Prima Café Milano Corso Garibaldi – A Milano, la capitale europea dell’architettura contemporanea, si incontrano design, tecnologia e food experience con il progetto Prima Café, che è pronto a dare slancio alla ripartenza: il nuovo destination point di corso Garibaldi voluto da Prima Assicurazioni, la tech company fondata da Alberto Genovese.

Prima Café è un progetto ambizioso e consapevole che vuole trasmettere un segnale positivo, in un momento in cui le migliori energie di tutti sono convogliate per ripartire, e porsi come modello per offrire una nuova esperienza di normalità oltre l’emergenza che ci stiamo lasciando gradualmente alle spalle.

Prima Café non ha nulla a che fare con il core business della società di assicurazioni, ma è concepito come uno spazio interamente dedicato al tempo ritrovato e alle emozioni, che si ispira ai valori di dinamicità e innovazione della tech company. È un locale che si trasforma nel corso della giornata, dalla mattina fino alla notte all’insegna del divertimento consapevole.

È un luogo in cui si incontrano attività diverse, in un crescendo di esperienze grazie anche a un ricco programma di iniziative, il tutto in condizioni di massima sicurezza. Questi temi sono stati tradotti nel concetto di esperienza gastronomica originale e nel progetto architettonico multisensoriale firmato da Park Associati, lo studio milanese guidato da Filippo Pagliani e Michele Rossi che vanta importanti realizzazioni come gli headquarters di Salewa a Bolzano e, a Milano, Luxottica e Nestlé, l’attuale restyling dell’ex-Palazzo Sorgente che rientra nell’importante progetto di riqualificazione di piazza Cordusio, i travelling restaurant Priceless e The Cube, ma anche gli store concept per Hermès, Brioni, Piaggio, per citarne alcuni.

“Mangiare, lavorare, incontrare persone e divertirsi, in assoluta sicurezza e in un momento in cui la gente ha bisogno di energia positiva. Racchiudere tutto questo in un unico luogo, che si trasforma a seconda delle necessità e dei diversi momenti della giornata, è stata una bella sfida progettuale, ma l’ampia flessibilità degli spazi ci ha permesso di adattare facilmente il locale alla nuova normalità, mentre guardiamo avanti e ci lasciamo indietro l’emergenza. Infatti con il progetto abbiamo ribaltato completamente il binomio funzione estetica, per creare un’identità fluida che accompagna la metamorfosi del locale. Durante il giorno è uno spazio luminoso e dinamico, di notte entra in gioco un’istallazione di luci che crea l’atmosfera di un club: lavorare sull’incontro di questi due opposti è stato molto stimolante”, racconta Filippo Pagliani.

Per il concept del locale, che si sviluppa su 190 metri quadrati, gli architetti hanno individuato nella natura tecnologica dell’azienda, fatta di intelligenza artificiale e analisi dei big data, un forte parallelismo con l’arte cinetica che consente di creare ipnotiche sequenze di forme o colori.

Con grande attenzione alla cura dei dettagli, è nato uno spazio dinamico, in cui le pareti, concepite come superfici tridimensionali modificano la percezione degli ambienti a seconda dei diversi punti di vista e orari del giorno, grazie anche al riflesso della luce naturale. Si tratta di un nastro plissettato a doppia finitura che abbraccia l’ambiente regalando una sfumatura viola o una preziosa specchiatura brunita.

Oltre alla parete cinetica, il progetto d’illuminazione, realizzato ad hoc in collaborazione con iGuzzini, è l’altro elemento che caratterizza il locale. Una cascata di circa 600 tubi trasparenti e riflettenti, illuminati da un proiettore led, crea un’onda luminosa che si propaga in tutto il locale, richiamando opere di Neon Art.

L’intensità e il colore della luce vengono modificati per dare ritmo alla giornata in base a una programmazione di light design messa a punto secondo i principi del ritmo circadiano: la luce artificiale tiene conto del ciclo biologico dell’uomo per garantire il massimo benessere.

Questo luogo ideato sull’ibridazione delle funzioni e sulla trasformazione delle stesse punta su una forte disruption concettuale, che si traduce nella scelta degli arredi da catalogo e prodotti custom made. Morbidi divani destrutturati, poltroncine avvolgenti, sedie minimal-rétro e sgabelli, tutti diversi, convivono in un unico grande ambiente per creare una piacevole disomogeneità che favorisce la convivenza consapevole di molte attività: svago, lavoro, food. I materiali tessili, che comprendono anche l’estetica glamour dei velluti, e i pellami si incontrano in un gioco di stratificazioni che valorizza la tridimensionalità, la dinamicità, la famigliarità dello spazio.

Le diverse sfumature di blu della resina dei pavimenti si confondono e si fondono in una dimensione fluida; i colori freddi dell’indaco, del carta da zucchero, del petrolio e dell’ametista si animano nelle coloriture del ferro crudo e delle finiture bronzate per scandire il ritmo del locale. Il viola aggiunge un deciso tocco di carattere attraverso elementi luminosi sulle vetrine e non solo. In questa polivalenza ed ecletticità, ognuno trova la dimensione che preferisce per lasciarsi accompagnare in un’esperienza di piacevolezza, benessere, informalità.

“Prima Café è stato progettato con l’obiettivo di soddisfare diverse esigenze, non solo quella legata al consumo di cibo. Oggi, sempre più spesso, la vita privata, quella sociale e il lavoro confluiscono in un unico contenitore e anche i locali si sono adeguati a questa tendenza diventando estensioni della propria dimora e del proprio ufficio, a cui si aggiunge la componente dello scambio relazionale. Ragionare architettonicamente in questa direzione ci ha permesso di creare un luogo in grado di vivere tutto il giorno e di trasformarsi con estrema naturalezza, sempre riuscendo a garantire le massime condizioni di sicurezza per permettere ai clienti di vivere la ripartenza con assoluta tranquillità”, aggiunge Michele Rossi.

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