Sberla Milano hamburger – Si chiama Sberla e il suo obiettivo è proprio quello di prendere a “sberle in faccia” qualsiasi connotazione negativa del concetto di fast food. In che modo? Grazie a un’accurata selezione di materie prime di alta qualità, dal pane alla carne, passando per i formaggi, gli ortaggi e le salse.

Sberla è la nuova creatura di Paolo Piacentini e Michela Reginato, già soci co-founders di Cocciuto, brand che ha rivoluzionato il concept di pizzeria moderna ed è diventato un punto di riferimento per la ristorazione milanese.

Ostinati nel portare avanti la loro filosofia di cucina, basata sull’eccellenza delle materie prime, degli ambienti e del servizio, e ben sintetizzata nel payoff “La qualità in testa”, i due imprenditori sono appena sbarcati sul mercato con un nuovo marchio che promette di rivoluzionare il segmento della “ristorazione rapida”.

Sberla si presenta al suo debutto con tre “dark kitchen”, almeno per il momento, capaci di coprire l’intera area metropolitana di Milano offrendo tutto ciò che è richiesto a un “fast food” d’eccezione.

Il menù, suddiviso in Hamburger, Hot Dog, Fries e Sweet, è in grado di soddisfare i palati più esigenti grazie a una selezione di materie prime fuori dal comune: a cominciare dal pane americano, soffice e gustoso grazie all’utilizzo delle patate per l’impasto, come da vera tradizione statunitense, passando per la carne Presidio Slow Food proveniente dall’azienda agricola piemontese “La Granda”, fino ad arrivare alle salse speciali prodotte internamente, senza dimenticare gli ortaggi, selezionati freschi di giornata, e, ultimo ma non meno importante, il Cheddar, non uno qualunque, ma il West Country Farmhouse DOP, un formaggio vaccino a pasta semi cotta, perfetto per essere sciolto all’interno del panino.

Questo il mix di ingredienti perfetti per un Fast (Good) Food che esuli da qualsiasi connotazione negativa. La carne selezionata da Sberla, infatti, contribuisce al benessere ambientale, garantito dall’applicazione del modello di Agricoltura Simbiotica, che favorisce la naturale simbiosi tra piante e funghi buoni attraverso l’utilizzo di composti microbici nel terreno, nonché al benessere animale, assicurato da un’alimentazione naturale che prevede, tra le altre cose, l’allattamento dei vitelli fino a 4/6 mesi di vita, e, infine, al benessere sociale, grazie a una corretta retribuzione di piccoli e grandi allevatori.

credit image by Press Office – photo by Alberto Blasetti