quanto americana in Germania, si veste in maniera sobria e composta. Tutte le ragazze indossano calze e addirittura i guanti. Ma con il sopraggiungere degli anni ‘70, le regole cambiano, le forme sono più libere e dato che Priscilla ha accesso agli abiti più ricercati, comincia a esprimere se stessa attraverso la moda”, dice Battat.
Appassionata ricercatrice, Battat si è tuffata nei ricchissimi archivi della Biblioteca pubblica di New York e del Metropolitan Museum per rovistare alla ricerca di tessuti, consistenze e sfumature, oltre che di articoli e di servizi televisivi dell’epoca. Come sempre nelle sue collaborazioni con Sofia Coppola, molto prima dell’inizio della produzione, le due donne hanno cominciato a scambiarsi fotografie e campioni di colore.
“Adoro lavorare con Sofia, perché l’atmosfera che crea è sempre rilassata, ma molto concentrata”, dice Battat. “Aleggia uno spirito di divertimento, creatività e inventiva cinematografica. Vuole davvero che tutti dicano la loro opinione. Quindi, quando si è trattato di affrontare una cosa come la tuta di Elvis, dopo aver parlato di quella originale, le ho mostrato alcune proposte e lei ha detto: ‘Fa’ quella che ti diverte di più fare’. È molto bello lavorare con una persona del genere”.
E alla fine, la tuta che Elordi indossa nel film è stata fatta da B&K Enterprises, un negozio di costumi che riprende i modelli originali di Elvis.
“Ogni volta che Jacob la metteva, sembrava incarnare Elvis. La stessa ditta ha confezionato l’abito in pelle che Elvis indossò nel programma ’68 Comeback Special. Hanno fatto un lavoro pazzesco”, dice Battat.
Per realizzare una versione più fresca del leggendario abito da sposa di Priscilla, Sofia Coppola si è avvalsa dei suoi contatti presso la Casa Chanel. Sebbene Priscilla avesse acquistato il suo abito di pizzo a maniche lunghe, decorato con perle, direttamente in un grande magazzino, “l’abito che indossa nel film è una rivisitazione di quello che indossò Priscilla”, spiega Battat. “Ha la stessa forma dell’abito originale, ma si ispira ai merletti contemporanei di Virginie Viard, direttrice artistica di Chanel dal 2019”.
Anche la Casa di moda italiana Valentino ha partecipato alla realizzazione dei costumi di Elvis. Notoriamente, Elvis non si vestiva mai in modo informale, portava sempre abiti del tutto coordinati, anche quando si rilassava in casa sua a Graceland.
“Valentino ha realizzato per Jacob dei magnifici maglioni lavorati a mano, oltre allo smoking del matrimonio, facendo un lavoro spettacolare. È stato un onore immenso poter lavorare con queste due Case di moda iconiche”, dice Battat.
Anche le acconciature e il trucco sono di per sé uno strumento di narrazione essenziale del film, come la primissima volta in cui Priscilla adolescente si disegna un eyeliner ad ala, che diventerà poi la sua firma.
“Era un’epoca così diversa, ma ammiro molto quanto Priscilla ci tenesse a essere alla moda”, afferma Sofia Coppola. “Ho riflettuto molto sul fatto che si mise le ciglia finte quando entrò in travaglio, come ha scritto lei stessa nel suo libro. Aveva sempre questo senso di essere osservata”.
Mano a mano che Priscilla viene risucchiata dal vortice di Graceland, lo spettatore viene attirato sempre più in questo traballante mondo dei sogni, attraverso lo sfavillio dei colori accesi e le scenografie opulente del film. C’è una sensazione crescente di inquietudine e di isolamento, ma anche di amore che non può essere espresso.
A prescindere da quanto fosse necessario per Priscilla lasciare Graceland, Sofia Coppola nota che una cosa è estremamente chiara su come Priscilla vede la storia: “Priscilla ed Elvis erano profondamente e significativamente legati, un legame che è perdurato in tutta la vita di lui e perdura in quella di lei”.
credit image by Press Office – photo by Philippe Le Sourd