Street Art Milano 2021 – Considerato per anni un movimento spontaneo e outsider, un semplice prodotto della sottocultura di massa, il linguaggio del graffitismo, del writing, della Street Art a distanza di anni è entrato prepotentemente nella scena artistica “ufficiale”, nei musei, nelle gallerie, nelle mostre, nelle fiere d’arte.

Da movimento culturale e artistico dal basso, dalla forte carica dissacrante, l’esperienza estetica del Muralismo è diventata strumento di coesione sociale, di partecipazione e di riqualificazione urbana sempre più di frequente utilizzata dalle amministrazioni pubbliche e dagli enti privati per esprimere messaggi encomiastici o celebrativi.

L’Arte Urbana regala ai cittadini una lettura alternativa degli spazi, ne sottolinea le fratture e fa riflettere sull’identità dei quartieri. I Murales o Art Wall sono a tutti gli effetti opere contemporanee che entrano nel centro storico, cuore pulsante della città, decorando facciate e in spazi scelti nei vari quartieri per dare al contesto urbano un volto nuovo, armoniosamente integrato nel tessuto preesistente. Le città sono oggi grazie alla Street Art un museo a cielo aperto.

Facendo un po’ di storia, partiamo da un giovane Shepard Fairey, uno degli street artist più noti nonché mente creativa del marchio Obey, che nel 1989 intraprende i suoi primi esperimenti di street art. La sua carriera inizia con un semplice adesivo raffigurante il campione di lotta libera Andrè the Giant con il tag André the Giant has a Posse, con cui attua una vera e propria guerriglia per le strade americane. Poco dopo, l’ormai iconico volto stilizzato del wrestler viene accompagnato dal criptico comando OBEY.

Obey diventa quindi espressione della strada, racconta la società e le sue convulsioni, i suoi contrasti. Obey nasce dai graffiti che sono decoro metropolitano. La consacrazione a livello internazionale di Shepard Fairey arriva nel 2008 con il manifesto Hope che riproduce il volto stilizzato di Barack Obama in quadricromia, diventato l’icona della campagna elettorale che ha poi portato il senatore democratico alla Casa Bianca.

Shepard Fairey ha fatto della sua arte un esperimento di fenomenologia: il processo che lascia che le cose si manifestino da sé. L’obiettivo delle sue opere è risvegliare lo stupore dello spettatore nei confronti di quello che lo circonda, riaccendere l’attenzione per quello che viene dato per scontato, alzare polveroni e domande.

Così come Banksy è stato il passe-partout per tutti gli artisti urbani creando un ponte tra la periferia e il centro città. Tra 50 anni, quando decifreremo la nostra epoca dal punto di vista artistico, il genere predominante che verrà storicizzato sarà la street-art. L’Arte Urbana è dunque a tutti gli effetti una cronaca pura e trasparente di una cultura pop che viene dal basso. Misura la temperatura sociale, ecco perché è più presente nelle periferie delle grandi città.

I murales sono dunque una forma d’arte capace di trasformare completamente il volto di una città: basta il talento e la visione di uno street artist armato di colori per tramutare le pareti anonime di un edificio in finestre su mondi inaspettati. Senza dubbio Milano rappresenta un esempio eccezionale di questo potere trasformativo della street art e tra i protagonisti dei muri della città meneghina, Pongo 3D e Cheone, sono artisti la cui creatività espressiva è oggi traslata su quadri di grande effetto.

PONGO 3D

A partire dai primi anni ’90, dipinge ogni superficie con particolare attrazione verso treni e metropolitane, ma senza tralasciare i grandi muri delle periferie, diventando uno dei personaggi di maggior spicco in Italia e punto di riferimento dei nuovi writer. Pongo 3D è molto attivo sia a Milano che a livello internazionale; partecipa a manifestazioni ed eventi in tutta Europa. Dal 1999 ad oggi ha esposto in numerose personali e collettive, sempre presente alle più importanti jam di graffiti nel mondo e vive tra Milano e New York.

Pioniere del writing italiano, inventore della pittura 3D su muro e su tela, la sua arte crea fuori fuoco e successioni di piani in 3 dimensioni, che restituiscono immagini a diversi livelli attraverso l’uso degli occhiali 3D. Dal figurativo all’arte concettuale astratta, le sue opere in 3D a spray e acrilici regalano emozioni, offrono universi di interpretazioni e restituiscono eleganza ad ogni ambiente. Pongo è un Wildstyler e come tale ricerca, progetta ed evolve le strutture delle lettere, della scrittura e delle immagini metropolitane. La sua attività di “Writer stradale” dura diversi anni sino al 2000.

Con il nuovo millennio sposta i suoi interessi verso la ricerca filosofica, la natura e  la sostenibilità della vita sul nostro pianeta. Oggi utilizza la pittura verso scelte artistiche utili alla propria e altrui crescita umana, senza dimenticare le esperienze di frontiera, coerentemente con il proprio passato di Arte Pubblica.

CHEONE

Nome storico della street art italiana, Cheone è tra gli artisti più amati e fotografati per i suoi muri. La sua Hall of Fame, nelle immediate adiacenze di Milano, è meta di tour e di appassionati d’arte urbana. I suoi personaggi, siano essi umani che animali, sono giganti che arrivano a noi attraversando universi, escono dai muri e interagiscono con lo spazio, sfruttando e cercando ogni superficie.

Precursore dell’anamorphic street art, Cheone stupisce e meraviglia. I suoi muri hanno fatto il giro del mondo ed è sicuramente tra i più stimolanti artisti contemporanei le cui opere generano un impatto emotivo stupefacente.

Dai giganti sui muri alla ricerca della luce perfetta sulle tele, dai francobolli su cartoline antiche alle sculture con materiali di recupero fino ad arrivare alla free art con meravigliose farfalle. L’universo creativo di Cheone è una costante ricerca di nuove soluzioni, sperimentazioni e supporti al di fuori dell’ordinario.

credit image by Press Office – photo Courtesy By Street Art In Store